
Superando le opposte riduzioni di un moralismo che impone regole dall'esterno e di un antimoralismo che svuota la serieta' della responsabilita' dell'uomo, l'opera guida il lettore alla riscoperta della sinergia di fondo tra l'azione divina e quella umana.
La lingua latina esercita un proprio fascino. È uno strumento di comunicazione così potente, da essere stato circondato con un alone di mistero: c'è una ragione segreta o un insieme di vicende storiche e circostanze culturali per spiegarne la potenza? È la lingua ufficiale della Chiesa, la lingua in cui si pronunciano gli esorcismi, ma anche la lingua in cui sono scritti testi scientifici e filosofici fondamentali per la cultura. Cos'è la lingua latina? Quando è nata? Come si è sviluppata e trasformata? E cosa ci raccontano i tanti autori che hanno scritto in lingua latina? È, oggi ancora, utile leggerli? Troviamo difficoltà nel comprenderli? Che differenza c'è tra tradurre e interpretare? Quali pregi e quali difetti aveva la lingua latina? Come riuscire a leggere e capire i testi latini senza difficoltà? È ancora utile insegnare la lingua latina nelle scuole? In quali termini le lingue moderne possono essere rapportate alla lingua latina? Con quali strumenti affrontare la lettura di un testo latino, e quali strumenti si acquisiscono nell'impresa? Il testo trae profitto dall'esperienza didattica pluriennale, collaudata e perfezionata nei corsi e di crescente successo. Affronta i contenuti in modo innovativo, fruibile da chi è esperto e da coloro che non si sono mai confrontati con i testi latini, da docenti e studenti. L'approccio, aggiornatissimo, è diacronico, sincronico, filologico, letterario, storico e filosofico: guida attraverso i segreti della lingua e prospetta ipotesi inedite. Si rivolge a chiunque sia motivato a scoprire, riscoprire o approfondire, uno dei più precisi ed efficaci strumenti della comunicazione umana: la lingua latina.
L'uomo contemporaneo ha imparato a vivere come se Dio non esistesse e mai come oggi sembra sperimentare l'ampiezza senza misura del proprio potere. Divenuto 'signore del mondo' grazie agli strumenti della tecnica, deve tuttavia constatare l'illusorietà della pretesa di farsi 'signore dell'essere', padrone della propria origine e del proprio destino. Sintomo evidente di questa dolorosa quanto ineliminabile contraddizione è la rimozione operata nei confronti della morte, il silenzio rivolto alla frontiera ultima, dove angosciosa compare l'ombra del nulla. Eppure la domanda che nasce dalla prospettiva della fine resta ineludibile. Essa sta all'inizio non solo del pensiero filosofico, ma di ogni riflessione che rifugga la casualità di un'esistenza ripiegata su se stessa per tentare la serietà della vita. Da qui lo svolgersi dell'intensa meditazione di questo saggio che procede su più livelli: dalla chiacchiera quotidiana ai diversi filoni del pensiero contemporaneo, passando per l'esperienza cruciale e fondante della morte dell'altro che ci è caro, la quale, spezzando la possibilità di relazione, nega un aspetto della nostra identità e si fa anticipazione della nostra stessa morte. Così, anziché minaccioso e inesplorabile non-senso, che induce al silenzio e alla sospensione del giudizio, il mistero della fine si configura come momento di verità, spazio di significato, direzione e compimento.
Vista in una lunga prospettiva storica, la costruzione dell'Europa comunitaria si arricchisce di significati culturali e politici e riesce più facile comprendere i termini entro i quali si pone oggi, nel passaggio dall'Europa economica a quella politica, il problema dell'identità europea. La narrazione copre il cosiddetto "tempo storico" e termina nel momento in cui, con la firma dei trattati di Roma, giunge a compimento l'opera dei "padri fondatori". È alle basi poste allora, con grande consapevolezza della necessità di superare i nazionalismi e creare un nuovo stile di convivenza fra i popoli della Piccola Europa, che occorre rifarsi oggi per recuperare il senso della meta, la finalità politica dell'integrazione europea. Senza una vera unione politica, fatta d'identità di politica estera e di difesa e di leadership coesa, non si cementa la solidarietà e non si sviluppano i valori comuni.
