
Nell'ultimo decennio è molto aumentata la consapevolezza dell'importanza degli aspetti lessicali nell'acquisizione di una lingua, come testimonia la fioritura di lavori dedicati al ruolo del lessico e della competenza lessicale nella didattica delle lingue. Il volume aggiunge all'attuale panorama italiano un nuovo contributo caratterizzato da una prospettiva diversa, cioè partire dall'esame dei concetti chiave della semantica lessicale per poi vagliarne le potenzialità applicative. Coerentemente con questa impostazione, il testo si articola in cinque capitoli che mettono a fuoco i più importanti fenomeni lessicali - relazioni semantiche, polisemia, omonimia, metaforicità, espressioni idiomatiche, collocazioni, unità fraseologiche e polirematiche - e ne evidenziano le implicazioni e le ricadute nell'apprendimento e nell'insegnamento delle lingue. L'intento è creare così un ponte tra lessicologia e didattica del lessico, mostrando come i costrutti e i metodi elaborati in ambito teorico possano offrire strumenti di analisi e descrizione utili anche nella pratica glottodidattica.
I mutamenti del linguaggio della politica internazionale e l'affiorare di nuove sigle o di nuove definizioni rendono spesso molto complicata la comprensione dei problemi che, nell'età della globalizzazione, sono al centro dell'interesse di studiosi, studenti, giornalisti o comuni lettori. Questo lessico cerca di dare un contributo di semplificazione. Non pretende di chiarire il significato di tutte le parole possibili né vuole essere un piccolo manuale onnicomprensivo. Le espressioni elencate sono il frutto di una scelta che omette nozioni spiegate da qualsiasi buona enciclopedia. Invece l'attenzione è concentrata su termini che solo di recente sono entrati nel lessico comune della politica internazionale o a problemi oggi attuali. Anche se marginalmente e grazie al tentativo di usare meglio parole di consuetudine diversa, il volume si propone di contribuire a comprendere meglio ciò che ha acquistato un peso risolutivo nelle questioni che regolano i rapporti internazionali, oltre a chiarire espressioni del parlare comune tipiche del gergo usato dalla diplomazia.
Forse mai come oggi i termini "laico" e "laicità" hanno goduto, nella società italiana, di tanta fortuna: nel linguaggio corrente come in quello specialistico, nelle assemblee politiche come nel forum multimediale. Eppure è consapevolezza comune che mai come oggi questi termini risultano affetti da una singolare contraddizione: al loro sempre più frequente ricorrere risponde una sempre maggiore genericità, che sfocia in una evidente polisemia. Dopo un nitido inquadramento semantico e storico, questo libro tratta in modo particolare della laicità sul piano teologico, filosofico, scientifico, giuridico, politico, pedagogico, con particolare attenzione ai termini chiave della laicità, quali secolarismo, secolarizzazione, relativismo, pluralismo, neutralità. Offre così un essenziale contributo di approfondimento e di discussione per l'elaborazione di un concetto di laicità che riconosca al tempo stesso alla religione e alle realtà terrene, nella loro legittima autonomia, il posto dovuto.
