
Quando è iniziata la corsa per la successione di Jean-Claude Trichet alla presidenza della Bce, nessuno avrebbe scommesso sul successo di un candidato italiano, anche se autorevole come il governatore della Banca d'Italia. Invece Mario Draghi ce l'ha fatta, vincendo le resistenze della Germania, che puntava il dito contro la sua nazionalità, e conquistando i consensi dell'Europa intera. A Francoforte lo aspetta la sfida di tenere unita la costruzione dell'euro ma lui nella sua carriera di prove difficili ne ha affrontate e superate molte altre. Draghi non è un personaggio facile da conoscere. Crede molto nella comunicazione ma non per quel che riguarda la sua vita personale e privata. Pragmatico ed equilibrato, sa essere distaccato ma anche ironico. Prudente, guarda ai problemi in modo analitico senza farsi condizionare dalla politica. Questo libro tratteggia la sua storia dagli anni della scuola a quelli da direttore generale al ministero del Tesoro, dall'ingresso a Palazzo Koch al cammino verso il prestigioso incarico di Francoforte ricostruendola attraverso le sue stesse testimonianze, i suoi interventi pubblici, gli scritti e i documenti. Il punto di vista è quello di una cronista che in questi anni lo ha seguito nella sua attività al vertice della Banca d'Italia e negli incontri internazionali in giro per il mondo, per rendere conio sulle pagine del Corriere della Sera dell'evoluzione della crisi finanziaria ed economica. Prefazione di Carlo Azeglio Ciampi.
La vita quotidiana è costantemente avvolta da una rete narrativa che filtra le percezioni, stimola i pensieri, evoca le emozioni, eccita i sensi, determinando azioni di adesione e acquisto. Questo manuale descrive lo storytelling e mostra come imparare a utilizzarlo in modo chiaro e operativo. Presenta le ragioni e le possibili applicazioni di questo strumento per raggiungere gli obiettivi aziendali e di profitto: affermare identità e vision d'impresa; gestire il brand e la comunicazione interna ed esterna; formare e sviluppare il personale; potenziare il design di prodotto, la pubblicità e l'esperienza del cliente. I principi teorici enunciati nel manuale vengono resi comprensibili e traducibili sul piano operativo grazie allo studio di alcune importanti realtà aziendali del mercato italiano, tra cui Vodafone, Autostrade, Costa Crociere, Zambon Group e Schneider Electric.
Telegiornali, quotidiani, riviste, trasmissioni televisive e social network: su tutti i fronti siamo bombardati da notizie infarcite di bond, spread, hedge fund e rating. All'inizio siamo stati sospettosi (come al ristorante con le polpette) poi preoccupati (prevedendo periodi bui di pasti saltati e nuovi buchi alla cintura) e alla fine anche un po' satolli tanto che ora sentirne parlare ci fa venir voglia di "cambiare canale" e mandare giù un bicchierone di Citrosodina. Ma, in fondo in fondo, siamo certi di sapere che cosa è successo davvero all'economia mondiale e, quindi, ai nostri portafogli? E soprattutto: quali sono le ricette sicure per cucinare al meglio i nostri risparmi, senza rischiare di mandare tutto in fumo? Marco Fratini con lucidità, ironia e chiarezza (e un palato da esperto critico gastronomico) ripercorre le tappe più importanti della crisi economica mondiale mettendone in luce anche gli aspetti più oscuri che, nella foga dell'informazione, ci erano sfuggiti. Finalmente ci saranno chiari anche i termini più criptici e sapremo quali sono stati gli ingredienti segreti che hanno reso così amaro il boccone da mandare giù (e chi è stato a metterli in pentola). L'autore ci spiega anche che cos'è meglio fare con ciò che ci è rimasto in dispensa ovvero quali sono i rischi, i vantaggi e i possibili rendimenti se investiamo i nostri risparmi in titoli di Stato, bond governativi stranieri, conti di deposito, azioni, fondi comuni, mattone e oro.
Che siamo messi male l'abbiamo ormai capito, ma il perché non è ancora del tutto chiaro, e meno ancora è chiaro se possiamo fare qualcosa per difenderci dai mercati, dalla tecnocrazia, dai rischi di default. In concreto. Nella nostra vita quotidiana. L'obiettivo di questo libro è aiutarci a capire e a impostare - se possibile - qualche azione per contrastare le minacce che incombono: il crollo dell'euro? Una crisi "argentina" o semplicemente, l'impoverimento diffuso? Con tono brillante e "parabole" fulminanti l'autore non ci risparmia le cattive notizie (che spesso la stampa ufficiale nasconde), ma lascia aperta la speranza attraverso suggerimenti concreti sulle cose da fare. In appendice i "portafogli colorati" con consigli pratici per gestire e proteggere i risparmi di tutte le tipologie di investitori.