Voi date ben poco quando date dei vostri beni.
È quando date voi stessi che date davvero.
(Khalil Gibran)
Valerio Melandri, tra i più autorevoli esponenti della ricerca sul mondo del Non Profit in Italia, con il presente "Manuale di fundraising" propone uno strumento innovativo, sia teorico che pratico, rivolto a tutte le persone che a vario titolo lavorano o collaborano con il Terzo Settore.
Aspetti che per lungo tempo erano vissuti quali pratiche rispettabili ma facoltative, come la responsabilità sociale delle imprese, sono diventati essenziali per emergere e sopravvivere nella competizione imposta dall'odierno mercato del lavoro, trovando una precisa codificazione in ambito accademico.
In questo senso, ragionare in termini di marketing del Terzo Settore è ormai un obbligo per costruire una organizzazione non profit di successo, così come non è pensabile fare a meno delle grandi opportunità di comunicazione offerte dai Social Media.
Il fattore umano e la missione etica di un'organizzazione non profit devono fondarsi su tecniche avanzate di raccolta fondi a medio-lungo termine, in un'ottica di vera e propria "fidelizzazione" dei soggetti donatori, siano essi privati cittadini, imprese, pubbliche amministrazioni ed altri soggetti istituzionali, banche o fondazioni.
L'analisi delle tecniche di fundraising, tenendo conto della sua natura trasversale, è sviluppata secondo una rigorosa prospettiva economico-manageriale, partendo dalla considerazione che idealismo, devozione ad una giusta causa e buona volontà (pure indispensabili) da sole non bastano. Sempre più occorre comprendere le problematiche gestionali (finanziarie, procedurali e di marketing) di una organizzazione non profit ed affrontarle secondo criteri di efficacia ed efficienza.
Nel corso dei 23 capitoli che compongono l'opera, Valerio Melandri affronta con chiarezza e semplicità l'attività del fundraising nel suo complesso – dalla natura dell'attività non profit alla scelta del mezzo e del target, dagli aspetti della comunicazione al controllo di gestione, fino alle imprescindibili scelte di natura etica – costruendo con il Lettore un dialogo fondato su casi pratici, suggerimenti ed esercizi.
In Appendice, le Linee guida applicative sugli strumenti di raccolta fondi.
Valerio Melandri è consulente, formatore ed educatore sul fundraising. Pioniere dell'inserimento della disciplina "fundraising" nelle università italiane, è docente di Principi e Tecniche di Fundraising e direttore del Master in Fundraising presso l'Università di Bologna.
È fondatore e presidente di Philanthropy Centro Studi, nonché ideatore del portale italiano www.fundraising.it e del primo blog sulla raccolta fondi (www.fundraising-blog.it). È il presidente del Festival del Fundraising (il più grande evento di fundraising italiano).
È speaker affermato e svolge attività di consulenza e formazione in Italia e all'estero, con organizzazioni di ogni tipologia e dimensione.
Il suo sito è www.valeriomelandri.com.
Perché fare fundraising? Quali sono gli strumenti da utilizzare e che sono più efficaci? Come gestire la relazione con il donatore? Quali sono gli aspetti da curare nella richiesta di una donazione? Come si aumenta la raccolta fondi? È vero che si possono raccogliere fondi con il testamento? Chi sono i Major Donor e come vanno gestiti? Il Direct Mail funziona ancora? Valerio Melandri presenta in questo volume un metodo efficace per fare fundraising - frutto della sua grande esperienza - rivolto a tutti i consulenti fundraiser e alle organizzazioni nonprofit di ogni dimensione. Il manuale prende in esame sia gli strumenti tradizionali (Direct Mail, Face To Face, DRTV) che quelli innovativi come il Digital Fundraising, aggiornandoli e fornendo dettagliati esempi e consigli alla luce dei cambiamenti che sono intervenuti negli ultimi anni. Tra le novità più interessanti il nuovo approccio al donatore dal donor care al donor love per sviluppare una relazione di lungo periodo, come trovare e sollecitare donatori e Major Donor, come impostare una campagna lasciti vincente, come realizzare un piano di fundraising partendo da zero.
