La raccolta di Voci di Salmi è stata concepita con uno scopo preciso: favorire la preghiera quotidiana del libro dei Salmi da parte dei cristiani. Il libro dei Salmi, che contiene le preghiere tradizionali del popolo di Israele, è il libro dell’Antico Testamento più citato nel Nuovo Testamento per mostrare come Gesù il Messia ha assunto e compiuto ciò che i Salmi annunciavano. Per questo i cristiani hanno sempre cercato e trovato nel Salterio l’annuncio e la realizzazione dei misteri di Gesù Cristo, hanno ascoltato in esso la sua voce e la sua preghiera, hanno assunto da esso l’espressione e il linguaggio della loro preghiera.
I Salmi sono preghiera difficile, a volte contestata. Essi suscitano resistenze nei cristiani: sono preghiere che precedono Cristo, che presentano un linguaggio ostico, che contengono immagini radicate in una cultura e
in un tempo distanti dal nostro. Come dunque usare questi testi per esprimere la fede? La tradizione attesta che i Salmi sono preghiera irrinunciabile della chiesa, al punto che costituiscono l’ossatura della liturgia delle ore. La chiesa prega i Salmi innanzitutto perché essi sono stati la preghiera di Cristo stesso: Gesù li ha pregati nell’assemblea liturgica del suo popolo e li ha ripetuti con perseveranza nel suo colloquio segreto con il Padre. Egli ha avuto una tale familiarità con i Salmi che li ha citati nel suo insegnamento più di ogni altro testo della Scrittura. Non ha forse detto il Risorto agli Undici: «Bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi» (Lc 24,44)?
La chiesa, inoltre prega i salmi perché sono stati la preghiera quotidiana degli apostoli e degli autori del Nuovo Testamento, che soprattutto in essi hanno riconosciuto la profezia degli eventi della passione, morte e resurrezione del Messia; questi testi, inoltre, furono ben presto usati nelle assemblee cristiane come profezia del mistero di Cristo. Quindi, i Salmi sono preghiera di Israele, testimonianza del dialogo di fede tra il popolo e il suo Dio, sono preghiera di Gesù e sono preghiera della chiesa, anzi di tutte le chiese, preghiera ecumenica per eccellenza che unisce la radice (Israele) e i rami (le chiese).
Parola umana rivolta a Dio, i Salmi sono anche parola di Dio contenuta nel canone delle Scritture. Essi attestano che la risposta umana alla parola di Dio – dunque la preghiera, la liturgia – fa parte della parola che esce dalla bocca di Dio e a lui ritorna in forma di ringraziamento, lode, supplica, invocazione da parte dell’uomo (cf. Is 55,10-11). In questo straordinario libro è ritratto l’essere umano in tutta la sua multiforme identità, come ha saputo cogliere un grande amante
e commentatore dei Salmi, sant’Agostino: «Non c’è sentimento dell’uomo che non sia rappresentato nei Salmi come in uno specchio. Nel Salterio sono ritratti al vivo tutti i dolori, le tristezze, i timori, i dubbi, le speranze, le preoccupazioni, le perplessità, fino alle più confuse emozioni da cui l’animo degli uomini è agitato». Pregare i Salmi, allora, è anche un’occasione per crescere in umanità, «alla statura dell’uomo compiuto, Gesù Cristo» (Ef 4,13).