L'analisi dei tratti rivelatori della lesività dell'atto amministrativo riflette un bisogno di tutela, individuale e collettiva, poiché proprio l'identificazione dell'atto lesivo contribuisce a preservare, dalle conseguenze del potere, il bene giuridico alterato dall'atto stesso. La tipizzazione dell'effetto lesivo, pertanto, è volta ad agevolare la reazione dell'ordinamento rispetto al disvalore inveratosi, la stessa atteggiandosi a precipitato di un rapporto amministrazione/cittadino ispirato all'idea di protezione della sfera giuridica del destinatario, quindi, dei suoi beni e delle sue pretese. Il perseguimento di detta aspirazione, però, non è reso agevole da un ordinamento che, nell'astenersi dal definire l'atto amministrativo, non prevede quale atto sia lesivo, rendendo, così, sempre più atipica la scelta amministrativa limitativa, la quale, in quanto priva di un chiaro dato normativo, opera nell'incertezza e nella mutevolezza della prassi. Del resto, l'uso confuso dei termini atto e provvedimento non solo non risolve quanto, invero, acuisce i dubbi e le aporie, rendendo incerto il perimetro dell'oppugnabilità e vulnerando, quindi, il diritto di difesa. L'ordinamento, infatti, non esclude che l'atto lesivo possa non coincidere con il provvedimento, rendendo così la lesività un tratto possibile non solo dell'atto finale, quanto, altresì, dell'atto endoprocedimentale. Di qui, una condizione di generale incertezza, che mal si concilia con una ordinata idea del diritto fondata sul paradigma norma-potere-effetto, laddove la lesività si rivela un posterius, a sua volta, conseguenza di un agire non solo antigiuridico, posta la sua contrarietà alla norma, quanto ingiusto, se per ingiustizia si intende la lesione di un interesse giuridicamente rilevante. Tuttavia, ciò non può né deve indurre a dequotare l'apporto dell'interprete, in quanto si è consapevoli del salvifico ausilio che l'ermeneuta deve assicurare all'applicazione della norma, nel segno, però, di una volontà che solo il legislatore può e deve esprimere onde scongiurare le conseguenze dell'arbitrio. La conoscibilità dell'atto impugnabile risponde, così, ad un'esigenza di certezza, che si fonda proprio sulla conoscibilità del disvalore e sulla prevedibilità delle conseguenze, in seno ad un ordinamento che, se privo di razionalità giuridica, favorendo perplessità ed incertezze, nega giustizia. La tutela diventa, così, corollario del potere, in ragione di una conseguenza lesiva che, determinando la reazione dell'ordinamento, conferisce al destinatario dell'effetto giuridico la pretesa alla salvaguardia della situazione lesa, contrapponendo alla lesività la protezione della sfera soggettiva, alla negazione del valore la sua affermazione. La lesività, pertanto, postulando la contraddittorietà al diritto dell'effetto che la genera, diventa fonte di reazione dell'ordinamento. Sicché, indagare la lesività nei suoi tratti ontologici rende vieppiù attuale l'esigenza di tutelare il diritto nel processo, in un'epoca, come quella in atto, nella quale "il processo non ci appare più in funzione del diritto, ma il diritto in funzione del processo".
Il volume è dedicato alla terza edizione della Scala Leiter, strumento per la valutazione cognitiva interamente non verbale, con adattamento e taratura italiana. Le novità della Leiter-3 sono molteplici; tra le principali, l'ampliamento del range di età e l'inserimento di nuovi subtest. Il lavoro è suddiviso in quattro parti. Nella prima si descrivono la storia della Scala e la sua architettura. Nella seconda parte sono presentate le abilità misurate dalla Leiter-3 e i subtest, con indicazioni per la somministrazione rivolte sia ai clinici con esperienza nell'uso della precedente edizione (Leiter-R) sia a quelli che si avvicinano per la prima volta allo strumento. La terza parte è dedicata alla lettura dei risultati della valutazione cognitiva: si descrivono i punteggi di Indice, quelli dei subtest, i punteggi supplementari e le differenze tra punteggi all'interno del profilo. Nell'ultima parte, infine, sono presentati alcuni studi relativi alle popolazioni speciali e diversi casi esemplificativi delle applicazioni della Leiter-3 e della stesura della relazione nella pratica clinica.
La XLII edizione del volume conferma la storica impostazione incentrata su un'accurata selezione dei testi normativi fondamentali del diritto pubblico e costituzionale. L'opera segue l'intelaiatura di fondo delle materie ed è aggiornata alle ultime novità legislative intervenute fino a luglio 2018. In particolare a: D.P.C.M. n. 76/2018 in materia di opere sottoposte a dibattito pubblico; D.lgs. n. 36/2018, sulla violazione di domicilio commessa da un pubblico ufficiale; alle modifiche al Regolamento del Senato della Repubblica, apportate dalla Delibera del 20 dicembre 2017; L. n. 185/2017, nuova legge elettorale. Particolare attenzione è stata dedicata agli Indici sommario e analitico, necessari strumenti di consultazione di questa complessa realtà giuridica in movimento.