La Scuola tende oggi a presentarsi sempre più come un semplice servizio consegnato agli interessi individuali. Essa corre così il rischio di perdere la sua legittimazione collettiva. Philippe Meirieu parte da questa semplice constatazione per proporre una vera e propria rinascita della Scuola che faccia di essa un'Istituzione capace di contribuire alla costruzione di un'autentica democrazia. L'autore non si limita però ad enunciare le finalità della Scuola. Fondandosi sulla sua pluriennale esperienza di insegnamento e di formazione, ha scritto un vero e proprio manuale di pedagogia praticata, in cui si analizzano i principi fondatori dell'istituzione Scuola (parte prima), le tensioni costitutive della professione di insegnante (parte seconda) e gli strumenti pedagogici per la pratica didattica in classe (parte terza). Il volume è rivolto prima di tutto agli insegnanti in servizio e in formazione iniziale. Ad essi offre spunti di lavoro, orientamenti di metodo e preziosi riferimenti al patrimonio pedagogico. È rivolto anche ai formatori e ai consulenti, per i quali può costituire un prezioso strumento di lavoro grazie alla presenza di schede e proposte di attività con i docenti. Non un libro operativo come ce ne sono tanti, ma un prezioso documento frutto della profonda riflessione e dell'esperienza di uno dei più importanti pedagogisti francesi.
"L'opera del Meier costituisce la biblioteca fondamentale sulla nascita, la vita e la morte di Gesù per il prossimo millennio" (B.L. Visotzky). Tra le questioni difficili affrontate nel primo volume: il concepimento di Gesù fu verginale? ebbe fratelli e sorelle? si sposò o fu celibe? era illetterato? conobbe l'ebraico e il greco come l'aramaico?
Dalla quarta di copertina:
Il testo affronta il più grande enigma della ricerca religiosa moderna: chi era Gesù?
Questo libro rappresenta il primo tentativo esauriente di un biblista cattolico americano di trattare in maniera rigorosamente scientifica il “Gesù storico”. Per “Gesù storico”, Meier intende il Gesù che possiamo recuperare o ricostruire usando gli strumenti della moderna ricerca storica. Considerato lo stato frammentario delle fonti e la natura indiretta degli argomenti, il ritratto che ne deriva è incompleto e talvolta congetturale. Eppure, sostiene l’Autore, qualcosa si guadagna. L’“affermazione unanime” che emerge è aperta all’indagine ed al dibattito di tutte le parti interessate in eguale misura – cattolici, protestanti, ebrei, credenti e agnostici. Può servire come terreno comune per il dialogo ecumenico e per l’ulteriore ricerca.
Tra le questioni difficili che Meier affronta nel primo volume: il concepimento di Gesù fu verginale? ebbe fratelli o sorelle? si sposò o fu celibe? era illetterato? conobbe l’ebraico ed il greco come l’aramaico?
Il resoconto sobrio e ben ponderato di Meier sulla vita di Gesù è quanto meno sorprendente, come se quasi duemila anni più tardi considerassimo per la prima volta Gesù nel modo in cui devono averlo considerato i suoi contemporanei – “un ebreo marginale” – con tutte le implicazioni e le questioni sollevate da questo titolo deliberatamente provocatorio.
«L'opera del Meier costituisce la biblioteca fondamentale sulla nascita, la vita e la morte di Gesù per il prossimo millennio» (B.L. Visotzky).
Il secondo volume analizza a fondo il rapporto fra Gesù e il suo mentore, Giovanni Battista, la sua concezione del Regno e la sua fama di taumaturgo.
Dalla quarta di copertina:
In questo secondo volume della ricerca di J.P. Meier si approfondisce il tentativo di dare una risposta al più grande enigma della ricerca religiosa moderna: chi era Gesù? L'autore mette a sfondo di queste pagine un immaginario incontro tra un cattolico, un protestante, un ebreo e un agnostico, che si ritrovano per elaborare un documento comune su chi fosse Gesù di Nazaret e su che cosa abbia significato. Un ebreo marginale è ciò che secondo Meier quel documento rivelerebbe.
