
Viviamo in una società globalizzata che costantemente cambia e si evolve. Questi cambiamenti sono spesso il risultato di negoziazioni internazionali che dovrebbero essere in grado di condurre alla costruzione di soluzioni positive e di processi di pace senza perdenti. In questo volume gli autori, contemperando conoscenze di psicologia/psicoterapia cognitiva e di scienze politiche, esaminano un'ampia gamma di teorie e di dati per spiegare funzioni, disfunzioni e miglioramenti possibili dei processi di negoziazione, sia in condizioni ottimali che soprattutto in condizioni avverse. Fra gli argomenti trattati: conoscenze ed emozioni nel contesto della negoziazione; caratteristiche e tratti di personalità dei negoziatori efficaci; visioni contrapposte della guerra e delle crisi internazionali; meta-comunicazione e meta-cognizione nelle relazioni di negoziazione; chiavi emotive per superare le fasi di stallo e di riluttanza alla negoziazione; elementi di un programma cognitivamente orientato per la formazione dei negoziatori; una sezione di "guida pratica" per collegare aspetti teorici e operativi. La premessa degli autori è chiara: pace e stabilità creano vincitori su tutti i lati.
"Nella storia europea la nostra civiltà si è incontrata con le altre culture in molte occasioni ed in diversi modi. In modi e occasioni che hanno consentito alla nostra società di guardare a se stessa in modo critico, dovendo trovare in se medesima le ragioni di apertura o eventualmente di esclusione mediante le quali poter rapportarsi all'altro. Negli ultimi tempi sotto l'etichetta del multiculturalismo e della multietnicità una simile riflessione si è, una volta di più, riavviata e rinnovata. Nei lavori che costituiscono questo volume queste poche parole introduttive, la riconsiderazione di questi temi tiene presente la risalente tradizione a cui si è voluto far cenno, ma cerca di aggiornarne i punti di vista e le problematiche salienti." (Dalla Prefazione di A. Bixio).
La psicologia è oggi chiamata a spiegare e comprendere la complessità di fenomeni psicologici a partire da una nuova visione dell'uomo: non più impegnato in un processo di adattamento più o meno attivo all'ambiente ma capace di auto-determinazione e di manipolazione del contesto culturale in cui vive. Pertanto, da scienza tesa a studiare fenomeni umani generalizzabili la psicologia diventa scienza che analizza fenomeni situati e contestuali, che riguardano la sfera delle funzioni psichiche superiori, specificatamente umane e condizionate dal contesto storico-culturale. Il concetto di intersoggettività emerge come cruciale nel comprendere la portata di questo tipo di psicologia e tenta di dar conto del sofisticato intreccio tra Sé, dimensione sociale e mediazione simbolica. L'obiettivo del testo è duplice: offrire una panoramica sintetica e chiara di come si è evoluto questo concetto e di come sia oggi utilizzato; fornire elementi pratici per promuovere la costruzione dell'intersoggettività in diversi contesti formativi, compresi quelli mediati dalla tecnologia. Il testo si rivolge in particolare a psicologi dell'educazione, educatori, formatori, comunicatori, filosofi, sociologi e in generale agli studiosi e operatori di qualsiasi contesto applicativo in cui sia prevista un'azione formativa e comunicativa.
Le comunità di famiglie appaiono come una forma interessante e possi-bile di coniugare l'esigenza di vivere insieme e condividere un progetto di vita comune con le irrinunciabili esigenze di libertà e di autonomia proprie della modernità. Esse, inoltre, dando vita a realtà aggregate, flessibili e agili, riescono a essere particolarmente capaci di rispondere, in un'ottica solidaristica, direttamente, senza mediazioni, a una molteplicità di bisogni propri e di coloro che incontrano. Queste famiglie mostrano che è possibile vivere secondo una distinzione direttrice che coniuga il familiare e il comunitario e consente di fare esperire anche ad altri - estranei - il codice del dono e della reciprocità. Il volume propone la prima ricerca a livello nazionale sulle comunità familiari, collocandole, dal punto di vista della riflessione sociologica, all'interno del processo di morfogenesi familiare in atto nel nostro Paese.
