Nei trent'anni compresi tra l'acquisto della baia di Assab e la fine della guerra di Libia (1882-1912), anche il cattolicesimo affrontò la questione del colonialismo, con toni e modalità irriducibili alla tradizionale distinzione tra moderati e intransigenti. Basato su un ampio spoglio di fonti inedite e a stampa, il volume ambisce a fornire una prima ricostruzione del discorso dei cattolici italiani sull'espansione in Africa, con l'obiettivo di gettare nuova luce sulla formazione di una coscienza coloniale e sull'ingresso dei cattolici nella vita pubblica. Agli occhi di numerosi e autorevoli speakers 'bianchi', infatti, le colonie apparvero come una sorta di laboratorio politico, atto a dimostrare che non poteva esistere vera civiltà senza il cristianesimo e che i cattolici non erano nemici della patria, ma fautori della sua grandezza. Benché non recepito dalle élite liberali e più ampiamente dalle culture laiche, il discorso pose le premesse della svolta realizzatasi durante la Prima guerra mondiale, quando il sostegno cattolico allo sforzo bellico avrebbe creato le condizioni per la normalizzazione dei rapporti tra Chiesa e Stato.
Questo ottavo volume dell’epistolario di don Bosco raccoglie 394 lettere da lui scritte o sottoscritte nel biennio 1882-1883. Molte risultano sconosciute sia alle Memorie Biografiche, sia all’Epistolario curato da don Ceria; altre poi potranno sempre emergere da qualche archivio pubblico e privato, soprattutto di famiglie nobili. Quasi un centinaio sono quelle in lingua francese, due in spagnolo (1883) e quattro in latino (1882). Alle 394 lettere qui elencate in ordine cronologico vanno poi aggiunte le 21 lettere attestate, ma di cui si conosce solo sommariamente il contenuto (Appendice).