
Le moderne dittature del XX secolo hanno dato grande impulso a nuove forme di comunicazione politica, che prevedevano il coinvolgimento delle masse, divenute, dopo la Prima guerra mondiale, un problema, ma anche un'opportunità per allestire nuove forme di governo che facessero appello a parole d'ordine forti e suggestive. Le dittature si sono servite di tutti gli strumenti disponibili e hanno attinto in particolare a quelli più moderni: il cinema e la radio. Si conoscono poco i precisi meccanismi filmici e registici di così forte impatto emotivo ancora oggi. La monografia offre nuove chiavi di analisi del rapporto fra politica delle immagini e dittatura, prendendo in esame i cinegiornali e le modalità con le quali questo strumento comunicativo ha proposto al pubblico la figura del dittatore. L'autrice ha esaminato fotogramma per fotogramma centinaia di cinegiornali italiani e tedeschi, dopo avere selezionato alcune fasi temporali delimitate particolarmente significative: la fase di ascesa dei due regimi, quella del consolidamento totalitario e il primo triennio della guerra.
Luigi Fiorani è stato uno dei maggiori storici di Roma religiosa e dei Caetani di Sermoneta. La sua produzione storiografica ha contribuito a rinnovare gli studi sul rapporto tra Chiesa e società a Roma a partire dall'età antica e ha dato impulso a nuove ricerche sul Casato dei Caetani dal medioevo all'età contemporanea. Il presente volume raccoglie gli atti di un convegno, che la Fondazione Camillo Caetani, la Biblioteca Apostolica Vaticana, l'Istituto Nazionale di Studi Romani e la Società Romana di Storia Patria, gli hanno voluto dedicare ad un anno di distanza dalla sua scomparsa.
Questo è il primo libro che si occupa in maniera sistematica della storia della città di Roma in un periodo cerniera - fra la crisi del papato carolingio intorno al 900 e l'avvento del Senato nel 1143-1144 - col risultato di offrire una serie di conclusioni originali e inaspettate sia sull'economia e sulla struttura sociopolitica di Roma che sulla sua cultura. Sul finire dell'XI secolo Roma era enormemente più grande e ricca di ogni altra città italiana, ed era quindi dotata di una struttura più complessa e articolata; struttura che, nella crisi del secolo seguente, conobbe prima una cristallizzazione delle sue società locali e poi lo sviluppo di nuove forme di aggregazione, culminate con l'avvento del Senato. Si scopre così che il periodo successivo al 1050, per essere compreso, non va rubricato come periodo di "riforma", quanto di "crisi": così lo vissero i veri protagonisti di questo libro, i Romani. Tuttavia, non solo di Roma si occupa il volume. Wickham analizza nel dettaglio ogni aspetto dell'Urbe, la mette a confronto con esperienze coeve di altre città italiane e, dopo un'esaustiva analisi comparativa, riporta Roma al centro dello sviluppo dell'intera Penisola, rivelandone la natura di città fortemente atipica rispetto al resto d'Italia, ma di un'atipicità finora mal compresa.
The objective of this book is to draw attention to fifth-century Rome - to those hundred years which even today need to be looked at from different perspectives. It is a key moment, a border between worlds, far too important not to receive further attention. The studies, presented here together, aim to respond to new demands: the art object remains at the centre, but with a new search for its context. This context would be unthinkable without the key concept of co-existence - between popular and elite culture, popes and emperors, pagans and Christians. As well as between liturgy - necessary to the Christian world - and patronage - the intellectual project which stems from a cultural concept. Moreover, co-existence is crucial between the mindset of the Roman elites (the tradition inscribed in the city's DNA), and new demands arising from this rich moment in the history of Rome. The fifth-century, studied in this book, is the moment in which future and past meet, and Antique and Christian coincide. An artistic moment with only one identifying feature: its incredibly rich complexity. With articles by Sible de Blaauw, Olof Brandt, Zuzana Frantová and Dale Kinney