
Credere ricorda, con parole incisive, la gioia degli amici di Cristo nel vangelo: la samaritana, il buon ladrone, san Pietro ma anche i portatori della barella di un paralitico che faranno passare attraverso il tetto. Con questi personaggi padre Carré invita ad approfondire venti aspetti della fede: la preghiera, la carità, la volontà, la speranza, il coraggio, l'audacia, la generosità.
La crisi del cristianesimo, prodottasi nell'impatto con la cultura moderna, puo' rivelarsi un'occasione per riscoprire lo spirito liberante del vangelo, oltre lo schermo di irrigidite interpretazioni della tradizione. È questo l'assunto e l'orizzonte delle stimolanti interviste con quattro insigni protagonisti della ricerca filosofica, teologica e psicologica contemporanea, proposte da questo volume. La crisi della ragione e la ripresa di interesse per il sacro; la secolarizzazione e il dialogo con le religioni non cristiane; gli orizzonti della mistica e le suggestioni dell'arte; il rapporto tra psicologia e religione, il senso del mistero e dell'attesa.
Quale giustizia? Che cosa significa comportarsi "secondo giustizia" oggi, nella vita familiare, professionale, politica e anche ecclesiale? L'irruzione di novità imprevedibili e il rimescolamento delle culture rende quasi incomprensibile la categoria di giustizia. Giustizia perché? Verso chi? In nome di quale diritto, di quale progetto? Eppure un'ansia di giustizia c'è, oggi più che mai. A Camaldoli, nella tradizione dei colloqui animati da don Benedetto Calati, si sono incontrate persone che hanno meditato sulla giustizia secondo la parola di Dio insieme con altre persone che ogni giorno cercano di praticare la giustizia in situazioni di frontiera. Ne è nato questo piccolo libro.
"Profetici" è l'aggettivo che più adeguatamente può qualificare i venti articoli qui presentati, scelti nella lunga lista di quelli che Maurice Bellet ha scritto per la rivista Christus dal 1965 al 1985. Primo collaboratore non gesuita in seno alla rivista, attento e lucido osservatore, protagonista appassionato e talora sognatore, è stato in prima linea in tutti i dibattiti di quegli anni cruciali, di cui si comincia forse solo oggi a raccogliere i frutti. La fede nel Cristo-Vangelo, per usare le sue parole, ci fa "passare per il fuoco". È una prova che conduce, in una sorta di notte, a una purificazione come quella di cui parlano i mistici. Per questa strada è possibile arrivare, nell'interiorità, all'esperienza del non-credente e crescere in umanità mantenendosi fedeli alla Vita.
Un libro utile a riassumere quella dimensione profonda dell'uomo, tanto dimenticata o trascurata, che è l'unica in grado di far capire come "solo il mistico possa sopravvivere nella società attuale, senza diventare terrorista (violento) o cinico (menefreghista). Solo il mistico può conservare l'integrità del suo essere, perché è in comunione con tutta la realtà".
Il mondo del silenzio è opera affascinate per lo stile piano e poetico, ma soprattutto per l'armonia che trae dagli infiniti "incontri" che descrive, come una "anti-fuga" di variazioni sul tema essenziale del "silenzio". Non l'apologia, non fuga dalla parola, bensì riscoperta del silenzio, quale luogo originario della parola, di ogni elemento del creato e soprattutto dell'uomo nella sua essenza originaria e incontaminata. L'opera viene riproposta nella nuova traduzione italiana a cura di Jean-Luc Egger, aggiornata e perfezionata sulla prima edizione tedesca del 1948.
Alla luce della psicologia del profondo, della tradizione cristiana e della meravigliosa ricchezza della lingua ebraica, il libro dell'Esodo, che per molti poteva costituire niente più del racconto leggendario dell'uscita dall'Egitto del popolo ebraico, si rivela in queste pagine essere invece un autentico libro per la vita. Le cifre divengono simboli, le parole e i nomi rivelano tesori di senso: così le dieci piaghe che si abbattono in successione sul paese d'Egitto per obbligare il faraone a lasciar partire il popolo ebreo sono per l'uomo altrettante prove o passaggi sul cammino della propria liberazione, nell'esperienza della pasqua interiore.
Sono istanti "contemplativi" più che preghiere e riflessioni quelli che vengono qui proposti. Vannucci le chiamerebbe "calma delle soste", momenti raccolti nell'incanto del principio, nel seno della "Parola creatrice". Vi è una sapienza che dilata il cuore, dà respiro alla mente, sapore ai gesti, solleva la quotidianità dal banale, immette nell'immensità del divino e dell'umano insieme.
"Ci sono le stagioni, ognuna con il suo stile, il suo ritmo, le sue storie; e ognuna si rivela 'lezione di cose'. Lezione di cose fisiche, naturali, certo, ma anche, se sappiamo leggerle con pazienza e attenzione, lezioni di cose invisibili, impalpabili. L'esperienza e il sogno, la materia e lo spirituale sono in costante e sottile interferenza. E dunque meglio, a ogni nuova stagione, rimettersi al lavoro di lettura con uno sguardo nuovo, acuto". Ma come "leggere" un simile racconto chiuso nel limbo della carne e dell'inchiostro? Appoggiando l'orecchio sul cuore della terra e del cielo.
Il "prezzo della libertà" dice, da un lato, la qualità della libertà pagata così cara da Gesù Cristo e dagli innumerevoli martiri per essa, e, dall'altro, che, lungi dall'essere un privilegio, è un requisito antropologico fondamentale che però si radica nella giustizia e nell'amore coltivati con vigilanza e intelligenza.
In occasione del ventesimo anniversario della morte di Giovanni Maria Vannucci (Pistoia 1913 - Firenze 1984), volendo offrire un omaggio alla sua memoria, ma soprattutto continuare a valorizzare la sua testimonianza di vita, viene presentata la seguente bibliografia che cataloga i suoi scritti e i volumi da lui curati, e dà conto di quanto è stato pubblicato sulla sua persona e sulla sua opera.
Lo scritto è il "diario spirituale" nel senso più ampio e più profondo dell'espressione di un periodo di degenza ospedaliera. L'autore mette a nudo, ma sempre con la semplicità e il pudore di una garbata franchezza colloquiale, i sentimenti, i risentimenti, gli slanci spirituali e le riflessioni amare che la dolorosa congiuntura ha suscitato. La sistematica "umiliazione" del malato, proprio nel momento in cui egli è oggetto di "cura", è il tratto che più efficacemente accompagna il racconto di questa esperienza. "La divina tenerezza è pace, profonda pace, pace misericordiosa, sollievo. È salda come la buona terra su cui tutto riposa. La divina tenerezza tutto salva, vuole salvare tutto. E non dispera mai di nessuno. Crede che vi sia sempre una strada."