
Vale la pena insegnare la filosofia a scuola? Sulla base di quali ragioni? Spesso si ritiene che non sia necessario rispondere a queste domande, dando per scontato che la filosofia vada insegnata agli studenti che frequentano gli ultimi tre anni dei licei. Nel momento in cui la didattica della filosofia è chiamata a rinnovarsi, viene qui proposto agli insegnanti, ai formatori e agli studenti un itinerario per ripensare la presenza della filosofia nei piani di studio secondari e, allo stesso tempo, per impostare una innovativa pratica di insegnamento.
Nato in Germania, sviluppatosi per gemmazione dalla oscura biografia di un personaggio storico alla quale si sono sovrapposte saghe popolari e leggende, dalla Riforma luterana alla Seconda guerra mondiale, fino all'epoca della multimedialità, il mito di Faust attraversa la storia della cultura occidentale. La disperata ricerca del piacere, della conoscenza assoluta, di ciò che per l'uomo è inattingibile mediante un patto con le potenze oscure ha trovato nelle diverse discipline artistiche forme e modi di espressione peculiari della modernità e della postmodernità. Il volume ne ripercorre le tappe fondamentali sulla base dei temi chiave del mito faustiano e della rappresentazione che ne hanno dato grandi scrittori, musicisti e registi da Goethe a Thomas Mann, a Gounod, Murnau e Sokurov.
Che cosa si intende esattamente con il termine "intertestualità", da tempo al centro del dibattito degli studi di teoria della letteratura e delle letterature comparate? Come avviene il richiamo da un testo all'altro? Perché e in che modo gli autori si citano, più o meno esplicitamente? Può da una singola opera nascere un genere letterario? Attraverso una serie di esemplificazioni testuali, il libro chiarisce tale concetto e alcuni dei suoi principali sviluppi e delle sue elaborazioni teoriche.
Negli ultimi decenni, la psicologia dell'educazione ha visto un interessante sviluppo sia a livello teorico, sia sul piano applicativo. Il volume, partendo da una rivisitazione di temi e approcci tradizionali, offre un resoconto ampio e sistematizzato delle più recenti concettualizzazioni e delle varie interconnessioni con discipline attigue, delineando così anche possibili sviluppi della ricerca nel settore. L'articolazione del testo in tre parti una teorica, una metodologica e una relativa agli sviluppi futuri della disciplina - lo rende adatto sia per corsi di laurea di base e specialistici, sia per chiunque si occupi di processi di apprendimento/insegnamento in contesti scolastici, formativi, professionali ed informali.
Chi ascolta la radio? Come è cambiato il suo pubblico? Perché tutte le emittenti trasmettono Adele? Che cosa significa fare la radio ai tempi di Facebook? Nel rispondere a queste domande, il volume disegna una mappa del paesaggio radiofonico italiano nell'epoca della società in rete, avvalendosi di 1146 ore di radio analizzate nel dettaglio, dai formati dell'informazione a quelli dell'intrattenimento musicale pop e classico. Viene così offerta una panoramica del presente e del futuro prossimo della radiofonia italiana che prende in esame i generi attuali, lo stato di salute del mercato pubblico e privato, la radiofonia comunitaria e quella delle università, il cambiamento del valore dell'audience, l'incrocio con i social media, le nuove tecnologie digitali all'orizzonte, il futuro degli archivi sonori storici, i nuovi servizi di distribuzione della musica che stanno scalzando il primato della radio come medium musicale. Gli autori, studiosi e professionisti della radio, ci restituiscono l'immagine di un mezzo nel guado tra l'epoca del broadcasting e quella del networking.
Il mondo in cui nasciamo, l'ambiente in cui viviamo, lo sfondo del nostro agire. Volenti o nolenti siamo sempre inseriti in uno spazio. Uno spazio che comunica, elabora azioni, suscita passioni. E dice molto sulla società, sui soggetti che lo vivono. I luoghi parlano e raccontano la nostra cultura. Ma sono anche qualcosa di cui si parla: nei media, nel turismo, nei dibattiti cittadini, nelle pubblicità, nei film. Diretto a tutti coloro che per motivi di studio, di lavoro o di semplice curiosità sono interessati a conoscere gli strumenti e i modelli che la semiotica utilizza per analizzare luoghi, progetti, percorsi, il volume mostra attraverso esempi variegati come il senso dello spazio si costruisca nelle continue negoziazioni tra gli attori sociali, nelle relazioni tra pratiche, oggetti e soggetti, nei sommovimenti e nelle trasformazioni che ogni ambiente sperimenta. È considerando la dialettica tra spazio dato e spazio vissuto, tra luoghi che parlano e luoghi di cui si parla, tra organizzazioni significanti e corpi semoventi che si possono cogliere il significato e il valore della spazialità.