Il primo volume termina con la figura di Gesù ormai prossimo alla maturità. In questo secondo volume, l'autore prende in esame le parole e le opere di Gesù durante il suo ministero pubblico. Dall'analisi attenta che Meier consacra al suo mèntore, al suo messaggio e ai suoi miracoli emerge un ritratto veramente vivo di Gesù.
Il secondo volume risolve il dibattito aperto da tempo sul rapporto tra Gesù e il suo mèntore, Giovanni Battista. Si giunge alla conclusione che Giovanni ha esercitato un particolare influsso su Gesù: «In un certo senso, Gesù non fu mai senza Giovanni». Il ministero profetico di Giovanni, il suo messaggio di penitenza, il monito di un imminente giudizio e il rito del battesimo sono confluiti nel ministero stesso di Gesù. L'annuncio della fine dei tempi da parte del Battista continuò decisamente a formare in Gesù la convinzione che Dio stava venendo a salvare il suo popolo. La profonda analisi condotta sui vangeli mostra che la proclamazione del 'regno di Dio' da parte di Gesù andava oltre la minaccia del giudizio, fino alla promessa che tale regno, regno di salvezza e guarigione, era vicino.
L'autore confuta il moderno scetticismo, sostenendo in modo persuasivo che la tradizione sui miracoli di Gesù, analizzata in base a criteri storici, non fu inventata dalla chiesa primitiva. Al contrario, tale tradizione risale allo stesso Gesù storico: «Se la tradizione dei miracoli deve essere rigettata in toto perché non storica, allora lo stesso dovrebbe valere per ogni altra tradizione nei vangeli». Contraddicendo altri studiosi, questo libro mostra che Gesù operava come un taumaturgo, non come un 'mago', poiché i miracoli di Gesù avevano lo scopo di «condurre le persone alla fede, al pentimento e al discepolato».
Un tema decisivo per ripensare il Gesù storico: i suoi insegnamenti sulla Legge di Mosè e sull’etica, e di conseguenza la sua presa di posizione su questioni fondamentali quali il divorzio, i giuramenti, il sabato, le regole di purità, e naturalmente sul comandamento dell’amore. Meier affronta la tematica da vero maestro, con lo stesso rigore dimostrato nei tre precedenti volumi.
Dalla quarta di copertina:
I precedenti volumi dell’opera monumentale Un ebreo marginale. Ripensare il Gesù storico si basano sulla convinzione che, sebbene le informazioni storiche documentate siano abbastanza limitate, indipendentemente da una prospettiva confessionale, è tuttavia possibile giungere a un consenso sui fatti storici fondamentali della vita di Gesù.
In questo a lungo atteso quarto volume, Meier affronta un nuovo tema – gli insegnamenti del Gesù storico sulla Legge di Mosè e sull’etica – con lo stesso rigore che egli ha mostrato nei suoi precedenti tre volumi.
Dopo una valutazione critica delle opinioni scientifiche circa il valore e la rilevanza della Legge mosaica al tempo di Gesù, questo quarto volume tratta degli insegnamenti di Gesù su tematiche legali fondamentali quali il divorzio, i giuramenti, il sabato, le regole di purità; tratta inoltre i diversi comandamenti dell’amore ricorrenti nei vangeli. Dalla ricerca di Meier emerge la figura complessa di un ebreo palestinese del I secolo, il quale non intendeva affatto abolire la Legge, ma nello stesso tempo era impegnato in dibattiti concernenti l’osservanza della stessa. Solo accogliendo questa immagine del Gesù storico alle prese con le questioni della Torah possiamo evitare – secondo la conclusione dell’autore – il diffuso errore di costruire una teologia morale basata sullo studio di “Gesù e la Legge”.
«L'opera del Meier costituisce la biblioteca fondamentale sulla nascita, la vita e la morte di Gesù per il prossimo millennio» (B.L. Visotzky).
