
Il libro presenta la spiritualità del Cuore trafitto di Gesù con una teologia elevata e al tempo stesso, un notevole afflato spirituale, attingendo ad un ricco retroterra biblico. Il volume si sofferma anche sull'Eucaristia compresa come Cuore che irriga il volto della Chiesa. I capitoli conclusivi trattano della Chiesa, di Maria e del Paradiso: il Cuore del Maestro fa nascere la comunità dei credenti, ci dona come Madre, Maestra e Regina la Beata Vergine ed è anticipo della gloria del Cielo.
Michele Giuseppe D’Agostino è nato a Esslingen am Neckar (Germania Federale) il 3 marzo 1970 da una famiglia di italiani. Dopo i regolari studi medi svolti in Germania, nel 1986 è entrato nella Società San Paolo a Vicenza dove ha frequentato, presso il Seminario vescovile, i corsi liceali ottenendo nel 1991 il diploma di maturità classica. Nel 1992 ha emesso la prima professione religiosa. È stato ordinato sacerdote nel 2000. Ha compiuto gli studi di Filosofia e Teologia nelle Pontificie Università Gregoriana (Roma) e Comillas (Madrid) conseguendo in entrambe le discipline il baccalaureato. Nel 2005 ha conseguito presso la Gregoriana il dottorato in Storia Ecclesiastica con una tesi sul primato della Sede di Roma in Leone IX (1049-1054), pubblicata presso le Edizioni San Paolo (2008). Presso le medesime Edizioni ha curato il volumetto dal titolo “Nel cuore di Gesù. Pregare con le litanie” (2006). Dal 2004 al 2005 ha ricoperto l’incarico di responsabile del Centro Culturale San Paolo di Cinisello Balsamo (Milano). Attualmente svolge il proprio ministero apostolico nel campo redazionale ed è impegnato nella ricerca storiografica per la propria Congregazione in Italia.
Recensione
Riproporre oggi, in un contesto secolarizzato, i misteri del Sacro Cuore, non nelle logiche separate e riduttive di una devozione a sé stante, ma in posizione di centralità rispetto alla vita del cristiano. Con questo obiettivo il lettore viene accompagnato in un viaggio che dalla dimensione antropologica attraversa quella liturgica, associando la contemplazione cosmica all’impegno storico, nell’apertura alla prospettiva escatologica.
Luciano Benoni Mazzoni
dirigente e consulente in etica d’impresa, è impegnato in ambito ecclesiale, ecumenico ed interreligioso e ha studiato scienze antropologiche e teologiche presso l’Università di Bologna, la Pontificia Università della Santa Croce, l’Università di Urbino.
Ha curato varie pubblicazioni, tra cui “Un Alleluya in eredità”, “La soglia", "Dialoghi sul frammento”, “Liturgia cosmica” e, insieme alla moglie, “Parola di saggezza” (commento ai vangeli domenicali-anno A).
Pubblicista, è vicedirettore della Rivista “Un futuro per l’uomo” e vicepresidente dell’Associazione italiana Teilhard de Chardin.
Uno strumento per gli animatori dell'Apostolato della Preghiera. Nato alcuni anni fa da una raccolta di discorsi tenuti dall'allora presidente del Consiglio Nazionale AdP Ernesto Pozzi, questo libretto vuole essere uno stimolo ed un aiuto per i responsabili e gli animatori dell'Apostolato della Preghiera.
Il libro risponde a delle richieste che ci sono state fatte di condividere qualcosa dei vissuti meditativi delle persone che praticano la meditazione cristiana. La meditazione è infatti un modo di essere, di relazionarsi, di operare e di vivere a partire dal luogo profondo della persona umana, dal cuore, là dove Dio-Amore abita e trasforma chi di Lui si fida e con Lui collabora.
Per chi è questo libro? Per chi è questo libro? Per chiunque sente il desiderio:
- di avvicinarsi alla pratica meditativa cristiana per farne un suo metodo e stile di vita, qualora si senta chiamato a questo impegno di crescita;
- di intraprendere un viaggio interiore di silenzio e di permanente trasformazione secondo il progetto originale della creazione contenuto nella divina Rivelazione
- di avanzare in una vita unificata dalla divina-umanità di Cristo Signore per la propria e altrui piena realizzazione.
