
Che cosa hanno in comune Google e la barriera del suono, gli asini e i calci di rigore, la Cappella Sistina e il regno di Facebook? Apparentemente nulla, ma cambiando prospettiva, e guardando le cose senza preconcetti, se ne può cogliere l'intimo legame, e scoprire che il mondo in cui viviamo non è poi così scontato. In questo viaggio sorprendente per i sentieri tortuosi del progresso umano, sulle tracce dei pionieri che hanno saputo andare oltre il senso comune, Massimo Marchiori ci accompagna lungo l'evoluzione umana, tecnologica ma anche sociale, e le reciproche relazioni, che trovano la propria sintesi nelle pulsioni dell'uomo. Dall'elefante di Internet all'insolita storia della salamandra, dall'algoritmo della carta igienica alla scoperta della vera "mamma di Google", il libro affronta con leggerezza di tono e profondità di argomenti le contraddizioni del mondo reale e di quello virtuale, e le questioni calde della comunicazione del sapere e del futuro del progresso. Un futuro in cui l'uomo, nonostante tutto, è ancora il protagonista.
"Ai tempi delle grandi dittature del Novecento in Europa si moriva per la libertà, i diritti umani, la giustizia e la democrazia. Oggi si muore per i debiti." Non è una crisi passeggera, è il capitalismo come lo conosciamo che non funziona più. L'euro ha favorito le economie floride del Nord Europa a scapito di quelle periferiche. E ha innescato una spirale distruttiva che sta travolgendo le democrazie del Sud, dove ormai decisioni come le tasse, le pensioni, gli investimenti in istruzione sono guidate da Bruxelles, non dai singoli governi. Peccato che le misure che vengono imposte, sempre le stesse tagli, austerità, sacrifici - si stanno rivelando pesantemente recessive. E se continua a scivolare nella povertà, presto l'Italia diventerà una colonia del Nord Europa: un Paese sottomesso e in miseria in cui esportare le proprie merci e qualche volta andare in vacanza. Era prevedibile tutto ciò? La risposta è sì, come dimostra Loretta Napoleoni in questo libro appassionato, documentato, denso di scomode verità e incursioni nella Storia. È stato previsto? La risposta è no. Dati alla mano, l'autrice spiega come i governi nazionali e le istituzioni internazionali hanno fallito nel loro compito di proteggere i cittadini e oggi insistono nel loro errore.
Una nuova rivoluzione industriale è alle porte. Anzi, è già cominciata. Dopo aver sovvertito il mondo dei bit - e quindi l'industria della musica, dei video e l'editoria - la cultura digitale sta per trasformare il mondo degli atomi, degli oggetti fisici. E come nella prima rivoluzione industriale fu una macchina, quella a vapore, a innescare un cambiamento epocale, anche in questo caso c'è di mezzo una macchina: la stampante 3D, che consente di imprimere oggetti come si stamperebbe un foglio, dando vita alla "fabbrica personale". È questo l'importante annuncio di Chris Anderson, l'osservatore che prima di tutti ha definito i trend più avanzati della nostra era - dalla coda lunga di Internet alla gratuità della Rete -, in un libro che spiega come, nel prossimo decennio, gli innovatori più brillanti, coloro che hanno "visioni" di nuovi prodotti in grado di cambiare il futuro, non dovranno più affidare ad altri la realizzazione delle loro idee, ma potranno produrre e distribuire da soli, sfruttando il web e le nuove tecnologie e capovolgendo il mondo della produzione industriale. Alla base di questa rivoluzione - una sorta di "ritorno" dal virtuale al reale - oltre alle stampanti 3D, ci sono tutti i principali trend nati in rete - dalla peer production all'open source, dal crowdsourcing al crowdfunding - che permetteranno a chiunque di finanziare e produrre un singolo oggetto a costi bassissimi. La conseguenza per il futuro: tante piccole fabbriche personali e un movimento inarrestabile di "artigiani".
