
4 marzo 1943 - 1 marzo 2012: sono gli estremi della parabola terrena di Lucio Dalla, un grande artista della parola e della musica che ha saputo raccontare l’allegria e la disperazione, la forza dell’amore, l’inquietudine del vivere. Curioso, sperimentatore, spregiudicato nella sua ricerca artistica e umana, non ha mai nascosto la profonda religiosità che animava la sua visione del mondo ma anche la sua concezione dell’arte, perché – diceva – «Dio è tutto: forma e contenuto». Questo libro delinea il profilo artistico di Dalla grazie a un’attenta analisi dei testi delle sue canzoni e la ricostruzione dei rapporti con artisti e intellettuali (come Roberto Roversi e Francesco De Gregori) cruciali per la sua formazione e la sua carriera. Lucio Dalla, un «giullare di Dio» come l’amatissimo Francesco d’Assisi, è stato capace di raccontare non solo il nostro tempo storico ma ancora di più il nostro tempo interiore, lo scorrere delle nostre stagioni esistenziali. E lo farà ancora a lungo.
La provvidenza non è argomento di moda. Neppure tra i discepoli di Gesù. Negli ultimi secoli gli uomini si sono sentiti sempre più padroni della storia e artefici delle fortune personali. Oggi, però, il ricco Occidente sta attraversando una profonda crisi dominata dalla paura del presente e dall'incertezza del futuro. Questa stagione in cui si sbriciolano tutte le sicurezze non potrebbe essere l'occasione per riscoprire la divina provvidenza? I capitoli di questo libretto sono piccole finestre che si affacciano su un orizzonte spirituale misterioso: riflessioni, aneddoti, brani scelti (da Agostino a Caterina da Siena a Manzoni), profili dei grandi "santi della provvidenza", preghiere al Dio provvidente.
Una prosa poetica che, riflettendo sulla devozione dei credenti per il Corpo di Cristo, si mette in ascolto della voce di Dio nel corpo dell'uomo.
Fare provvista di gioia attingendo alle piccole scintille che ci illuminano ogni giorno, alle briciole che possiamo raccogliere tra le molte difficoltà, che pur ci sono. Questo è l'intento dell'Autore che si affida al Vangelo di Luca e più precisamente alle molte figure femminili in esso presenti.
Un saggio unico nel panorama editoriale italiano, in cui l'autore propone cento brevi brani in poesia e in prosa, con un sintetico commento, tutti accomunati dalla domanda decisiva: qual è il vero volto di Dio?
Una sorta di “dizionario minimo della fede”, in cui padre Castelli – con il consueto acume critico, che si appoggia su una conoscenza enciclopedica – propone e commenta cento brevi brani in poesia e in prosa, tutti accomunati dalla domanda decisiva: qual è il vero volto di Dio? con quale nome chiamarlo? in che modo incontrarlo? Poeti, narratori e letterati che sono stati investiti dal pensiero o dall’esperienza di Dio ci offrono suggestioni, impressioni, folgorazioni, che si aprono su un orizzonte sconfinato.
Dodici domande, inviate per posta elettronica, a quindici monasteri femminili di clausura sparsi per l’Italia: con questa mossa discreta ha preso il via l’esplorazione di una realtà poco conosciuta dai più, inclusi molti cattolici praticanti: la vita “oltre le grate”. In questa sorta di “parlatorio digitale” ascoltiamo voci di donne che si sono ritirate dal mondo, ma non sono certo fuggite. Come afferma una di loro, « la clausura, apparentemente, è una separazione dal mondo, ma in verità è un “rientro” in esso in maniera diversa e più vera, come il cuore, che esternamente non si vede, ma è essenziale perché l’organismo viva ». Pagina dopo pagina scopriamo che in queste “case del silenzio”, « con i piedi ben piantati sui pavimenti delle celle, del coro, del refettorio e di ogni altro ambiente, ci s’impegna giorno e notte per la “manutenzione” di un ponte di preghiera, d’intercessione, gettato fra l’umanità e il Regno dei Cieli » (dalla Prefazione di Marco Beck).
