Il volume raccoglie alcuni saggi dell'autore sul cinema, materiali diversi tra loro perché il suo rapporto con il grande schermo è sempre stato intenso ma ha subito le curve di attenzione e i vuoti di una ricerca mediologica che sin dall'inizio ha tentato di spingersi oltre una storia o estetica o sociologica del cinema. Minimo comune denominatore che li lega è il transito dalla dimensione analogica alla dimensione digitale, un nodo che consente di rileggere per intero ogni scienza del linguaggio filmico e cinematografico.
Una storia che non è soltanto storia di una industria: non è pura e semplice storia di apparati o di prodotti della società industriale. L'industria culturale è la complessa vicenda di continue sintesi e fratture tra lavoro e intrattenimento, tra produzione e consumo. Questo libro racconta la straordinaria avventura della "macchina" dell'immaginario collettivo e individuale, dalle sue più lontane origini ad oggi, attraverso i passaggi fondamentali dello sviluppo industriale. Dal mito e dal teatro classico al significato del collezionismo, dall'avvento del consumo letterario di massa al nesso spettacolo-metropoli, per arrivare al sistema televisivo e ai new media, Alberto Abruzzese e Davide Borrelli disegnano un quadro di quello straordinario intreccio di linguaggi che l'Occidente ha realizzato nelle forme della cultura di massa. Il volume è giunto alla sesta ristampa.