La coppia democrazia-capitalismo è in crisi, vittima di una depressione che non è solo finanziaria. Trionfa invece il capi-comunismo visto che mentre la nostra economia va in pezzi, la Cina cresce a ritmi vertiginosi. Più 9 per cento del Pil nel 2009 e un piano di investimenti grandioso: strade, scuole, ospedali, ferrovie, colossali impianti per la produzione di energie rinnovabili. Si può ancora dire che il comunismo è stato sconfitto dalla storia? 0 è tempo di cominciare a guardare alla società con occhi un po' più a mandorla? Per esempio, le misure anticrisi attuate dai nostri governi sono servite ad arricchire gli stessi speculatori responsabili del collasso, mentre l'intervento statale cinese ha permesso di limitare i danni e ricominciare a crescere. La nostra vita politica è scossa da continui scandali e violazioni del diritto, mentre in Cina stanno nascendo nuove forme di partecipazione, pur all'interno del partito unico. E tra i grattacieli di Shanghai e Pechino si avverte uno slancio verso la modernità che il vecchio Occidente non riesce più nemmeno a immaginare. Da Margaret Thatcher a Berlusconi, da Wall Street al Cile di Pinochet, passando sempre per Pechino, questo libro racconta una deriva che abbagliandoci con la promessa del benessere ci sta privando della libertà. E grazie a esempi e testimonianze di imprenditori, studiosi, giornalisti, attivisti dei diritti umani spiega invece come la Cina sta lavorando per migliorarsi.
Poche cose sono più importanti della qualità e della credibilità dei leader, poiché esse giocano un ruolo vitale in ogni aspetto della nostra vita. Tuttavia, una forte leadership è una competenza difficile da padroneggiare. I buoni leader devono imparare non solo a gestire, analizzare e valutare, ma anche a incoraggiare, far migliorare e ispirare. Qui John Adair, celebrato esperto in leadership training, dimostra che la filosofia di Confucio aiuta a diventare leader migliori e che le sue massime non sono solo idee interessanti di qualche millennio fa, ma possono contribuire a sviluppare la fiducia e le competenze necessarie per operare nelle moderne organizzazioni.
Perché gli islandesi sono usciti dalla crisi più felici e in salute che mai, mentre in Grecia è aumentato esponenzialmente il numero di suicidi e sieropositivi? E com'è possibile che in California i pignoramenti abbiano provocato un'improvvisa propagazione del virus del Nilo occidentale? Gli effetti delle recessioni sulla nostra salute sono sempre devastanti, soprattutto se i governi non sono in grado di contenerli. Tra economia, medicina, politiche pubbliche e salute globale, questa indagine autorevole e appassionante ripercorre le crisi più profonde dell'ultimo secolo per confrontarle con quella attuale, e ne analizza cause e conseguenze svelandoci anche retroscena, paradossi e ambiguità istituzionali. I risultati non lasciano dubbi: è essenziale proteggere la salute fisica e mentale delle persone, se vogliamo uscire vivi da una crisi senza precedenti.
Il Prodotto Interno Lordo è ancora un indicatore affidabile del progresso economico e sociale? No, non lo è. Ad affermarlo sono i premi Nobel per l'Economia Joseph Stiglitz e Amartya Sen e l'economista francese Jean-Paul Fitoussi, che nel 2008 sono stati invitati da Nicolas Sarkozy - autore della prefazione - a istituire una commissione di esperti per rispondere alla domanda e stendere un programma per sviluppare metodi di misurazione migliori. "La misura sbagliata delle nostre vite" è il risultato di questo sforzo, fondamentale per il futuro della nostra economia e della nostra società. Dopo aver preso in considerazione i grossi limiti del PIL come sistema di valutazione del benessere delle società, gli autori introducono nuovi concetti e strumenti utili allo scopo, dagli indicatori della sostenibilità dello sviluppo economico alla misura del risparmio e della ricchezza, fino a un PIL "verde", in grado di tener conto delle conseguenze ambientali della crescita. Una guida essenziale per misurare le cose che contano e affrontare il futuro.
Mai come in questo preciso momento storico, l'innovazione dovrebbe essere posta ai vertici delle strategie aziendali. Tuttavia, ancora oggi, nonostante le imprese italiane si contraddistinguano per la creatività e l'originalità della proposizione di offerta, la loro competitività non ne trae sempre particolare beneficio. A fronte, infatti, dell'effervescenza creativa e della proliferazione dei nuovi prodotti e servizi, esse subiscono il "lato oscuro" dell'innovazione, ossia le inefficienze nei sistemi produttivi e logistici e la complessità gestionale che ne deriva, anche sul mercato. La nuova edizione di "Dall'idea al valore", ampliata con una sezione dedicata al tema dell'innovazione nei servizi e aggiornata delle principali novità nella gestione dei processi di innovazione, si propone in particolare di ribadire l'essenzialità di progettare, ancor prima dell'innovazione come risultato (il nuovo prodotto o il nuovo servizio), l'innovazione come processo. Nel libro sono così evidenziati gli aspetti fondamentali della gestione e dell'organizzazione del processo di sviluppo dei nuovi prodotti e le prassi e metodologie che contribuiscono maggiormente all'accrescimento del capitale economico dell'impresa attraverso l'attività di innovazione. Alla base, l'assunto che l'innovatività, ossia la buona produttività nell'innovazione, rappresenti la vera leva determinante della competitività dell'impresa.