Marisa Bisi, pedagogista, fa parte della Congregazione delle Figlie della Croce. Impegnata da vari anni nella formazione di religiose e laici, ha particolare cura per l’integrazione tra vita spirituale e condizione esistenziale della persona, valorizzando gli apporti della tradizione teologico-spirituale e della ricerca pedagogica e antropologica. Collabora con il Centro di formazione della meditazione cristiana, promosso dall’Apostolato della Preghiera di Roma, per la formazione di catechisti e adulti. Presso le Edizioni AdP ha già pubblicato: La preghiera dell’offerta della giornata, Pregare il Padre nostro, Contemplare le icone, Formazione all’interiorità e alla consapevolezza, Meditazione profonda e trasformazione personale, La bellezza via di salvezza, I dieci comandamenti, e in collaborazione con M. Taggi, L’arte del Dialogo.
P. Max Taggi è nato a Livorno. Dopo gli studi secondari nel locale istituto dei Gesuiti, è entrato nella Compagnia di Gesù dove ha percorso l’itinerario di formazione a Roma e nel Galles del Nord. È stato, fra l’altro, cappellano dei funzionari delle Comunità Europee (l’attuale UE) a Bruxelles. Ha lavorato per molti anni nell’animazione comunitaria a livello internazionale, animando corsi di Costruzione della comunità e facilitando processi di Programmazione pastorale per congregazioni religiose ed altri organismi ecclesiali e laici. Accompagna persone e gruppi nell’EVO (Esercizi spirituali ignaziani nella vita ordinaria) ed in altri percorsi formativi.
Se cerchiamo modelli per la nostra preghiera, non possiamo certamente trovarne uno più perfetto di Gesù stesso. La preghiera cristiana deve essere la preghiera del Cristo in noi e, perché possa esserlo, dobbiamo contemplare a lungo Gesù in preghiera, in modo da poter assumere gli stessi atteggiamenti davanti al Padre celeste e avere in noi «gli stessi sentimenti che furono di Cristo Gesù» (Fil 2,5). In questo scritto il card. Albert Vanhoye ci presenta la preghiera di Gesù nel periodo della sua vita pubblica e, in particolare, nell’istituzione dell’Eucaristia.
Se, dopo aver letto le lettere di san Paolo, passiamo alla Lettera agli Ebrei, avvertiamo subito un grande cambiamento di stile. Lo stile di san Paolo è vivo, diretto, molto personale e spesso impulsivo, mentre l’autore della Lettera agli Ebrei non parla di se stesso, non esprime le proprie reazioni, scompare dietro la sua opera, tutta tesa a esprimere bene la dottrina e a incoraggiare i fedeli nella loro vita cristiana. La stessa differenza la si nota a proposito della preghiera: san Paolo comincia le sue lettere con una preghiera di rendimento di grazie o di lode, mentre l’autore della Lettera agli Ebrei non fa mai allusione alla sua preghiera personale.
L’affermazione audace di san Paolo: «Voi siete Corpo di Cristo» (1Cor 12,27), è di una profondità straordinaria. Essa è in stretto rapporto con il mistero pasquale di Cristo, che rappresenta la vittoria completa del suo amore su tutte le forze del male e della morte. Poiché noi siamo Corpo di Cristo, siamo pervasi dall’amore e chiamati a vivere questo amore nella nostra vita concreta.
Il card. Albert Vanhoye, gesuita francese, dottore in scienza biblica, è professore emerito di esegesi del Nuovo Testamento al Pontificio Istituto Biblico di Roma, dove ha insegnato sin dal 1963. È stato a lungo membro della Pontificia Commissione Biblica (1984-2001) e ne ha diretto i lavori dal 1990 al 2001. Ha pubblicato numerosi articoli e libri di esegesi scientifica, nonché di spiritualità. Nelle edizioni dell’Apostolato della Preghiera ha pubblicato: Le letture bibliche delle domeniche (3 voll. – anni A, B, C –, 2003, 2004, 2005); Mistero di Cristo e vita del cristiano (2004); Vivere nella nuova alleanza (2a ed., 1966); Messa, vita offerta (2007); Accogliere l’amore che viene da Dio (2008); e nel 2009 una serie di opuscoli: Gesù modello di preghiera; La preghiera di Gesù nella Lettera agli Ebrei; Il mistero del Natale; La spiritualità sacerdotale dell’Eucaristia; Il cuore sacerdotale di Gesù; Voi siete corpo di Cristo.
