
Il colloquio clinico è un incontro rappresentato da andamento e modalità di conduzione in assoluto singolari: pur essendoci in parte una standardizzazione delle condotte e delle accortezze tecniche, tale momento viene vissuto in forma personalizzata, non solo in riferimento al tipo di problema del paziente, ma anche in base alla personalità e alle caratteristiche professionali del conduttore. La relazione dinamica che si stabilisce tra i partecipanti non solo rende efficace e terapeutico lo strumento, ma ne detta le modalità operative e le condizioni di sviluppo. Gli autori forniscono al lettore una panoramica sul colloquio, sulle sue dinamiche e sulle sue strategie, focalizzando l'attenzione sull'infanzia e l'adolescenza.
Recentemente si sono moltiplicate in molti paesi europei le esperienze di progettazione e di pianificazione territoriale che promuovono una più o meno ampia partecipazione dei cittadini. A partire da tali pratiche, questo libro propone una riflessione tanto sui significati che la partecipazione assume, o può assumere, quanto sulle modalità concrete con cui si attua e sugli strumenti che utilizza.
La nuova partecipazione femminile al mercato del lavoro, l'aumento della disoccupazione e dell'instabilità lavorativa, l'invecchiamento della popolazione e i nuovi modi di "fare" famiglia hanno modificato l'insieme dei bisogni e messo in crisi gli attuali assetti di welfare state. Di fronte a questi cambiamenti quali sono state le risposte di policy? Quali sistemi di cura per l'infanzia e per gli anziani fragili o non-autosufficienti sono stati attivati? Partendo dal confronto delle politiche sociali di sei paesi rappresentativi dei diversi regimi di welfare, il volume risponde a questi interrogativi centrando la sua analisi sui più recenti cambiamenti di policy e sulle diverse soluzioni proposte.
Il volume è un'introduzione ai principali problemi della critica testuale applicata agli scrittori italiani, una "guida all'uso" concisa ma corredata di esempi e approfondimenti. Rivolta soprattutto ai giovani lettori, l'opera prospetta un avvicinamento al testo letterario in quanto oggetto storicamente determinato, a partire dalle modalità della sua produzione materiale e trasmissione, secondo un'ottica che, affrancandosi dal "filologismo", si propone a pieno titolo come interpretazione storica del testo.
Il libro si interroga sul ruolo dell'educazione in un mondo sempre più molteplice e sempre più interdipendente e "globale". Di qui l'attualità degli antichi: dell'idea aristotelica di "cittadinanza", ma soprattutto della "critica" socratica e dell'ideale stoico del "cosmopolitismo". Tale, dunque, l'educazione liberale a cui si pensa: un'educazione che è volta a liberare la mente e lo sguardo da ogni pregiudizio che impedisca di "coltivare l'umanità" in tutte le sue forme. Questo libro mostra come questi ideali possano oggi vivere nella cura per la storia delle minoranze, nell'interesse per le culture non occidentali, negli studi sulla sessualità e le differenze di genere.
Ironicamente, in un ipotetico dialogo con il poeta, Luciano descriveva Omero come un babilonese, vedente, autore dell'Iliade e dell'Odissea nella loro interezza ed in questa successione. Sebbene bizzarro, si tratta di uno scenario possibile, in quanto per accostarsi al mondo di Omero esistono domande alle quali, allo stato attuale delle nostre conoscenze, non è possibile rispondere, se non in via speculativa e provvisoria. Consapevole di questi limiti, l'autore ha illustrato con questo suo volume quanto potrebbe essere verosimile, probabile, sensatamente ricostruibile, partendo dalla protostoria dei poemi omerici, facendo l'esegesi del testo e ricostruendo la filologia omerica dall'antichità al Medioevo bizantino.
Il volume raccoglie alcuni saggi dell'autore sul cinema, materiali diversi tra loro perché il suo rapporto con il grande schermo è sempre stato intenso ma ha subito le curve di attenzione e i vuoti di una ricerca mediologica che sin dall'inizio ha tentato di spingersi oltre una storia o estetica o sociologica del cinema. Minimo comune denominatore che li lega è il transito dalla dimensione analogica alla dimensione digitale, un nodo che consente di rileggere per intero ogni scienza del linguaggio filmico e cinematografico.
L'affermazione planetaria del monopolio angloamericano sembra invitare alla reazione di tipo anticoloniale o antiglobale, alla restaurazione di una primitiva ecologia dei rapporti umani fondata sui sentimenti di appartenenza e diversità. Abitare la provincia di un enorme impero non aiuta a sentirsi cittadini del mondo. I protagonisti di questo libro sono dieci nuclei generativi dell'immaginario nazionale: cucina, moda, opera lirica, cinema, televisione, politica, burocrazia, sport, letteratura per l'infanzia, religione. L'attenzione si rivolge soprattutto alla lingua di una schiera di mediatori culturali che hanno concorso a fornire agli italiani le coordinate per un progetto di destino comune.
Molte parti del nostro corpo "parlano" lingue in parte simili e in parte diverse dalle "lingue di parole". La ricerca sulla comunicazione deve dunque porsi due obbiettivi. Da un lato fare ciò che da più di duemila anni i linguisti fanno per le lingue di parole, cioè individuare il lessico e la grammatica dei vari sistemi di comunicazione usati dal corpo umano. Dall'altro spiegare come questi sistemi di comunicazione interagiscono in ogni nostro atto comunicativo cioè trovare le regole di una "inter-grammatica" comunicativa: le regole dell'interazione fra strumenti comunicativi. Il libro mostra come è possibile condurre con successo questa ricerca, e ne presenta i vari risultati.
Il volume si propone di offrire una chiave di lettura che consenta di far emergere gli aspetti dell'ambiente e del territorio nell'evoluzione storica e in fonti documentarie di diverso tipo. Le trasformazioni intervenute nel tessuto urbano vengono "intercettate" anche attraverso fonti letterarie, fotocartografiche, cinematografiche. A conclusione si indagano le prospettive future di una città che, con l'attuazione del nuovo Piano regolatore generale, si sta adeguando ai canoni della sostenibilità ambientale e va verso un alleggerimento delle sue funzioni di capitale.
Nella riflessione sociologica da sempre è presente un'attenzione particolare all'educazione e quindi a tutti quei processi e alle istituzioni, come le scuola, che rendono possibile lo sviluppo della socialità e della capacità di "stare in società". La sociologia dell'educazione è il campo specialistico che studia il rapporto tra educazione e società così come processi, contesti, soggetti dell'educazione e della formazione. Il libro offre una panoramica dello sviluppo di questa disciplina che tratta temi e aspetti importanti come la socializzazione, la formazione dell'identità, la questione dell'uguaglianza delle opportunità educative. Inoltre, si presta attenzione alla ricerca in educazione, mostrando il consolidamento di metodi e strumenti.
Il volume compie una rapida carrellata sui tribunali ecclesiastici, ponendo al centro l'inquisizione di fede, ma esaminando anche altre forme di giustizia penale "spirituale": quella di "foro interno" (la confessione sacra-mentale) e quella di "foro esterno" (i tribunali episcopali). La vicenda ha inizio coi tribunali dei vescovi d'età tardo-antica e con la giustizia volontaria dei monaci alto-medievali; il Basso Medioevo vede la persecuzione degli eretici passare dai vescovi ai frati, nuovi delegati papali. L'apparato cattolico è poi messo a confronto con ciò che ne conserva e ne sopprime la Riforma protestante, nei Concistori luterani e calvinisti.

