
Uno dei frutti più belli che lo Spirito ha suscitato nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II è la riscoperta della Parola di Dio. Oggi sono sempre più numerosi i cristiani che desiderano accostarsi a questa "sorgente d'acqua viva". Il volume contiene tre contributi essenziali per capire la "lectio divina": la Lettera sulla vita contemplativa di Guigo II certosino, testo divenuto classico nella tradizione; una ricca bibliografia la quale, senza pretendere di essere completa, dà però una panoramica su quanto di valido è stato scritto intorno a questo argomento; uno studio che presenta una sintesi dei vari studi sul tema e riflette sul come si possa attuare oggi.
Evagrio Pontico (345 ca.- 399) è un padre spirituale e di questo occorre tenerne conto. Della copiosa dottrina di Evagrio il volume presenta un aspetto spirituale che sembra tuttora attuale: la presentazione dell'accidia. Di questo vizio altri ne hanno parlato, ma una specifica "teoria" dell'accidia si trova però solo in Evagrio stesso e dopo di lui tutti, più o meno abilmente, ne fanno la parafrasi. L'intento dell'autore non è di tracciare una descrizione storica esauriente del fenomeno "Akèdia", ma di rendere nota una dottrina spirituale molto precisa che può ancora essere utile all'uomo moderno. In questo saggio l'attenzione è rivolta ai soli scritti di Evagrio. Tanto più che lui non ci dà mai un sapere puramente libresco, da erudito, ma attinge sempre al proprio vissuto, e anche l'accidia, come egli ammette, fa parte della sua esperienza personale.
La Russia degli starcy rivive in questo volume che ci introduce nella conoscenza del santo monaco Amvrosij Grenkov la cui vita, trascorsa nel monastero di Optina Pustin’, ci fa conoscere il mondo spirituale del suo monachesimo.
Il volume ha peso e formato serioso e grande; quasi possa essere destinato appunto a servizio di testo di preghiera liturgica. I suoi 50 salmi sono infatti meditazione e poesia insieme; come del resto lo sono molti salmi biblici e liturgici. Non una sfida al Salterio biblico, ma una sua esemplare continuazione. Lirismo accentuato; ma anche adesione intensa alla storia. Meditazione ma insieme adorazione, glorificazione di Dio, invocazione. Addirittura, queste, paiono risultare quasi intrise dentro le stesse mura dell'abbazia; a rendere totalmente comunitario e infinito il cantico orante, ed anche in dimensioni di ampiezza cosmica. Come a dire che non basta pregare; bisogna "diventare preghiera".
Nel IV secolo, il retore Procopio di Gaza (465-530 ca.) diede inizio a un genere nuovo di letteratura patristica che chiamiamo oggi catene. Se gli interi codici contenenti i testi dei più noti Padri e scrittori ecclesiastici non erano a portata di tutti, anche per motivi economici, era tuttavia possibile offrire i testi scritturistici corredandoli di un commento antologico formato da piccoli o lunghi estratti di commenti di diversi Padri, copiati dai redattori in modo ordinato accanto o sotto a ciascun versetto biblico. Ne risultò un genere nuovo di esegesi, un genere "corale", dove la voce di grandi autori offriva una valida interpretazione per ogni versetto dei singoli libri della Scrittura. La "Catena palestinese", è un testo di primaria importanza perché raccoglie estratti di quanto resta degli antichi commenti sui salmi, in massima parte andati perduti.
Il volume è un'antologia tardobizantina di detti e novelle edificanti. Compilato in ambiente monastico, con lo scopo di edificare religiosi e religiose e, più in generale, per l'utilità di ogni buon cristiano, ciò che distingue il Neon Miterikon è il suo contenuto "femminile" perché sono donne, prevalentemente, le protagoniste o le comprimarie degli ottantadue brani che lo compongono. Esse offrono all'ammirazione del lettore parole ed azioni virtuose; ma non meno significative sono le vicende che provano la fede di spose e madri di famiglia interpreti di un'umanità contraddittoria e, perciò, paradigmatica. Il presente volume offre la versione italiana, preceduta da uno studio che ripercorre le fasi di evoluzione del primo monachesimo bizantino e traccia alcuni aspetti salienti della spiritualità e dell'ascetismo cristiano orientale dei primi secoli.