L’Eucaristia è il sacramento dell’amore che si fa dono ed è la sintesi di tutto il bene che c’è nella Chiesa. Non si finirà mai di comprendere il mistero eucaristico perché riassume tutto ciò che Dio ha fatto e continua a fare per la salvezza del mondo. Il Padre dona il Figlio, il Figlio si dona secondo la volontà del Padre e l’Eucaristia è il sacramento di questo dono dato alla Chiesa che riceve con gratitudine e corrisponde con generosità perché dona se stessa a Cristo per la gloria del Padre e per la salvezza dell’umanità. Ogni cristiano che riceve l’Eucaristia è chiamato a entrare in questa dinamica del dono: accogliere il dono dell’amore di Cristo e diventare come Lui dono a Dio e ai fratelli.
Quando sentiamo parlare di devozione al Cuore di Gesù, ci viene spontaneamente in mente S. Margherita Maria e le straordinarie rivelazioni da lei ricevute nel XVII secolo. Ma la devozione al Cuore di Gesù è molto più antica e nacque già durante la vita terrena di Gesù, nel piccolo gruppo dei dodici apostoli del Signore. Forse non tutti sanno che il primo devoto al Cuore di Gesù fu S. Giovanni apostolo, che durante l'ultima cena reclinò il capo sul petto del Signore, e riuscì a percepire i battiti del Cuore divino di Gesù. Un altro aspetto poco conosciuto è come sia avvenuto il collegamento fra la devozione al Cuore di Gesù, che risale alle origini della Chiesa, e l'Apostolato della Preghiera, che nacque solo nel 1844. Maria e Luigi Poy, autori di questo testo, hanno studiato e confrontato con amore e attenzione diversi scritti riguardanti le origini e la storia della devozione al Cuore di Gesù, e mettono a disposizione dei lettori il risultato delle loro ricerche.
Il cammino dell’amore. Sarebbe triste non conoscerlo e non incontrarlo, questo Amore. Sarebbe il fallimento più disastroso. Noi infatti esistiamo proprio per incontrarlo, per camminare con lui nelle vie del mondo, per vivere poi con lui nell’eternità felice. Ecco alcune proposte, alcune indicazioni che possono aiutare.
Negli esercizi spirituali itineranti, che siamo soliti fare nella Terra del Santo, abbiamo scelto di recarci a Betlemme nel pomeriggio della giornata, nella quale al mattino abbiamo celebrato l’Eucaristia presso il sepolcro vuoto del Santo, nella Basilica dell’Anastasi (= la Risurrezione), a Gerusalemme. Solamente alla luce del Risorto, e dei teli e del sudario lasciati nella tomba di Gesù (Gv 20,6-7), prendono tutto il loro senso – per il discepolo che vede e crede (Gv 20,8) – le fasce nelle quali Maria aveva avvolto il suo bambino appena nato, prima di porlo nella mangiatoia (Lc 2,6-7).
Francesco Rossi de Gasperis, gesuita, fa parte della comunità del Pontificio Istituto Biblico di Gerusalemme, dove si interessa specialmente alle radici ebraiche della fede cristiana e alla teologia cristiana di Israele, e tiene corsi presso il Centro “Ecce Homo” e l’Istituto “Ratisbonne”. Dopo un primo periodo di vita missionaria in Giappone, ha partecipato per diversi anni alla pastorale della Cappella Universitaria di Roma. Dal 1966 è professore di teologia biblica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Si è inoltre occupato di “lectio divina” in diversi paesi di Europa, Asia, Africa e nelle Americhe. Dal 1984 dirige un corso di due mesi di formazione permanente per gesuiti italiani a Gerusalemme. Il presente volume raccoglie le meditazioni proposte, negli ultimi anni, a conclusione di questo corso. In questa stessa collana ha pubblicato recentemente "E videro la sua gloria (Lc 9,32)". Una scuola della fede secondo la liturgia dell’anno C.
Forza originaria che attraversa il nostro essere, l’affettività anima dalle radici tutte le nostre azioni e i nostri pensieri, caratterizzando con emozioni e sentimenti l’esperienza personale. Questo libro è un sussidio per la formazione al sano sviluppo della propria affettività, basato sulla comprensione di aspetti di base del vissuto personale, con l’apporto della luce che la fede cristiana proietta sull’esperienza. Articolato in due parti, illustra, tra l’altro, alcuni aspetti dell’amore di Dio, le fondamentali relazioni della persona, le fasi dell’evoluzione affettiva, il processo di trasformazione del cuore, l’aiuto fornito da risorse umane e spirituali, il significato dell’Eucaristia quale fonte e culmine dell’amore.