
Uomo di molti talenti, celebre guerriero e grande politico, Andrea Doria è l'ultimo e il più famoso erede di una famiglia che da molti secoli identifica le sue vicende con quelle internazionali di una Città-Stato. Prestigiosa e solidale la stirpe dei Doria è infatti composta di guerrieri-mercanti, grandi politici e raffinati intellettuali, ed è da secoli legata a una particolare idea di "libertas" repubblicana. Di questa idea il principe farà il canone di un sistema di governo e quando nel 1528 si aprirà il lungo secolo dei genovesi che suggella l'antico legame della città con il mondo spagnolo, questa formula repubblicana sarà strumento di tutela della loro "libertà" di azione in tutto il mondo.
"Non può sorprendere che, per una vicenda tormentosa e sciagurata come quella del Caravaggio, gli storiografi del Seicento più romanzevole e del più romantico Ottocento si industriassero a trasformarne ogni passo, fin dai princìpi, ad uso di un ritratto spiccatamente popolare (ciò che per essi suonava 'plebeo') e cioè adatto a spiegare la spregiudicata e, si diceva, 'indecorosa' naturalezza dell'artista. Fu così che il Caravaggio, già da ragazzo, in Lombardia, si tramutò in figlio di muratore, in rimestatore di calcine e preparatore di colle per gli imbianchini milanesi. Il resto della sua vita, soprattutto negli anni di Roma, Napoli e Malta, non aveva certo bisogno di esser rinforzato nelle tinte, ma pure non si mancò di farlo e persin la sua morte, per ragioni di corrispondenza simbolica, si amò fissare un anno prima del vero."
La ricostruzione della vicenda Moro fu davvero condizionata, come vorrebbe la recente Commissione d'inchiesta, da un negoziato tra istituzioni e Br per creare una "verità di comodo"? Il mortale agguato del 16 marzo 1978 in via Fani poteva essere prevenuto? Le Br fecero da sole o si avvalsero di complicità a livello internazionale? Cosa c'entrano un bar di via Stresa e un appartamento di via dei Massimi? Quali leggende sono state spazzate via dalla Commissione nel corso della sua inchiesta? Il sequestro e l'omicidio di Moro, di cui secondo molti sarebbe tuttora impossibile decifrare il senso, diventano invece comprensibili nel contesto della lotta armata che bersagliò l'Italia per lunghi anni, prima, durante e dopo il 1978. Il finale, o meglio il "non finale" della recente inchiesta parlamentare era già stato segnato dall'impianto politico di cui la legge istitutiva era espressione. In questo libro si spiega come l'inchiesta si sia trasformata in una narrazione più simile ad una ghost story che ad un'analisi tecnico-politica, e si sia persa una preziosa occasione per chiudere un periodo storico e politico.
Statisti eccelsi o tiranni sanguinari, abili negoziatori o perfidi calcolatori, hanno modellato il mondo per come esso si presenta ai giorni nostri. Eppure, il loro ruolo personale, al di là dei grandi movimenti ideologici che hanno caratterizzato il secolo scorso, conserva tuttora una parte di mistero. Questo volume scruta con un'ottica inconsueta nelle complesse vicende che hanno portato alla Seconda guerra mondiale, analizzando e comparando l'azione e il pensiero dei suoi grandi protagonisti. Per comprendere meglio l'una e l'altro - e chiarire così gli avvenimenti succedutisi fra il 1918 e il 1945 - Marc Ferro osserva la Seconda guerra mondiale attraverso lo sguardo di ciascuno di questi personaggi eccezionali e mette a confronto i loro punti di vista. Sotto i nostri occhi, gli attori della Storia si corteggiano e si dilaniano, si alleano e si tradiscono in un gioco di odio e di fascinazione destinato a decidere l'avvenire dei popoli. Documentato in modo assai accurato e puntuale, "Sette uomini in guerra" è un libro innovativo nell'approccio storiografico, oltre a rappresentare - con le centinaia di rimandi ad altre fonti bibliografiche riportate in fondo al volume -una preziosa risorsa per qualunque ulteriore approfondimento.
Giunto presso lo Stato Maggiore della 14° Armata di Below, Hans Killian, descrive le ricognizioni preliminari che compie nel settore dell'Alto Isonzo, fino a restituirci la topografia completa del teatro di battaglia. In seguito ha occasione di partecipare alle riunioni dei più alti ufficiali dell'Armata in vista dell'offensiva e di incontrare tutti i protagonisti - dall'imperatore Carlo all'arciduca Eugenio - di quell'evento, il testo è una vasta galleria di figure e un racconto in cui la memoria personale si innesta su fonti già note. "Attacco a Caporetto" contiene un ricco corredo iconografico, gli ordini completi di battaglia austro-germanico e italiano alla mezzanotte del 24 ottobre 1917.

