
Sono già tanti anni che ho conosciuto il monaco Boguljub – veramente “caro a Dio”, come dice il suo nome. Ricordo che mi diceva: “Dagli incontri, dai colloqui e dalle lettere rimangono alcune immagini, alcune parole che il tempo non riesce a cancellare. Chiedono di essere tessute nella riflessione, nella fede e nella vita spirituale di te che le porti. Alla fine formano una tale unità che non sai se sono queste immagini a rivelare i contenuti della fede o se sono le riflessioni spirituali a fondersi con le immagini della vita. Così, in ogni mio racconto, c’è un nucleo che appartiene alla vita di una persona concreta, che è diventato ispirazione, pensiero e vissuto della mia vita spirituale. Dicendo questo, parlo dell’amore”...
Che cosa è la preghiera incessante? Come si nutre il ricordo di Dio? Come certi gesti, certe parole, certi sapori riescono ad avere un gusto spirituale e fanno cogliere un po’ della luce di Dio, anche quando sono intrisi della sofferenza e del buio del mondo? Questo libro non lo spiega con dei ragionamenti. Attraverso alcuni episodi del monaco Boguljub, si viene introdotti nel suo mondo interiore fino a cogliere quel velo di mistero che avvolge il monaco e che ci fa percepire un po’ di quella presenza che Boguljub avverte dappertutto.
Indice: Introduzione (card. T. Spidlík) * 1. L'oro dell'icona * 2. Fiori d'autunno * 3. La nevicata * 4. L'impasse del pensiero * 5. Le fragole e il ghiaccio * 6. Pentimento e pace * 7. Liturgia di casa.
Per scoprire la nostra strada bisogna tornare dentro di sé e indietro. A monte di ogni uomo c'è una visione, una vocazione, una voce che chiama. Siamo chiamati per realizzare la visione che il Creatore ha su di noi, che è l'amore. A questo scopo, Lui ci dà il tempo, ci fa incontrare le persone, ci offre doni e talenti. E poichè il nostro fondamento è posto in un Dio che ci crea rivolgendoci la parola, a noi è accessibile attraverso il dialogo. Perciò la vocazione si realizza nel dialogo, non come l'esecuzione di un diktat.
Ma l'amore presuppone un lungo cammino per giungere alla sua maturità. Ci sono delle tappe in questa chiamata. Uno si fidanza, entra in noviziato, in seminario, con una grande buona volontà, ma anche con tante sue idee. La scelta è il massimo che ha potuto fare in quel momento. Occorre allora che muoia alle sue idee, a quello che si aspetta, per risuscitare ad una vita di sinergia, sua e di Dio insieme.
Indice: 1. Creati per la vocazione * 2. Vocazione e redenzione * 3. L'itinerario del discernimento vocazionale * 4. La maturazione della vocazione.
Quale fisionomia spirituale il superiore deve coltivare perché la sua autorità sia un servizio al vangelo? In molte comunità fa fatica chi è chiamato a fare il superiore e fatica altrettanto chi, con i voti, non è aiutato a metterli in pratica. Non si può improvvisare un superiore, né troppo velocemente concludere che chi obbedisce fa sempre bene. La ricca tradizione della Chiesa indica varie fisionomie possibili del superiore, dovute alla complessità dei carismi. Oggi, la teologia trinitaria ci aiuta a capire meglio il loro fondamento cristologico e pneumatologico e, forse, a trarne maggior frutto.
Indice: Premessa * 1. Una persona a capo di una comunità: la complessa ricchezza della storia * 2. Partecipare alla vita della Trinità: la perfezione della persona è la comunione * 3. Il peccato della comunità: sazietà - idolatria - lavoro * 4. Il servizio dei superiori. Perchè i superiori sono necessari * 5. Custodi della sapienza e delle beatitudini.
Traduzione dal francese di Maria Campatelli
La convinzione di base di questo libro è che il monachesimo è sempre da rifare, ma sempre è già detto, già fatto. La vocazione del monaco ha le sue radici profonde nella creazione dell’uomo ad immagine di Dio. Il peccato ha modificato la realizzazione di tale vocazione: c’è bisogno di una “rinascita dall’alto” per tornare a vivere questa vita. È il battesimo che costituisce questa novità.
Ora, in modo emblematico, le professioni monastiche, prima in Oriente e poi in Occidente, si sono tutte modellate sui riti battesimali. Questo nella convinzione – una convinzione che l’Oriente non ha mai perduto – che la spiritualità monastica è semplicemente la radicalizzazione escatologica delle promesse battesimali e perciò è sentita esemplare per tutti i cristiani. La vita monastica quindi non come una condizione a parte, propria di una categoria di cristiani, ma come punto di riferimento per tutti i battezzati, nella misura dei doni offerti a ciascuno dal Signore, proponendosi come la paradigmaticità di uno stato cristiano cristallizzato in una forma particolarmente significativa e saporosa.