Gianni Di Giovanni e Stefano Lucchini lo vivono ogni giorno nell'impresa in cui operano: l'avvento della Rete ha completamente sovvertito le regole di comunicazione delle aziende grandi e piccole e, di conseguenza, la professione di chi è chiamato a informare il mercato e a interagire con esso, in momenti anche di crisi. E non è solo una questione di strumenti, ma soprattutto di atteggiamento: l'impresa è trasparente, sotto gli occhi di tutti, sottoposta a uno scrutinio continuo delle sue azioni e della sua reputazione e non può sottrarsi alla sfida della credibilità. Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione, infatti, non ha accresciuto solo il volume delle informazioni trasmesse, ma anche la rete di relazioni che le imprese intrattengono con il mondo esterno e la comunicazione è così diventata una pratica sociale attraverso cui si entra in contatto con i pubblici più disparati, ai quali i comunicatori devono offrire una "realtà" fatta di credibilità, autorevolezza, competenza. Con approccio ottimistico ma consapevole della sfida, gli autori, due tra i maggiori esperti italiani di comunicazione d'impresa, analizzano uno per uno gli attori e le questioni cruciali del nuovo contesto (da Wikileaks ai motori di ricerca, dall'informazione online ai social network) condividendo riflessioni, strategie e casi pratici per gestire con successo la conversazione con il mercato.
Il volume-guida del seminario di formazione per i giovani studiosi di Comunione e Liberazione.
Quali sono le mosse migliori quando ci si trova in vantaggio sui concorrenti? E cosa conviene fare per difendersi dagli avversari o in situazioni confuse o disperate? "I 36 stratagemmi" è un antico testo cinese della fine della dinastia Ming, considerato il seguito pratico dell'"Arte della guerra" di Sun Tzu, che raccoglie le tattiche e le manovre per raggiungere i propri obiettivi in politica, in guerra e nelle diverse situazioni della vita. Questa lettura del testo antico - con le spiegazioni dei concetti originali, esempi di attualità e consigli per l'uso - è dedicata a manager e uomini d'impresa impegnati nella battaglia del mercato, che vogliano aumentare il proprio arsenale di strumenti per attaccare, difendersi e intrappolare l'avversario. Senza dimenticare che nell'aggressivo mondo dei 36 stratagemmi si vince o si perde, non si resta amici.
Si è tornato a parlare di loro. La crisi, la ricerca delle cause del terremoto che ha fatto cadere in recessione l'Europa, hanno riportato sotto i riflettori le politiche liberiste di Ronald Reagan e Margaret Thatcher. Dieci anni sono trascorsi dalla scomparsa del Presidente degli Stati Uniti arrivato da Hollywood, un anno da quella del primo premier donna del Regno Unito, che hanno condiviso l'intensa epoca dell'ultimo tratto del secolo scorso, con la caduta del muro di Berlino, la sconfitta del socialismo reale e l'affermazione del capitalismo liberista. "Siamo due anime gemelle", scherzava Reagan. '"Ci paragonano ad Astaire e Rogers", rifletteva lei. Ma al di là di tali battute e delle ricostruzioni un po' retoriche, le differenze sono state più d'una e meritano di essere messe in evidenza per un'analisi storica della loro eredità, tuttora viva e oggetto di contrastanti giudizi: per alcuni i campioni del liberismo da imitare anche oggi, per altri la causa prima alle origini della crisi finanziaria. Per dare a chi legge la possibilità di comprendere meglio i due personaggi e tirare le conclusioni sugli interrogativi ancora aperti sul loro lascito storico, questo libro raccoglie e accosta alcuni dei passi più significativi dei loro interventi discorsi, interviste. Due icone, tra le ligure più rilevanti del XX secolo, in un ritratto vivido e senza filtri, che rifugge da interpretazioni di comodo e falsi moralismi.