Questo romanzo scritto in yiddish da un ebreo praticante, narra la storia di Gesù di Nazareth attraverso le testimonianze di tre suoi contemporanei: un soldato romano, Giuda Iscariota, e un giovane studente rabbinico. La narrazione si basa sull'idea di trasmigrazione delle anime e a dare voce ai tre personaggi sono uno storico polacco, che riferisce di una sua vita precedente in cui era uno degli scagnozzi di Ponzio Pilato; un manoscritto attribuito a Giuda; e, infine, il giovane assistente ebreo dello storico. I tre racconti compongono un quadro vivido, ricco di dettagli storici e riflessioni filosofiche, del passaggio di Gesù sulla Terra, soffermandosi sui suoi sermoni più enigmatici e contestualizzando il suo ministero a favore dei poveri e degli esclusi. Pubblicato negli USA nel 1939, il romanzo è stato acclamato dalla stampa di lingua inglese, ma ha alienato ad Asch, allora al culmine della notorietà, le simpatie del pubblico ebraico. Il Nazareno è il primo capitolo della trilogia di cui fanno parte anche L'Apostolo (1943, edito da Castelvecchi nel 2012) e Maria (1949).
Il romanzo sulla figura di san Paolo, l'"apostolo dei Gentili" che portò il Cristianesimo fuori dai confini del mondo ebraico diventando il principale messaggero del Vangelo di Gesù tra i pagani, è forse il capitolo più riuscito della trilogia di Sholem Asch sulla storia letteraria del Cristianesimo. Un'opera che provocò la rottura tra l'autore e gli ambienti ebraici ortodossi per quella che sembrava, a tutti gli effetti, una riabilitazione del messaggio cristiano. Ciononostante i suoi romanzi ebbero un successo sconfinato: il "New York Times" definì queste opere come "le migliori mai scritte sulla storia cristiana". A settant'anni dalla sua prima pubblicazione, avvenuta nel 1943, "L'apostolo" resta oggi la chiave per comprendere e riscoprire una delle figure più controverse e talentuose della letteratura yiddish.