Un libro utilissimo per conoscere ciò che la Chiesa universale custodisce attraverso quanto ha vissuto e trasmesso, e ancora oggi continua a fare, il monachesimo orientale.
Indice: Introduzione * 1. Paragoni storici * 2. I monaci - uomini di Dio * 3. I consigli evangelici * 4. La vita ascetica * 5. La vita di preghiera * 6. L'opera dei monaci * 7. Le forme della vita monastica * 8. La città di Dio.
A questo libretto il card. Spidlik stava lavorando poco prima della morte. Dato il carattere dello scritto e il momento della sua stesura, non è un testo esauriente sulla vocazione che ne svisceri tutti gli aspetti e li ordini in modo sistematico, ma, proprio come dice il sottotitolo, si tratta piuttosto di “riflessioni utili” per la lettura, la riflessione e la meditazione. Se la vocazione è la strada attraverso cui assorbiamo la nostra vita terrena e mortale nella nostra vita nascosta con Cristo in Dio, le riflessioni di un anziano saggio alla vigilia del suo incontro definitivo con Dio e con questa sua identità nata dalle acque battesimali sono particolarmente efficaci. Hanno inoltre il vantaggio di essere scritte nello stile fresco e immediato tipico dell’Autore. Il modo è quello delle domande, del dialogo, che ha caratterizzato altri libri divulgativi di p. Spidlik, come Pregare nel cuore o L’arte di purificare il cuore. Domande che ci possiamo immaginare rivolte da un giovane a un anziano, facendo eco alle obiezioni, alle resistenze, alle comprensioni ridotte della vita di fede tipiche di un mondo come il nostro che non è più religioso. Succede così che la domanda, anche ingenua, impostata male, dia l’occasione di ricondurre alla prospettiva di fede con cui guardare alla propria vita, impostando una pedagogia che introduce, con un linguaggio semplice e sapiente, i contenuti essenziali del mistero cristiano e della grande tradizione.
Indice: • Parte I: La ricerca e la scelta (Cosa si intende con il termine vocazione, Se Dio chiama tutti gli uomini ugualmente , perché la diversità delle vocazioni?, Posti di fronte alla nostra immagine, Il proprio volere è sempre un male? Gli esami psicologici e la scelta, Il ruolo del padre spirituale...)
• Parte II: Le vocazioni nella Chiesa (il matrimonio, il sacerdozio, la vita religiosa...)
Si nasce dal fonte battesimale, come dice Nicola Cabasilas. Lì muore una vita e ne risorge un’altra, la vita in Cristo, che assume e trasfigura l’esistenza presente, liberandola dai determinismi dell’eredità biologica, psichica, culturale e sociale e rendendola creativa della creatività divina. Forte di questa esperienza battesimale, Olivier Clément è come assorbito da Cristo e sperimenta la verità della vita nuova, fondata nel perdono. Con ciò, diventa importante non quello che eri, ma cosa Cristo ha fatto per te e cosa tu puoi diventare in Lui. La Chiesa, la comunione delle persone, diventa così un luogo per rinascere e passare dalla frantumazione ad una unità integra dove è coinvolta tutta la persona e tutte le sue capacità di conoscere. In un graduale assorbimento di questa verità, passano gli anni di progressiva trasfigurazione della vita, del lavoro e della sua intera esistenza. Questa raccolta di articoli, in parte inediti, di Olivier Clément, vuole essere come una testimonianza al se
La vita nuova che ci è data nel battesimo e che ciascuno fa propria nel cammino della vocazione, se assecondata, plasma un ambiente ed uno stile di vita da cui traspare la cultura della Pasqua e che aiuta a sostenere la redenzione ricevuta. Dal cuore, con cui abbiamo cominciato, si torna alla superficie, a quello che vedono gli altri.
È possibile vivere un’autentica vita spirituale e avere uno stile di vita secondo l’ultima pubblicità? Chi vive la vita dello Spirito comincia ad irradiarla anche nell’ambiente in cui si trova, a partire dalle relazioni, dai rapporti con la terra, dal vestito, perché il vestito è il prolungamento del corpo ed è uno dei linguaggi più potenti che esistano. Come il corpo è lo spazio in cui prendiamo coscienza della vita che scorre dentro di noi, così anche il vestito è un’espressione di come noi percepiamo noi stessi e ci comunichiamo agli altri. A partire dal vestito, dalla casa in cui abitiamo, si tratta di dare un’impronta personale al mondo intorno a noi. Lo stesso vale per il cibo, per lo stile con cui far festa e divertirsi... Mangiare non è il mangiare soltanto, ma è una sorta di atto liturgico che sarebbe un peccato banalizzare. Non si tratta di risolvere le cose con le regole, ma di discernere e di personalizzare tutto, in modo che trasmetta agli altri la nostra verità.
