
Nell'impostare questo manuale gli autori hanno preso come modello di riferimento i principi costituzionali, che formano un patrimonio e una grammatica condivisi alla luce dei quali orientare in modo critico l'analisi delle questioni fondamentali del diritto penale. Una riflessione arricchita da un costante richiamo al tema della laicità del diritto penale. L'intento è quello di offrire agli studenti anzitutto una metodologia, presentando le nozioni non come acquisizioni definitive, ma come problematici punti di partenza. I grandi temi della parte generale sono inquadrati in un contesto culturale ampio, che tiene conto degli sviluppi più recenti del dibattito scientifico internazionale, nonché delle novità legislative e giurisprudenziali.
Il volume, aggiornato e riveduto in questa nuova edizione, presenta in primo luogo i rapporti tra la psicologia dell'educazione e le discipline affini fin dalle origini della riflessione psicologica. Le problematiche, strettamente interconnesse, dello sviluppo, dell'apprendimento e dell'educazione sono affrontate collocando al centro di questi processi l'interazione sociale. Sono poi presi in esame i contesti delle dinamiche educative e viene discussa la delicatissima questione delle differenze: di provenienza e opportunità sociali, di etnia, di religione, di intelligenza, di successo scolastico. Quest'ultimo aspetto introduce alla parte finale del volume, dedicata al problema della valutazione.
Questo libro, che si presenta come un vademecum della scrittura dedicato agli studenti (universitari e non), intende sfatare i pregiudizi e i luoghi comuni che riguardano la pratica dello scrivere e fornire istruzioni concrete per acquisire le principali abilità comunicative. Numerosi e interessanti suggerimenti concernono la redazione delle varie tipologie di testo: lettera, curriculum, relazione, tema e riassunto, mentre le due appendici aiutano a fare chiarezza su alcuni dei più comuni dubbi ortografici e a realizzare una bibliografia. Il libro, pubblicato nel 1999 nella collana Orientamenti, è proposto in una edizione aggiornata.
Fino a qualche anno fa la sociologia aveva un atteggiamento di complessiva disattenzione per i fenomeni culturali, che venivano piuttosto affidati agli studi antropologici. Più di recente abbiamo però assistito a un radicale cambiamento di sensibilità, anche grazie alla variegata esperienza dei "cultural studies". Questo mutamento di clima culturale è avvenuto in maniera disordinata e perfino caotica: sotto l'etichetta dei "processi culturali" vengono ormai proposti i temi più disparati, mentre manca una guida chiara e sistematica alla materia. È quanto offre allo studente universitario questo libro di Wendy Griswold, proposto in una nuova edizione.
Nella "Storia delle biblioteche in Italia" (2002) il capitolo sulla situazione attuale, intitolato "Le biblioteche italiane oggi", è quello maggiormente utilizzato nei corsi ed è parso opportuno metterlo a disposizione anche in forma autonoma. Per l'occasione il testo è stato rivisto e aggiornato. Presentando una storia istituzionale delle biblioteche a partire dagli anni Settanta, da quando cioè la nascita del Ministero dei Beni culturali e l'avvio delle Regioni ha portato una serie importante di cambiamenti nel regime delle biblioteche, il volume costituisce un testo utile per gli studenti di biblioteconomia.
Premessa
Parte prima: Il problema della parte speciale
I. La parte speciale tra codificazione e decodificazione
II. L'organizzazione della parte speciale
Parte seconda: Natura e contenuti delle norme di parte speciale
III. I principi generali della parte speciale
IV. Le norme della parte speciale
Riferimenti bibliografici
L'economia della conoscenza è un sistema in cui la quota di occupazione ad alta intensità di conoscenza e il peso economico dei settori legati all'informazione sono preponderanti. In altri termini, un'economia in cui la scienza e la tecnologia svolgono un ruolo determinante. Storicamente le economie fondate sulla conoscenza si sono affermate a partire da un doppio fenomeno: da un lato una tendenza di lungo periodo che riguarda l'aumento delle risorse consacrate alla produzione e alla trasmissione delle conoscenze e dall'altro un'innovazione tecnologica importante che ha agito da elemento scatenante dei cambiamenti strutturali.
Per conoscere la storia della riflessione sociologica non ci si può limitare allo studio di proposizioni formali e strutture teoriche, ma è necessario acquisire familiarità con l'ambiente sociale e intellettuale nel quale sono nate e si sono sviluppate. Il volume introduce il lettore alle origini storiche e sociali in cui sono maturati gli interessi, le preoccupazioni e le idee dei padri fondatori della sociologia.
La Cina è una grande civiltà che si è sviluppata in condizioni del tutto indipendenti da quella europea occidentale, con una lingua estranea al ceppo indo-europeo e con una storia che, a differenza del mondo arabo ed ebraico, non ha avuto punti di incontro e di interconnessione con l'Europa. L'idea della democrazia, sia in senso classico che moderno, non appartiene alla cultura cinese. Un sistema la cui trasformazione - che pure è in atto se si guarda alle riforme costituzionali - si svolge con ritmi assai più lenti rispetto al rapido procedere della "locomotiva" economica, indotto più dalle sollecitazioni dei nuovi mercati, che dalle istanze politiche.
Questo volume si caratterizza per l'assunzione di un'ottica storico-comparativa: i suoi vari capitoli, pur riguardando principalmente il sistema scolastico italiano, lo confrontano sistematicamente con quelli di altri Paesi, dal momento che la globalizzazione economica e l'integrazione sovranazionale delle istituzioni politico-amministrative, sistemi scolastici inclusi, impongono di estendere lo sguardo oltre ciascuna realtà nazionale. Un'ulteriore caratteristica del testo è data dalla sistematica integrazione di teoria e ricerca, che utilizza i dati empirici a conferma, o a falsificazione, degli studi sociologici sui sistemi scolastici.
Niente è puramente naturale nell'uomo. Anche la soddisfazione dei bisogni fisiologici è plasmata dalla cultura: le società infatti non danno sempre le medesime risposte a questi bisogni. Perfino le differenze legate a fattori di tipo genetico, come quella fra i sessi, non possono essere osservate allo stato naturale perché vengono immediatamente filtrate dalla cultura che presiede alla divisione di ruoli e compiti nelle società umane. Il volume ricostruisce l'origine e la storia dell'idea di cultura e presenta i problemi delle gerarchie e dei mutamenti culturali, fino ad affrontare temi oggi cruciali nelle società attraversate dal multiculturalismo: le questioni delle identità culturali e dell'incontro fra culture diverse.
Accanto a una panoramica informativa sulle principali politiche sociali, questo volume presenta alcuni fondamentali strumenti analitici e chiavi interpretative per il loro studio. A un'introduzione storico-comparativa segue una serie di capitoli dedicati a singole politiche, ciascuno costruito secondo una griglia comune: obiettivi generale della politica, cenni storici, quadro comparato (principalmente europeo), modello italiano (destinatari e accesso, prestazioni, organizzazione e gestione), finanziamento, impatto economico, sociale e politico.