Un manuale che vuole accompagnare il lettore passo dopo passo sul cammino che porta a identificare, formulare ed in parte gestire iniziative che si propongono di modificare la vita delle persone e che si inseriscono in percorsi lenti, difficili e a volte dolorosi di cambiamento. Un manuale che nasce da una esperienza pluridecennale vissuta sul campo, sperimentata e continuamente rivista e messa a punto di progetti di sviluppo sia in Europa sia in paesi del Sud del Mondo centrati sui settori più disparati e con tipologie di beneficiari le più variegate. Un manuale che mette come pilastri portanti di tutte le sue componenti la sostenibilità come condizione per intervenire, il coinvolgimento dei tenitori nei percorsi in cui sono protagonisti e la centralità delle persone nei processi decisionali. Un manuale che rivisita lo strumento del Quadro Logico cercando di proporle un'interpretazione più attinente alle sfide che termini come qualità ed efficacia lanciano ai finanziatori e ai gestori di fondi pubblici e internazionali per la crescita e lo sviluppo. Partendo dai documenti ufficiali proposti dall'Unione Europea il libro presenta riflessioni e proposte di miglioramento attraverso un'abbondanza di esempi ed esperienze vissute che vogliono accompagnare il lettore a mettere in pratica ogni concetto ed ogni nozione per produrre risultati di qualità.
Questo libro propone - sotto forma di vere e proprie schede - una serie organizzata di tecniche volte a promuovere e sviluppare processi creativi, negli individui e nei gruppi. Le tecniche esposte sono tratte dal repertorio delle quattro principali artiterapie (arteterapia, danzamovimentoterapia, musicoterapia e drammaterapia). Sebbene non esauriscano la complessità delle singole discipline, tali tecniche ne riportano lo spirito e l'approccio, che vede la crescita delle potenzialità creative come uno strumento importante in area terapeutica, educativa e formativa. Professionisti e studenti delle varie artiterapie potranno trovarvi utili suggerimenti per integrare strumenti delle discipline sorelle nel proprio bagaglio professionale. Esse sono tuttavia pensate in modo da essere utilizzabili anche da operatori che non hanno una formazione specifica in tali ambiti: psicologi, psicoterapeuti, educatori, insegnanti, artisti che operano nel sociale; e, in generale, da tutti coloro che si occupano professionalmente di gruppi.
Cosa significa fare tirocinio per gli studenti che frequentano il Corso di laurea in Scienze dell'educazione? E cosa significa organizzarne e coordinarne le attività? Il tirocinio rappresenta l'occasione in cui conoscenza ed esperienza si intrecciano permettendo di indagare il rapporto tra sapere teorico e sapere pratico, rapporto che da sempre caratterizza il lavoro educativo nei diversi contesti, così come il percorso formativo e professionale di educatori ed educatrici. Pensare e fare tirocinio significa consentire agli studenti di conoscere le politiche sociali di un territorio, le strategie e gli strumenti per realizzarle; di acquisire le competenze necessarie a svolgere il proprio ruolo e a gestire le situazioni di emergenze che il lavoro educativo propone. Il volume affronta queste tematiche a partire dall'esperienza maturata all'interno delle attività di Tirocinio del Corso di laurea di Scienze dell'educazione dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca. L'intenzione è quella di dotare gli studenti di coordinate teoriche e di strumenti pratici che possano favorire spunti di riflessione in una logica di costante ridefinizione. Il testo si rivolge quindi agli studenti e alle studentesse tirocinanti, ma anche ai supervisori, ai docenti e ai referenti dei servizi, nel tentativo di individuare i presupposti per una strada comune.
Che cosa significa valutare gli interventi e i servizi sociali (sanitari, assistenziali, formativi, ecc.) in una società complessa e democratica? La valutazione è materia riservata a esperti, decisori e management oppure possono (e devono) entrare in gioco altri attori sociali (operatori e cittadini in primis)? La partecipazione può essere ridotta alla mera somministrazione di questionari di soddisfazione ai "clienti"? E questi "clienti" sono davvero "al centro", come recita la vulgata corrente? Il volume risponde in modo approfondito a questi interrogativi sulla base dell'esperienza di molti anni di studi, ricerche, consulenze, corsi e saggi. Il testo propone un ampio ventaglio di tecniche di ricerca sociale e valutativa, in un'ottica di integrazione metodologica, con un'approfondita disamina critica dell'uso e dell'abuso dei questionari, un'attenzione alle prassi dell'osservazione e della narrazione, un rilievo specifico alle tecniche di gruppo in quanto particolarmente coerenti con un'ottica partecipativa. Interrogandosi anche sulle nuove opportunità offerte alla ricerca dall'informatica e dal web.
