
In questo saggio Foucault analizza le varie forme in cui in ogni società la produzione del discorso è al tempo stesso controllata e selezionata, in modo da scongiurarne i pericoli e da padroneggiarla. Il volume contiene anche la "planchette" di candidatura al Collège de France, intitolata "Titoli e lavori", in cui lo studioso offre una sintesi di tutte le sue ricerche anteriori, illustrando il cammino percorso fino ad allora e delinea alcuni dei problemi e dei campi che avrebbero dovuto essere oggetto delle sue indagini e del suo insegnamento negli anni a venire. A completare il saggio due interventi di Jules Vuillemin, autore della presentazione alla titolarità nel Collège di Foucault.
Scritta tra il 1959 e il 1966 è l'opera più organica e probabilmente il vertice filosofico di Adorno, il sistema di un pensatore profondamente antisistematico. Dopo un'introduzione in cui lo spirito di sistema viene contrapposto al procedimento dell'esperienza filosofica, Adorno avanza una critica dell'ontologia e delinea il movimento della dialettica negativa, che culminando nel riconoscimento del primato dell'oggetto, diventa dialettica materialistica, ma di un materialismo "senza immagini", opposto alla "coscienza reificata" del materialismo dialettico. La dialettica negativa viene poi applicata a "modelli" che corrispondono ad alcuni concetti chiave della filosofia: la libertà, la storia e la metafisica.
Si ripropone qui l'edizione uscita nel 1991 con l'aggiunta del discorso tenuto a Roma nel novembre scorso in occasione del conferimento del Premio Balzan per il Diritto e le Scienze della Politica. Nella Premessa alla prima edizione di questo libro, Bobbio osservava come i regimi democratici, almeno in Europa, si fossero andati estendendo e come il mondo sovietico fosse scosso da fremiti democratici. Oggi, quanto veniva annunciato sembra essersi compiuto, ma proprio per questo è necessario tornare a una visione realistica e disincantata delle "trasformazioni" e dei "limiti" di un sistema che ha sempre in agguato i pericoli della rivincita degli interessi particolari, della persistenza delle oligarchie, della educazione dei cittadini.
Nel volume, gli autori spiegano come sono strutturati i versi, quali sono le varie forme poetiche, dall'antichità ai giorni nostri, e forniscono alcune indicazioni pratiche su come accostarsi allo scrivere poesia; seguendole, non solo si impara in un modo divertente e creativo, ma si fa quello che gli scrittori di tutti i tempi hanno fatto, si capiscono le potenze esplosive del linguaggio. Il testo originale è concepito per il pubblico tedesco; di concerto con Hans Enzensberger, Alfonso Berardinelli in qualche punto modifica e integra il testo con esempi e riferimenti legati alla nostra cultura.
Sullo sfondo delle vicende della finanza e del mercato internazionale, Castronovo ha ricostruito l'itinerario dell'economia italiana e i suoi tratti distintivi sulla base di una prospettiva d'insieme, in connessione sia con gli eventi politici e gli orientamenti ideologici e culturali, sia con i mutamenti della società e del costume. Vengono cosi rievocate, unitamente all'opera dei principali attori della vita economica e delle diverse componenti del mondo del lavoro, le fasi più significative di un processo di sviluppo che non è stato né univoco, né lineare, anzi territorialmente difforme ed estremamente accidentato.
Il problema teorico e pratico della traduzione ha un'importanza straordinaria nel mondo contemporaneo. Nella vasta opera di ricerca che su tali problemi vede impegnati, oltre ai traduttori stessi, linguisti, logici e matematici si sentiva l'esigenza di uno studio che, sintetizzando i risultati di discipline diverse, offrisse un quadro della comunicazione interlinguistica. Con questo suo libro Georges Mounin tratta in modo sistematico i problemi della traduzione: dopo alcuni precisi cenni storici e un panorama delle più importanti teorie moderne della traduzione, l'autore esamina gli aspetti linguistici generali di semantica, stilistica, etnografia e teoria della comunicazione. E infine, dopo uno studio sulle varie forme di traduzione (la traduzione letteraria, poetica, teatrale, tecnica, ecc.; il lavoro dell'interprete; le macchine per tradurre), viene indagato lo status giuridico, professionale e culturale del traduttore. Il libro rivela cosí una particolare capacità di illuminare il problema concreto del tradurre con le più moderne e fondate teorie scientifiche.