Due straordinarie vicende hanno interessato la lingua italiana negli ultimi decenni: da una parte un fervore teorico-descrittivo che ha prodotto una serie di opere di altissimo livello; dall'altra un dibattito intenso e appassionato sull'insegnamento dell'italiano, prima come lingua materna, poi anche come lingua seconda. Nelle figure di alcuni grandi protagonisti - studiosi che hanno saputo coniugare la passione per la ricerca con l'impegno per promuovere un rinnovamento radicale nei contenuti e nei metodi della pedagogia linguistica tradizionale - i due campi disciplinari hanno trovato una sintesi feconda. Il volume descrive questa storia complessa e, interpretando i bisogni conoscitivi di coloro che insegnano l'italiano o che si preparano ad insegnarlo, fornisce le informazioni di base oggi indispensabili per confrontarsi col mondo della ricerca linguistica e didattica.
Un omaggio al genio e alla creatività degli italiani, ma soprattutto un'occasione unica per ripercorrere un secolo e mezzo di campagne pubblicitarie create e diffuse nel nostro paese. Dal lontano 1863, quando il farmacista Attilio Manzoni ebbe l'idea di fondare la prima concessionaria italiana di spazi pubblicitari - A. Manzoni & C. -, fino agli esempi più recenti. Una storia, quella della pubblicità italiana, che s'intreccia inevitabilmente con l'evoluzione dei costumi, del gusto e delle correnti artistiche del momento e che Vanni Codeluppi ricostruisce in questo libro - da leggere e da sfogliare - attraverso oltre cento immagini interamente a colori.
Come alcune intuizioni classiche anticipano, fra senso del limite, libertà e legittimazione di comportamenti individuali e collettivi c'è un rapporto stringente. Ciò conduce a ritenere che il vero ostacolo alla realizzazione del mondo comune risiede nell'interdizione progressiva della cultura del limite dai contesti di vita. Nello scenario odierno la questione è di ampia portata e si presenta con forme contraddittorie. Processi di globalizzazione e tendenze tardomoderne da una parte vanno nella direzione dell'illimitato e dall'altra procedono a ristabilire quei confini che dichiarano di voler abbattere, attraverso canalizzazioni che alimentano vie di fuga, nuovi eccessi ma anche miopie verso il problema. In un'epoca che ha voluto circoscrivere la socialità in perimetri funzionali alla gestione della complessità sociale, l'umanità rischia infatti non solo lo smarrimento del senso del limite ma anche una deriva delle proprie capacità critiche. Partendo da queste considerazioni, il volume intende recuperare il significato sociologico del limite attraverso le interpretazioni che più esplicitamente lo hanno introdotto per cogliere gli aspetti più controversi della modernità e ancor più di alcune sue declinazioni. Può essere questa una strada per riconsegnare alla sociologia l'impiego di concetti e semantiche utili ad analizzare criticamente il mondo in cui viviamo.
Oggi più che mai la comunicazione è un tema di grande attualità. I suoi processi, infatti, incidono profondamente sulla nostra vita e la modificano in modo radicale: per rendersene conto basta accendere la televisione, aprire un giornale, collegarsi a internet. Oggi più che mai, tuttavia, l'agire comunicativo richiede di essere definito, regolato, orientato. Bisogna far emergere i criteri in base ai quali sia chi comunica sia chi fruisce della comunicazione compie determinate scelte. Il volume intende chiarire che cosa significa comunicare bene e motivare all'assunzione, in ambito comunicativo, di alcune scelte piuttosto che di altre. In altre parole, esamina come e perché comunicare, e soprattutto come e perché comunicare bene. Ne risulta un libro non solo per gli addetti ai lavori - giornalisti, comunicatori, web editor -, ma per chiunque, in vario modo, è coinvolto nei processi comunicativi e si interroga sui loro scopi, condizioni e conseguenze.
Che cos'è una frase? Che cos'è un testo? Quanti tipi di frasi e di testi esistono? Come si collegano tra loro? Le regole della grammatica sono ferree oppure lasciano un certo margine di libertà? Quali effetti producono le nostre scelte per quanto riguarda la comunicazione? Il volume - in questa seconda edizione arricchito da una serie di esercizi con relativi commenti e soluzioni - esamina le combinazioni di più parole in una frase, di più frasi in una porzione di testo, e delle parti del testo nel loro insieme. L'andamento sintattico del discorso, insieme alla punteggiatura nello scritto e all'intonazione nel parlato, è essenziale per determinare la natura della comunicazione verbale, che viene illustrata attraverso esempi tratti da quotidiani, riviste, saggi ed elaborati scritti.
La semiotica è considerata generalmente una disciplina complicata. La sua terminologia è fatta di neologismi apparentemente astrusi dietro i quali vi sono spesso concetti semplici, legati a operazioni comuni, quotidiane, come il costante impegno dell'essere umano a dare un senso a ciò che lo circonda. I suoi concetti principali, se spiegati con chiarezza, sono quindi tutt'altro che difficili. Il testo, ricchissimo di esempi concreti, nato dall'esperienza di insegnamento più che ventennale dell'autrice, ha lo scopo di introdurre agli assunti di base della semiotica, rimandando a successivi approfondimenti gli aspetti tecnici e filosofici più complessi della disciplina.

