
Asilo e rifugio per reietti, città promiscua, che cresce accogliendo gli stranieri e i vinti, concedendo la libertà agli schiavi, dove mescolare il sangue non è un tabù, ma una virtù: così appare Roma ai suoi albori attraverso i luoghi della memoria e i miti di fondazione. Lungi dall'essere motivo di imbarazzo, come avrebbero voluto i suoi nemici, questi racconti divennero la pietra angolare sulla quale i Romani costruirono la propria "identità" civile e politica. Molte sono le "Rome" che hanno preceduto quella di Romolo, eppure vi è una costante, una sorta di filo rosso che le unisce tutte: una costituzione "aperta", che si esprime nella capacità di accogliere e integrare lo straniero. I miti delle origini insegnavano che la romanità non scorre nel sangue di chi la possiede, non è, dunque, un dato biologico, testimone di purezza, ma piuttosto un merito culturale, che si guadagna per mezzo delle virtù sociali, adottando valori e modelli di comportamento condivisi, rispettando il diritto, obbedendo alle leggi. Si poteva nascere Romani, ma, cosa ben più importante, lo si poteva diventare.
Nella storia dello spionaggio la seconda guerra mondiale apre una nuova fase: la 'guerra segreta' diventa un vero e proprio contraltare della guerra guerreggiata. Tre ideologie fra loro concorrenziali (democrazia, nazismo e comunismo) condizionano il quadro militare e la stessa organizzazione dei servizi segreti delle potenze belligeranti. La 'guerra segreta' che si combatte tra il 1939 e il 1945 è un'anticipazione dello spirito e dei metodi che avrebbero contraddistinto nel mezzo secolo successivo il confronto tra Est e Ovest.
Questo libro copre uno dei periodi cruciali della storia europea antica. La serie di guerre intercorse tra le città della Grecia classica e l'Impero persiano giunse al culmine con la battaglia di Maratona, con quella delle Termopili e quella di Salamlna. A raccontare in maniera epica e ineccepibile la storia di questi eventi, di grandi uomini e donne, della società e della cultura in cui vissero e a spiegare come e perché si giunse a questi scontri, per primo è stato Erodoto, il padre della Storia. Ed è lo stesso Erodoto a diventare la prima fonte di riscrittura in chiave moderna di quegli eventi da parte di uno degli storici del mondo classico più noti e apprezzati al mondo, in particolare nella sua specializzazione di carattere militare.
Chi era davvero Maria Montessori? Al suo nome si lega il metodo che ha rivoluzionato la pedagogia, mettendo il bambino al centro del processo educativo e rispettando il suo io e i tempi con cui si costruisce. Una rivoluzione che poteva compiere soltanto una donna capace di decisioni controcorrente in ogni momento della sua esistenza. La sua vita è stata molto celebrata, ma mancava ancora un ritratto che provasse a delinearne, senza preconcetti e senza sconti, la personalità fortissima. Cristina De Stefano, attraverso testimonianze dirette e carteggi inediti, ci mostra una Montessori sorprendente e poco conosciuta. Allieva in lotta contro l'istituzione scolastica, laureata in Medicina quando una donna all'università era una rarità, da giovane si divide tra la militanza femminista, il volontariato sociale e il lavoro in corsia. Poi un giorno, davanti ai bambini abbandonati in manicomio perché troppo difficili per la scuola, ha l'intuizione che il modo di guardare alla intelligenza dei piccoli vada ripensato dalle fondamenta. Il suo metodo pedagogico, applicato all'inizio in una piccola scuola nel quartiere più povero di Roma, fa in pochi anni il giro del mondo e la trasforma in una celebrità. Da allora Maria Montessori dedica tutta la sua vita alla missione di cambiare il mondo. Scienziata che illumina ogni cosa di una luce spirituale, grande sperimentatrice che crede nell'intuito, idealista eppure attenta a registrare il suo materiale con dei brevetti internazionali, idolatrata dai suoi seguaci e attaccata dai critici. Per alcuni è una profetessa di una nuova idea di umanità. Per altri un despota e un'opportunista in politica. Maria Montessori è, come tutti i geni, un personaggio difficile. Ma nessuno potrà mai negare la sua forza di carattere, l'emancipazione assoluta per i suoi tempi, la capacità di visione quasi medianica. Nell'anno che commemora i centocinquant'anni della sua nascita, Il bambino è il maestro dimostra che la grandezza spesso nasce anche da profonde contraddizioni.
Negli ultimi mesi della sua vita dopo lo scoppio della guerra civile spagnola, Miguel de Unamuno lavorò alla stesura di alcune note, appunti, tracce forse di un ipotetico libro futuro. La morte gli impedì di completare il suo progetto e solo nel '91 i nipoti dello scrittore acconsentirono alla pubblicazione di queste pagine che ora, per la prima volta, vengono proposte anche al lettore italiano. Riflesso immediato dell'esperienza atroce della guerra "incivil" spagnola, questo testo propone la meditazione lucida e appassionata di Unamuno non solo sul tema del conflitto armato, ma anche su problemi etici, politici, filosofici e religiosi. Lo scrittore fa proprie le contraddizioni del suo paese, offrendo come soluzione alla barbarie la volontà e l'intelligenza.
Un capolavoro insuperato sulla storia del popolo Rom
«... Non ho intenzione di discutere di problemi attuali. Mi attengo al mio ruolo di storico. Nell’abbondante produzione di libri e di articoli sugli Zingari ce ne sono relativamente pochi che diano spazio alla storia. Ebbene, tutto quello che si può raccogliere di fatti e di osservazioni sul loro passato aiuta a comprendere nella realtà di oggi un gruppo umano che ha vagato a lungo sulle strade del mondo, ma che, evolvendosi lentamente in mezzo ai sedentari e senza lasciarsi intaccare da loro, rivela una certa stabilità nel tempo... Qui... ho tentato di presentare, dalle origini fino alla metà del XIX secolo, una sintesi di conoscenze sul passato degli Zingari in tutti i paesi in cui si sono diffusi. Quando mi è stato chiesto questo lavoro, ho esitato molto prima di accettare, tanto mi sembrava complesso. Tuttavia… mi sono lasciato tentare dalla proposta dell’editore. Il mondo zingaro esercita uno strano fascino e non lascia più coloro che hanno cominciato a interessarsi a quelle che gli ziganologi inglesi chiamano "cose d’Egitto". Mi sono trovato sempre più in rapporto con associazioni e personalità che si preoccupano di questi problemi sia sul piano scientifico sia sul piano amministrativo e sociale, e ho avuto frequenti contatti con famiglie di gruppi rom, manouches, sinti o gitani, dalla Spagna ai Balcani. Così ho potuto confrontare il presente con il passato».
(dalla Premessa dell’autore)
Uomini e donne, bambini e adulti si affacciano alla ribalta della storia in questa inedita descrizione della vita familiare in Friuli negli ultimi due secoli del Medioevo. Lo studio, basato in prevalenza su documentazione d'archivio, getta luce sui momenti fondanti della vita sociale di tutti i ceti e fornisce una ricostruzione storica concreta di aspetti quali la stipulazione dei patti matrimoniali, la celebrazione delle nozze, la nascita e la crescita dei figli, fino alla morte delle singole persone, ma non della famiglia. Si penetra nei dettagli della vita quotidiana e insieme si spazia su mentalità, usanze e norme giuridiche.