Prima edizione critica del testo originale tedesco e traduzione italiana di due corsi universitari tenuti da Schelling in un periodo decisivo del suo ultimo pensiero, quello dell'elaborazione del rapporto fra filosofia negativa e positiva (1839-1842). "Sui principi sommi" è la trascrizione di G. M. Mittermair d'un corso tenuto nel 1839 a Monaco di Baviera. Dopo un'accurata esposizione della dottrina dei principi sommi e un'originale filosofia della natura, presenta la prima formulazione del passaggio fra filosofia negativa e positiva. Il secondo è la trascrizione pubblicata da H.E.G. Paulus nel 1843 del primo corso svolto a Berlino, nel semestre 1841/42, dedicato alla Filosofia della rivelazione: una versione originaria e sintetica del testo delle "Opere complete", ricca di approfondimenti, con acute trattazioni di teoria delle potenze, storia della filosofia moderna, dottrina trinitaria, mitologie, misteri greci e rivelazione cristiana. Ad essa è premessa la Prima lezione di Berlino. Quale monografia introduttiva viene riproposto, in veste rinnovata, il lavoro di F. Tomatis: "Kenosis del logo. Ragione e rivelazione nell'ultimo Schelling", con prefazione di X. Tilliette, il maggior studioso d'ogni tempo di Schelling. Dedicato all'ultima lunga, evolventesi e articolata fase della sua filosofia (1821-1854), riguarda in particolare il tema del passaggio fra filosofia negativa e positiva.
A Chieri Giovanni Bosco visse una duplice esperienza: il periodo della scuola pubblica e quello degli studi seminaristici. Il primo è contrassegnato da un’attività disarticolata e febbrile al di sopra delle righe, in cui investe tutte le risorse di cui dispone. Il secondo è, invece, segnato dalla regolarità e dall’ascesi, in cui si obbliga al rigore comportamentale. Molto sciolto in città, forse più legato in seminario. Del resto, l’indole va governata e le doti disciplinate. Due tappe opposte e necessarie alla sua formazione, poiché grazie ad esse si affina il leader poliedrico, che non si arrende di fronte alle circostanze contrarie, e s’imposta il chierico devoto, che deve acquisire il sensus Ecclesiae nello spirito obbedienziale. Costante rimane l’ardore apostolico e la dimensione orante.
È arrivato a Chieri a sedici anni carico di essenzialità (diciamo pure in condizione di povertà!), con il bagaglio della esperienza di chi vive in campagna, con la buona volontà di chi desidera qualcosa di importante e di nuovo. È ripartito da Chieri per Torino giovane prete ventiseienne, con una spiritualità ben fondata, una cultura notevole, arricchito di ulteriori esperienze di vita umanamente profonde, con la prospettiva di fronte a sé della disponibilità generosa di rendersi aperto alle vicende e alle persone del ministero pastorale, particolarmente a favore dei giovani.
Il volume illustra e documenta il periodo della frequenza di Giovanni Bosco alle scuole pubbliche (1831-1835) e quella al seminario (1835-1841) in Chieri. Gli episodi della sua vita sono tratti dalla narrazione fatta da don G.B. Lemoyne nel primo volume delle Memorie Biografiche e da don Bosco stesso nelle Memorie dell’Oratorio. La documentazione è tratta dal Libro di Secondo Caselle, Giovanni Bosco studente. Chieri 1831-41: dieci anni che valgono una vita.