Il management non è un sapere che si possa imparare solo sui libri. L'esperienza pratica è insostituibile. E, tuttavia, la conoscenza teorica certamente aiuta. Per questo le imprese ricercano continuamente giovani con una preparazione gestionale, magari innestata su un background tecnico-scientifico. Manager già fatti e tecnici specialisti che aspirano a posizioni manageriali affollano i master e i corsi di formazione gestionale. A questo pubblico, oltre che agli studenti universitari, si rivolge "La gestione dell'impresa". L'impostazione è quella della Scuola di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano. L'attenzione è al saper fare (e non solo al sapere), al "progetto di impresa", all'innovazione tecnologica e organizzativa, alla gestione dell'impresa-rete e delle sue relazioni collaborative. In questo senso il management è molto più della semplice buona amministrazione, pur necessaria. Delle quattro parti in cui si articola il volume, le prime due - organizzazione e processi decisionali - ne rappresentano il cuore concettuale e sono legate tra loro: in chiave manageriale organizzare e decidere sono due facce della stessa medaglia. Le due successive sono dedicate alla gestione delle interfacce nella catena del valore, e in particolare ai rapporti con i mercati di sbocco per i prodotti e i servizi (marketing) e a quelli con i fornitori e in generale i partner della filiera (acquisti e supply chain).
Le parole di Mattei hanno sempre mantenuto una dimensione che superava l'individuo, riuscendo a coinvolgere un pubblico molto ampio e diversificato composto da dipendenti d'azienda, giornalisti, autorità politiche, operatori economici e comunità locali. Con i suoi discorsi, Mattei riusciva a trasmettere il punto di vista dell'impresa e a mobilitare il sostegno di tutte le forze indispensabili al successo. Questo volume riunisce oltre 200 discorsi, molti inediti, molti apparsi sulla pubblicistica dell'epoca, grazie al contributo dell'archivio storico Eni. Dalle parole di capo partigiano a quelle pronunciate nei giorni successivi alla tormentata fine della guerra civile in Italia, quando si rifiutò di liquidare le attività dell'Agip per garantire al Paese un'impresa energetica nazionale, questa raccolta svela la complessità di un uomo capace di vivere con la stessa passione la politica e il mondo dell'industria. Come dirigente d'azienda, Mattei ha compiuto scelte diverse da quelle di quasi tutti i suoi contemporanei, trasformandosi nel simbolo di un modo nuovo di pensare l'Italia, ancora oggi attualissimo per la capacità di visione strategica e per la volontà permanente di innovazione. Prefazione di Paolo Mieli.
Una delle prime vittime della crisi economica è stata la fiducia: chi aveva creduto che libertà e uguaglianza fossero raggiungibili grazie al libero gioco del mercato si è ritrovato amaramente deluso. Ma come è successo, e quando, che il sogno di prosperità per tutti del capitalismo si trasformasse in un incubo di ingiustizia e povertà degno del peggior comunismo sovietico? Quando si è diffusa l'idea che "fare impresa" voglia dire orientare le scelte politiche per favorire l'interesse di pochi a scapito della collettività, anziché impegnare il proprio talento nella ricerca di un futuro migliore, aperto a tutti? Se non rispondiamo a queste domande, abbandonandoci al populismo naif con il suo generico rifiuto dei meccanismi economici, rischiamo di perdere quello che rimane il migliore dei sistemi possibili: con tutti i suoi difetti, offre pur sempre le migliori opportunità al maggior numero di persone. Alla degenerazione del capitalismo finanziario, alimentato anche in Italia da nepotismo, corruzione e incompetenza, Luigi Zingales contrappone idealmente il liberalismo delle origini, l'antidogmatismo e la fiducia nell'armonica convergenza di interessi individuali e collettivi; difende il mercato come regno delle opportunità e della produzione di ricchezza al servizio dei cittadini, purché ripulito da lobby e monopoli che fanno pagare alla comunità i disastri che hanno provocato.