La ricerca sulla valutazione della psicoterapia è sempre più attenta ad essere utile alla clinica, al pensiero su di essa, alla qualità del servizio erogato ai pazienti, alla formazione, alla credibilità sociale della disciplina. Le sfide che propone oggi sono: diventare una prassi legata al lavoro quotidiano, collegata alle responsabilità della presa in carica della vita di persone sofferenti; fornire dati credibili su cui esercitare pensiero condiviso e confronto; aiutare a costruire il valore, la trasparenza, l'etica e la credibilità del lavoro psicoterapeutico. Cinquant'anni di studi hanno confermato che la psicoterapia funziona, e se adeguata come rigorosità e chiarezza dei modelli operativi e della congruenza del metodo e della formazione del terapeuta alle problematiche del paziente, funziona bene. Questo volume, frutto di una significativa iniziativa comune dell'Università di Palermo e della Society for Psychotherapy Research (SPR), raccoglie i contributi di M. Lambert e R. MacKenzie. due fra i principali studiosi che nel mondo si occupano di ricerca in psicoterapia, gli interventi di noti studiosi italiani ed alcuni interventi istituzionali. Il quadro variegato che ne emerge mostra il livello di maturazione raggiunto e le differenze tra l'esperienza nord-americana e quella europea.
In questo lavoro, pubblicato al culmine della maturità intellettuale e dell'impegno in campo pedagogico, Maria Montessori analizza le caratteristiche psicologiche che contraddistinguono il periodo evolutivo che va dalla seconda infanzia all'adolescenza sino alle soglie della maturità e alla frequenza universitaria, individuando risposte educative e didattiche pertinenti con le specifiche esigenze cognitive, emozionali e sociali emergenti in queste particolari fasi evolutive. Dalle sue riflessioni emergono un quadro psicologico di grande interesse e attualità, indicazioni didattiche chiare e coerenti, nonché una proposta curricolare e organizzativa di scuola secondaria centrata su una preparazione culturale "ampia, profonda, completa", attenta alla esigenza prioritaria di fornire ai giovani condizioni concrete per la costruzione della propria identità sociale e personale. Ne emerge un modello di scuola che pone al centro dell'attenzione i bisogni dell'adolescente, un soggetto da cui dipende il futuro dell'umanità, come sottolinea l'autrice, ma che si trova ad attraversare una fase di "cambiamento radicale nella sua persona" che richiede un "cambiamento radicale nella sua educazione".
Il problema della scelta di darsi la morte è molto complesso e di larga trattazione nella storia del pensiero umano, tuttavia l'importanza del comportamento suicida è rilevabile nel fatto che esso non si può più ridurre a un fatto eccezionale. Prendere in esame il problema del suicidio equivale, dunque, ad affrontare uno dei punti cardine della problematica umana, poiché esso si collega immediatamente al problema della limitatezza e della relatività dell'esistenza. È parte della realtà sociale che quotidianamente le persone producono e riproducono in forme sempre più differenti e complesse, la cui comprensione non può essere tralasciata o acquisita solo attraverso strumenti teorici tradizionali e la conoscenza sociologica in questa direzione ci viene incontro: sono forti, infatti, le relazioni esistenti tra lo sviluppo della conoscenza sociologica e gli approcci di studio al fenomeno del suicidio. Da qui l'origine del volume che cerca, in maniera certamente non esaustiva, di rileggere e ove possibile ridefinire i paradigmi nell'ambito dello studio del suicidio alla luce delle trasformazioni della società moderna.
L'economia della cultura, considerata da molti e per molto tempo come un ossimoro o una contraddizione in termini, si è assicurata ormai un posto rilevante nelle strategie di sviluppo per l'Europa e, in misura ancor maggiore, per l'Italia. Studiosi e operatori dedicano grande attenzione ai processi attraverso i quali la cultura (patrimonio, attività, eventi, attori) può concretamente trasformarsi in risorsa per la crescita della qualità della vita e la promozione territoriale. In particolare, molte attese si concentrano sulla valorizzazione turistica degli innumerevoli beni paesaggistici, archeologici, storici e artistici che costellano il Bel Paese. L'analisi delle tendenze in atto e l'indagine su alcuni aspetti ancora poco esplorati dei fenomeni rilevanti (come l'attrattività turistica dei territori, la gestione sostenibile delle risorse, i modelli di valorizzazione possibile) consente di rendere conto del posizionamento internazionale dell'Italia e di proporre alcune linee di azione per il superamento delle principali criticità del settore. In questo libro, approcci e strumenti della pianificazione strategica sono proposti in forma di manuale, come possibili contributi operativi per la progettazione di interventi specifici sulla offerta e sulla domanda culturale e turistico-culturale.