Il terzo volume allarga la luce dei riflettori dallo stesso Gesù ai vari gruppi attorno a lui, che includono i suoi seguaci (le folle, i discepoli, il circolo dei Dodici), e i suoi antagonisti (i farisei, i sadducei, gli esseni e i qumraniti, i samaritani, gli scribi, gli erodiani e gli zeloti).
Dalla quarta di copertina:
Compagni e antagonisti costituisce il terzo volume dell’opera monumentale del biblista cattolico nordamericano John Meier, Un Ebreo marginale. Ripensare il Gesù storico, che rappresenta una trattazione dettagliata e critica di tutte le principali questioni che ruotano attorno al tema del Gesù storico.
Il primo volume ha esposto il metodo da utilizzare nel perseguire una ricerca critica sul Gesù storico e ha delineato il background culturale, politico e familiare di Gesù. Il secondo volume si è focalizzato su Giovanni il Battista, sul messaggio di Gesù del Regno di Dio, e sugli atti straordinari e sorprendenti di Gesù, ritenuti miracoli da lui stesso e dai suoi seguaci. Il terzo volume allarga la luce dei riflettori dallo stesso Gesù ai vari gruppi attorno a lui, che includono i suoi seguaci (le folle, i discepoli, il circolo dei Dodici), e i suoi antagonisti (i farisei, i sadducei, gli esseni e i qumraniti, i samaritani, gli scribi, gli erodiani e gli zeloti).
In questo processo emergono importanti approfondimenti su come Gesù disegnò il suo ministero. Contrariamente ad una certa idea diffusa, secondo la quale egli sarebbe stato una specie di filosofo egualitario, affine alla scuola cinica, e con nessun interesse per le strutture, Gesù fornì chiaramente forme e struttura al suo movimento. I suoi seguaci constavano approssimativamente di tre circoli concentrici. Nel circolo esterno vi erano le folle curiose che andavano e venivano. Nel circolo mediano vi erano i discepoli che Gesù stesso scelse per condividere con loro i suoi viaggi. Il circolo più interno era costituito dai Dodici, e cioè i dodici discepoli che Gesù scelse a simboleggiare e iniziare il grande processo della riunione delle dodici tribù di Israele alla fine dei tempi. Gesù si assicurò che i discepoli che facevano parte del suo movimento si distinguessero per un comportamento e per una preghiera caratteristici. Il suo movimento era tutt’altro che un’amorfa massa egualitaria. Una delle ragioni per cui Gesù era così intento a creare strutture e segni di identità fu che egli era consapevolmente in competizione con movimenti rivali di tipo religioso e politico, tutti contendenti tra loro per ottenere influenza nell’ambito della società.
Il CD-ROM: Guidati dalla simpatica locomotiva Ciuffo lungo un divertente percorso di apprendimento, i bambini affrontano un laboratorio linguistico che comprende aspetti metafono-logici, semantico-lessicali e narrativi, prerequisiti indispensabili agli apprendimenti curriculari dell'ultimo anno della Scuola dell'Infanzia e dei primi anni della Scuola Primaria, soprattutto per coloro che faticano ad avviare o acquisire i processi di letto-scrittura. Il software può essere dunque utilizzato dagli insegnanti, dai logopedisti, dai terapisti della riabilitazione in ambito psicomotorio e dagli educatori. Infatti, affrontare il percorso della Scuola Primaria con gli strumenti linguistici adeguati, permette di disporre di una produzione verbale fluida ed organizzata, che è la base per l'apprendimento e le attività di studio. Il libro: Alla scoperta delle parole" propone un laboratorio linguistico che comprende aspetti metafonologici, semantico-lessicali e narrativi, indispensabili come prerequisiti agli apprendimenti curricolari per tutti i bambini dell'ultimo anno della scuola dell'infanzia e per quelli dei primi anni della scuola primaria che faticano ad avviare o acquisire i processi di letto-scrittura. Il libro è suddiviso in due parti, la prima improntata sul lavoro individuale e la seconda dedicata ad attività ludiche da svolgere in piccoli gruppi.