L'economia, e con essa la società, sta attraversando una fase di cambiamento epocale. Le imprese e i mercati attuali si allontanano sempre più dal modello con il quale li abbiamo immaginati, vissuti e descritti solo fino a pochi decenni fa. In particolare, ai fini del successo delle imprese, diminuisce il peso relativo dei capitali tecnologici e finanziari e aumenta quello delle persone, del capitale sociale, civile e motivazionale e quello dei beni relazionali. In un tale contesto, la risorsa più scarsa, e quindi più fragile, diventa l'arte di tessere relazioni, la capacità di far sì che la diversità umana, dentro e fuori le imprese, non imploda nel caos e nell'anarchia, ma dia luogo a nuove sinergie. Anche per queste ragioni il libro parla soprattutto di rapporti, di persone, di motivazioni all'interno dell'economia e in particolare delle organizzazioni, e lo fa a partire da quelle nelle quali è evidente il ruolo cruciale svolto dalle persone e dalle loro motivazioni: le cosiddette Organizzazioni a Movente Ideale (OMI). Queste verranno analizzate soprattutto nei momenti di crisi relazionale e motivazionale, quando si rischia con più probabilità di perdere le persone migliori.
Ci sono molti libri che spiegano come bisognerebbe scrivere in teoria. Questo, invece, punta tutto sulla pratica. Per riuscirci, bisogna innanzi tutto partire da un modello (come i diversi tipi di testo che troveremo in queste pagine: dall'articolo di cronaca a quello di divulgazione scientifica). Poi scomporre quel modello nelle sue componenti, analizzandolo movimento per movimento (come si fa qui nel commento linguistico che segue ogni testo). E poi esercitarsi: fare tanti esercizi pensati per sviluppare ognuna delle abilità necessarie a quel risultato. Esercizi per rafforzare il nostro vocabolario, imparando a scegliere la parola giusta per completare una frase (anche ricostruendola a partire dalla definizione di un dizionario). Esercizi per allenare la nostra capacità di collegare le frasi con i giusti nessi logici, andando a cercare l'intruso, l'elemento sbagliato che altera il senso del testo. Il tutto senza trascurare il divertimento: perché scrivere è una cosa seria, non seriosa.
Perché e come proporre poesia nella scuola primaria, fin dalle prime classi? Dopo una riflessione teorica sul valore della poesia e sulle ragioni per cui è necessaria nell'educazione dell'infanzia, il volume approfondisce la natura del linguaggio poetico in quegli aspetti che sono più utili per l'insegnamento. Cuore della parte operativa sono cinquanta proposte didattiche, tutte su grandi poeti italiani a noi prossimi. Accanto a Ungaretti, Saba, Quasimodo e Montale, vengono presentati poeti come Caproni, Giudici, Bertolucci, Lamarque, Sanguineti, Merini, senza dimenticare Leopardi, Carducci, Pascoli, D'Annunzio, che vengono rivisitati in modo adatto ai bambini di oggi. Non si tratta di un percorso sistematico di educazione poetica, ma di un avvicinamento del bambino alla poesia in modo che possa amarla e trarne beneficio. La poesia diventa il mezzo per un'educazione della persona, per un incremento delle capacità di comprensione degli altri e delle potenzialità espressive, uno strumento per arricchire il lessico e favorire il dialogo ascoltando la propria interiorità. Si coltiva così la creatività, che nasce dal guardare il mondo con uno sguardo personale, non incanalato su schemi predeterminati, si educa a credere in se stessi e a conservare l'ingenuità e la forza immaginifica dell'infanzia.
Le storie di vita raccolte in questo testo evidenziano come fattori personali e contestuali possano contribuire a interrompere il copione di insuccessi, e distacco dalla scuola. Ancora una volta emerge il ruolo di sostegno della famiglia che attiva risorse per affrontare la sfida educativa. Affinché i diritti di tutte le persone dislessiche possano trovare un giusto ascolto, occorrono servizi che sostengano la famiglia o lo studente. A questo scopo il ruolo dei Tutorati Universitari appare significativo nella sua funzione di accoglienza, di counseling educativo, di sostegno emotivo.