Scritto nel 1903, il racconto è la storia del lento pervenire del giovane Kröger alla coscienza della propria diversità dai coetanei. In una condizione di totale isolamento la sua sensibilità si dibatte nell'antinomia tra origini borghesi e attrazione per l'arte. Il contrasto fra arte-malattia da un lato e borghesia-normalità dall'altro - matrice della poetica di Thomas Mann - si manifesta nel silenzioso idillio con Ingeborg Holm e nell'incompresa amicizia per Hans Hansen: le due figure che costituiranno per sempre i limiti della solitudine e della gelosia di Tonio. Questo difficile equilibrio viene vissuto con drammatica inquietudine tra Lubecca, dove il giovane scrittore è nato e si è formato, e Monaco, dove diventerà celebre, senza sedare del tutto le proprie angosce.
Si può dire che nessun tema sia al centro del dibattito filosofico internazionale come quello della comunità: dal "com'unitarismo" americano all'etica della comunicazione di Habermas e ApeI, al decostruttivismo francese di Derrida e Nancy. E tuttavia, in nessuno di questi casi il concetto di comunità è stato interrogato a partire dal suo originario significato etimologico: "cum munus". È quanto tenta in questo libro l'autore, attraverso una "controstoria" della filosofia politica che ha per oggetto non solo l'opera di Hobbes, Rousseau, Kant, Heidegger e Bataille, ma anche quella di Hõlderin e di Nietzsche, di Freud e di Canetti, di Arendt e di Sartre. Questa riedizione è arricchita da un saggio sul rapporto tra comunità e nichilismo.
Da un continuo scambio tra le suggestioni di una teoria generale delle forme letterarie (o poetica) e i dati concreti di una tradizionale, e spesso penetrante, analisi critica nascono i saggi di Figure III. Di questa doppia anima l'autore è ben conscio; la raccolta si apre, infatti, col breve scritto su Critica e poetica, che è una riaffermazione della pari e complementare dignità di entrambe. Ad esso fa seguito una ridiscussione dei rapporti tra Poetica e storia, classico tema della possibilità di una storia letteraria, visto da una specola non italiana (ma con risultati che suonano conferma a quelli di scuola italiana). Di questa collaborazione tra poetica, nella specie narratologica, e critica, Genette dà subito prova affrontando la Recherche proustiana, prima sinteticamente, con un magistrale saggio sulla Metonimia in Proust; poi analiticamente, smontando i meccanismi narrativi dell'opera. La lezione di metodo che ne risulta ha così un merito in più: quello di dimostrarsi, fin dalla sua formulazione, utile alla comprensione di un testo straordinariamente complesso, dal quale è lecito estrarre conclusioni generali sui rapporti tra storia, narrazione e racconto.
Chi sono gli Slavi e da dove provengono? Costituiscono un'unica entità etnica, linguistica e culturale, una sorta di blocco solidale rispetto ai popoli latini e germanici o tra essi vi sono profonde differenze religiose, politiche e istituzionali? Per dare risposta a questi interrogativi che la storia recente ha riproposto in tutta la loro urgenza e drammaticità, Francis Conte risale alle origini di quei popoli che si addensarono nelle pianure dell'Europa orientale e ne studia nelle diverse epoche le grandi correnti degli scambi e dei traffici commerciali, i metodi di lavoro e gli stili di vita, le strutture sociali, le grandi tendenze spirituali.