È questa la bellezza. Ed è questa anche la liturgia, quella della piccola Chiesa, quella dei nostri corpi, quella di ogni giorno, che san Paolo offre come immagine alla quale tende la vita dell’uomo su questa terra.
Per ascoltare la Parola di Dio, dopo l’incarnazione, bisogna avere gli occhi, perché la Parola si è fatta immagine. La gente allora la deve vedere. L’annuncio non passa al primo posto per le orecchie, ma per gli occhi.
Bisogna poter vedere qualcosa di bello. E bello è ciò che è assorbito dall'amore.
Indice: • Educare e formare * L'immaginazione * Un'abitazione secondo l'uomo nuovo * Il vestito * Il cibo * Il fallimento * La conversione della mente alla vita
Parole che accompagnano le immagini dei mosaici nella discesa che porta alla cripta dove sarà il corpo di padre Pio. Il percorso verso la cripta è ideato come un cammino spirituale che aiuta a prendere atto che la vita che viviamo non è semplicemente quella ricevuta dai genitori, che finisce nella tomba, ma la vita che Dio vuole concedere all’uomo e che noi riceviamo nel battesimo affinché la sviluppiamo e la maturiamo in pienezza assorbendo nell’immortalità anche la vita naturale. Tale cammino non è un intimismo soggettivistico tra il fedele e un suo presunto Dio, ma si compie all’interno della memoria della tradizione della Chiesa. Perciò è accompagnato dalla comunione dei due santi particolarmente significativi per questo luogo: Francesco e padre Pio. Scene della loro vita, messe “a contrappunto”, aiutano a cogliere i tratti di questa vita nuova.
Nella collana “Immagini” proponiamo stavolta le immagini del Natale, accompagnate da brevi commenti teologico-spirituali e da citazioni patristiche e liturgiche. Attraverso parole e immagini, in queste pagine si rifletterà sul mistero dell’incontro tra Dio e l’umanità, sulla salvezza che ci viene offerta con il Bambino deposto in una mangiatoia, sulla Luce che vince le tenebre e inaugura la trasfigurazione del mondo... L’incarnazione del Figlio di Dio manifesta il grande mistero nascosto da sempre nel cuore di Dio: Dio ha determinato in anticipo, prima della fondazione del mondo, che noi saremmo stati per Lui dei figli (cf Ef 1,5), e ha stabilito che l’uomo ricevesse questa filiazione tramite la sua unione al Figlio unico. Perciò l’incarnazione è al centro del mistero cristiano.
Indice: Introduzione * L’attesa dell’incontro * Una montagna nella grotta * La luce che le tenebre non possono contenere * La mangiatoia della salvezza * Troverete un bambino * La Vergine-Madre * Il germoglio dal tronco di Iesse * Il nascondiglio rivelato * Ypapanti * L’Epifania del Re e Sacerdote * La discesa in Egitto * Dalla Parola seminata al Covone mietuto * Breve saggio sul Natale
Anche in sloveno.
Mosaici a tema mariano dove le immagini sono accompagnate da un breve commento teologico-spirituale e da una breve citazione di Padri siriaci. Arricchisce il tutto un breve testo di Sebastian Brock, rinomato nel campo degli studi siriaci, su Maria nella tradizione siriaca.
La vita divina ricevuta nel battesimo ci comunica “un’intelligenza rinnovata in Cristo”. Si tratta di un’intelligenza capace di abbracciare nella comunione personale anche la materia dell’universo, di un pensiero organico, di un’intelligenza capace di tener conto dell’insieme, di cogliere il significato delle cose, della storia, degli avvenimenti nella chiave della comunione realizzata in modo personale da Cristo. I primi cristiani, proprio perché cercavano di esprimere fedelmente la vita nuova ricevuta, sono apparsi nella storia come una novità culturale totale. La loro intelligenza si esprimeva attraverso una mentalità liturgica sacramentale e simbolica dove, più che argomentare si mostrava, più che dimostrare si celebrava la verità. Nella percezione simbolica del mondo si attinge alla profondità delle cose e nello stesso tempo si coglie la loro appartenenza anche ad un altro mondo. Contrariamente al concetto, che ha la segreta volontà di classificare, di possedere, di dominare, l’approccio simbolico rimanda sempre all’al-di-là del simbolo, a dove l’essere delle cose ha le sue radici nella vita divina. In un mondo che spesso riduce il senso degli esseri e delle cose al loro aspetto fenomenico e l’intelletto solo ad alcune delle sue dimensioni, è più che mai urgente che i cristiani imparino a pensare secondo la logica che è inscritta nel loro stesso battesimo.
Indice: Il mistero della conoscenza * “Trasformatevi, rinnovando la vostra mente” * La teologia simbolica * La bellezza cristologica * Cristo, Parola del Padre * Il mondo glorificato