Si può amare la Chiesa, soprattutto quando è scossa da discordie e veleni e il suo volto è sfigurato dal peccato? È questa la Sposa che Cristo ama, al punto da aver dato la vita per essa? Siamo nel cuore del mysterium Ecclesiae, su cui l’autore riflette ponendosi alla scuola del Concilio Vaticano II e di due grandi testimoni della fede: sant’Ambrogio e papa Paolo VI. La Chiesa – ammonisce il cardinale Tettamanzi – sarà capace di annunciare in maniera incisiva il Vangelo solo se tutti i suoi membri sapranno recuperare uno sguardo di fede che superi «la meschinità o la deformità di visioni e interpretazioni prevalentemente umane, se non persino mondane».
Il volume ripercorre brevemente la storia della spiritualità dalle origini del cristianesimo ai giorni nostri, soffermandosi sui personaggi più rilevanti e sul contributo da essi offerto alla vita di fede del proprio tempo.
Simbolismi religiosi in moby dick (la vicenda di Giona)
Nostalgia, malinconia, odio e ricerca della felicità nel capitano Achab
La vita tormentata di Herman Melville tra avventura, narrativa e spiritualità
"Signore, insegnaci a pregare" è la richiesta che gli apostoli un giorno rivolsero a Gesù. "Vorrei imparare a pregare" è il desiderio che nutrono in cuore molti cristiani. A pregare si impara pregando e mettendosi alla scuola di guide esperte. Nella storia della spiritualità cristiana i monaci sono sempre stati considerati "maestri di preghiera" perché hanno fatto della preghiera la loro occupazione principale. "Nihil Operi Dei praeponatur - Non si anteponga nulla alla preghiera" prescrive la Regola di san Benedetto. Questo libro, scritto da un monaco di lungo corso, è un "trattato" sulla preghiera alla scuola della tradizione monastica. Un testo che può essere di grande aiuto per chi desidera imparare i segreti della preghiera cristiana.
Le parabole sono un intreccio meraviglioso di luci e di ombre. Al medesimo tempo svelano e velano il mistero del regno di Dio. Esse sono al centro del Vangelo e ci mettono in contatto con l'originalità, la genialità e la forza espressiva di Gesù di Nazareth. Le pagine di questo libro conducono per mano il lettore a risillabare le parabole, a contemplare la fantasia e la passione del Rabbì che non si stanca di ripetere lo stesso insegnamento da punti di vista diversi senza mai esaurirne la ricchezza, senza mai dirla totalmente.
Esattamente venti anni fa il cardinale Carlo Maria Martini scriveva parole di grande attualità: "La nostra generazione sta attraversando un deserto segnato da eventi vasti, in parte molto drammatici e in parte quotidiani e non meno pervasivi. Un deserto nel quale la gente è stanca, inquieta, agitata, demotivata, nevrotica, frustrata, smarrita, perché non vede il senso della vita quotidiana e la vive con poco gusto e poca voglia. È un deserto fatto di assenza di Dio, nella secolarizzazione, nella carenza di percezione del divino: le persone non riescono a percepire nelle loro giornate la presenza di un mistero sovrano e amico, che accompagna. In questo deserto, che noi stessi, uomini di Chiesa, stiamo attraversando, siamo in qualche maniera delle 'guide', nonostante i nostri limiti. Mi sono allora chiesto: in quale modo Dio forma queste guide in tempi difficili? Cercando di cogliere come Dio ne abbia formate alcune in passato, comprenderemo in quale modo può formare noi". Questa antologia di testi di Martini, tratti dalle riflessioni tenute durante i pellegrinaggi con i giovani preti che hanno segnato tutto il suo ministero episcopale, propone una carrellata di "maestri dello spirito". Gregorio Magno, Francesco d'Assisi, Caterina da Siena, Ignazio di Loyola, Teresa di Lisieux ed Edith Stein: alla scuola di questi grandi "maestri dello spirito" impariamo ad attraversare il deserto spirituale dei nostri tempi.