La crescita della Cina è destinata a scalzare gli Stati Uniti dalla loro posizione dominante? Probabilmente no. La logica della strategia dei grandi imperi finirà infatti per imporre la propria legge, fermando la corsa cinese verso la supremazia. Il problema è come ciò potrà accadere. Una rapidissima crescita economica, che continua nonostante la crisi, combinata con ambizioni di influenza politica planetaria e con il rafforzamento militare, non può che destare preoccupazioni, e scatenare l'opposizione delle altre potenze. La peculiare storia della Cina, Paese grande e a lungo isolato, circondato da territori scarsamente popolati, ha prodotto intere generazioni di leader con una debole propensione alle relazioni internazionali. Ma questi stessi leader ora sono chiamati a una sfida cruciale: accettare una crescita sbilanciata, economica ma non militare, o aprire a una vera democrazia. Solo così la loro nazione potrà espandere pacificamente la sua influenza liberandosi dai conflitti che premono ai suoi confini. In caso contrario, la resistenza globale colpirà anche la crescita economica cinese, scatenando una pericolosa instabilità. Edward N. Luttwak racconta in questo libro il presente e il futuro di una terra ancora misteriosa ma ormai centrale per le sorti del mondo. "Non guardo a questo Paese e alla sua gente da osservatore distaccato, ma da persona che ne condivide speranze e preoccupazioni" scrive. Tra queste ultime, la principale è la rotta di collisione tra Cina e America.
Dal ruolo della schiavitù nell'antica Grecia al "comunismo" di Platone; dall'organizzazione feudale alla rivoluzione industriale; da Karl Marx alla Grande Depressione degli anni Trenta, fino allo sviluppo del mercato globalizzato nel secondo Novecento: in questo testo John K. Galbraith dimostra con sorprendente chiarezza che non si può comprendere il funzionamento dell'economia contemporanea senza conoscerne la storia, perché le teorie e le scelte economiche sono sempre un prodotto dei tempi e dei luoghi in cui nascono e si sviluppano. Accompagnando il lettore attraverso curiosi aneddoti e la lucida analisi di grandi temi - dalla distribuzione del reddito alla disoccupazione -, l'autore porta alla luce l'intreccio ineliminabile che lega questioni economiche, politiche e sociali. E spiega che l'economia non può essere socialmente neutra: ha sempre il potere di determinare, nel bene e nel male, la vita di una nazione e dei suoi cittadini.
"Il capitalismo va verso il tramonto non per le contraddizioni che il marxismo ha creduto di trovarvi, ma perché l'economia tecnologica va emarginando l'economia capitalistica." In questo nuovo libro, alla luce della crisi economico-finanziaria che ha travolto l'Europa e l'Occidente negli ultimi anni, Emanuele Severino analizza il declino dell'intera tradizione occidentale - colto in primo luogo come declino della politica, del cristianesimo e di tutte le religioni monoteiste, come ieri del socialismo reale -, svelandone la trasformazione più radicale: il passaggio da una globalizzazione economica a una globalizzazione tecnica. Ed è questa la ragione per cui, secondo il filosofo, è da escludere che la crisi attuale, per lo più considerata nell'ambito del libero gioco del mercato, possa essere risolta semplicemente attraverso un risanamento di tipo economico, morale, religioso o politico. In forte polemica con un'esclusiva soluzione di rigore e austerità, l'autore riflette sulla situazione dell'Unione Europea e sulle ambizioni dei suoi leader, offrendo una lettura inedita della crisi del vecchio continente e delle sue falle economiche.
L'economia italiana rischia il collasso e attingere a piene mani dalle tasche dei cittadini non è certo la soluzione per uscire dalla crisi. L'ennesima stagione del "rigore", inaugurata dal governo Monti sotto la pressione di un'Europa dietro la quale vi sono le ansie e le reticenze della Germania, non è altro che una formula rimasticata, che già in passato si è rivelata inefficace. Oggi può diventare una ricetta sicura per il disastro. Quello di cui l'Italia ha disperatamente bisogno sono imprese libere dalla rete della burocrazia e della corruzione; un sistema di tassazione che premi chi produce e non chi gestisce una rendita; una visione politica coraggiosa, che non si accontenti di traghettarci verso la successiva tornata elettorale, ma sappia mettere in campo riforme autentiche, in grado di affrancare il nostro sistema produttivo dai parassitismi che lo infestano. Mario Seminerio, analista e consulente finanziario, ci svela i retroscena e i meccanismi reali dell'economia. E avverte: il tempo per salvare il Paese sta per scadere.