San Pier Damiani è arrivato a comprendere in profondità la bellezza della vita solitaria, e se ne è talmente innamorato che vorrebbe, proprio come Romualdo di Ravenna, "trasformare il mondo cristiano in eremo", e vedere coloro che vanno alla ricerca di Dio, già conquistati alla vita angelica nei monasteri, andare fino in fondo alla loro speranza.
Questo spiega come mai Pier Damiani abbia scritto molto in lode alla vita solitaria, e l'abbia fatto mirabilmente, con grande competenza e con quella intelligenza del cuore che vede al di là delle forme e che indovina la presenza dello Spirito Santo.
Il volumetto qui presentato contiene brevi riflessioni suscitate nell'Autrice dalla visione della cripta dell'abbazia di Marienberg. Qui gli affreschi medievali durante la liturgia che i monaci vi celebrano riprendono tutto il loro autentico significato, che nelle sue dimensioni più profonde sfugge ad un'analisi puramente storico-artistica per divenire una glorificazione di Dio e rispecchiare l'armonia nascosta della storia della salvezza. L'autrice ci fa scoprire tutta una rete di simbolismi nei suoi particolari soprattutto a partire dalle opere di Ildegarde di Bingen e da altri testi contemporanei. Tuttavia il significato degli affreschi è semplice: essi esprimono il mistero della Salvezza in cui Dio, all'interno del suo disegno di amore chiama gli uomini alla familiarità con lui, a divenire compagni degli angeli "pronti alla voce della sua Parola" (Sal 102,20).
La biografia del beato Paolo Giustiniani scritta da J. Leclercq non è un romanzo, ma del romanzo ha tutto il fascino. Questa biografia ripercorre l'itinerario di un patrizio veneziano vissuto tra XV e XVI secolo, che abbandona la sua patria, le sue ricchezze, la sua illustre casata per cercare nella solitudine non più il "Dio dei filosofi" che aveva studiato nell'Università di Padova, ma quello biblico della "sua giovinezza". Incontrandolo non lo lascerà più in mezzo alle più diverse traversie e contrarietà, fino alla morte di peste sul monte Soratte. Nella presente edizione il testo del Leclercq viene ripresentato nella sua originalità; si è inoltre provveduto ad aggiornare la bibliografia dando un regesto completo della letteratura giustinianea.
Diverse sono le componenti che sostanziano questo nuovo Salterio del 2000 di Norberto Villa, Abate di Praglia, già intuibili dal titolo stesso: "Chi mette al mondo le gocce di rugiada?" (Gb 38,28b). Citato nella nota iniziale dell'autore, il riferimento è al viaggio compiuto dall'abate in Bangladesh (alla casa dipendente dall'Abbazia di Praglia) in un paesaggio grondante di colori, e all'incontro con Shishir, "Goccia di rugiada", nome bengalese di uno dei tre monaci benedettini. Elementi biblici e teologici, l'esperienza del viaggio nella riscoperta di un progetto umano e divino, nella rivalutazione del creato come colore-bellezza-vita si fondono in un colloquio intimo del poeta con Dio, gridato o sussurrato, sofferto o gioioso registrato nello schema aperto dei salmi.
Paolo VI si trovava ad essere capo della Chiesa in un'epoca in cui molte cose venivano rimesse in questione; in un'epoca in cui presso monaci e altri poteva introdursi una certa confusione tra diversi carismi, diverse tradizioni, differenti modi di rispondere alle incalzanti necessità dell'immediato. Era dunque importante che i fondamenti dottrinali di tutto il rinnovamento monastico venissero riaffermati con insistenza e in modo talvolta pressante. Paolo VI non scrisse - né era suo compito farlo - un trattato De monachatu.
Tuttavia dall'insieme di ciò che egli disse sarebbe possibile ricavarne uno il cui titolo potrebbe senza dubbio esprimersi pienamente così: De monachatu in Ecclesia Christi. Ciò che egli proponeva è, in realtà e soprattutto, una ecclesiologia del monachesimo.
La Vita copta di Pacomio costituisce l’eco fedele del monachesimo fiorito nel IV sec. in Egitto, nel profondo Sud, nella Tebaide, caratterizzato dal cenobitismo, cioè dalla vita fraterna ben organizzata sotto un superiore e secondo una disciplina comune. Questa seconda edizione si presenta riveduta nell'introduzione e con un'abbondante bibliografia pacomiana che rende il testo più completo e aggiornato.