Data di pubblicazione: Aprile 2010
Codice: 9788817040266
DISPONIBILE IN 9/10 GIORNI
€ 26,00
Le cronache sportive di Gianni Clerici, da giocatore sempre
sconfitto agli Internazionali d’Italia a partire dalla prima
edizione del dopoguerra, riaffermano il suo diritto a una
rinascita tennistica con la penna, sino a issarsi al primo posto
mondiale assegnatogli dalla giuria internazionale della Hall of
Fame, unico cronista non americano della storia.
Un libro illustrato che celebra
l’ottantesimo compleanno
del più importante torneo italiano
di tennis.
“Fui un pessimo matador, però lo fui”, afferma uno dei personaggi di Morte nel pomeriggio di Hemingway, al quale i racconti di Gianni Clerici sono stati paragonati. Simile ad anglosassoni quali Damon Runyon e David Storey, Paul Gallico e Nick Hornby, Clerici è uscito dai campi della descrizione sportiva per spingersi in quelli più vasti della narrativa. Non mancano, tuttavia, nei suoi dodici tra romanzi e libri di racconti rivisitazioni dello sport, dal tennis (I Gesti Bianchi, Baldini&Castoldi), al calcio (Fuori Rosa, Vallecchi), al golf (Il Giovin Signore, Baldini&Castoldi), al basket (Cuor di Gorilla, Mondadori). Insieme a ciò, è l’unico tra i romanzieri italiani il cui obiettivo si sia rivolto a inquadrare paesi quali Gran Bretagna, Cecoslovacchia, Cile, Marocco, Francia. Il risultato della sua internazionalità è stato avvertito dalla critica con l’ammissione nella Hall of Fame americana per i suoi libri sul tennis, e dal Premio Grinzane Cavour nel 2006 per Zoo (Rizzoli). “Scrittore bimane” si autodefinisce ironico Clerici usando uno dei tanti neologismi che trapuntano il suo gergo definito “lombardese” dalla grande filologa Maria Corti. In questo volume, pubblicato in occasione degli ottanta anni degli Internazionali d’Italia, propone una scelta dei più interessanti articoli sull’argomento, completata da estratti di una sorta di diario pubblico non solo degli anni d’esordio del tennista Clerici, ma della folgorazione per il tennis del bambino Giann
Le cronache sportive di Gianni Clerici, da giocatore sempre
sconfitto agli Internazionali d’Italia a partire dalla prima
edizione del dopoguerra, riaffermano il suo diritto a una
rinascita tennistica con la penna, sino a issarsi al primo posto
mondiale assegnatogli dalla giuria internazionale della Hall of
Fame, unico cronista non americano della storia.
Un libro illustrato che celebra
l’ottantesimo compleanno
del più importante torneo italiano
di tennis.
“Fui un pessimo matador, però lo fui”, afferma uno dei personaggi di Morte nel pomeriggio di Hemingway, al quale i racconti di Gianni Clerici sono stati paragonati. Simile ad anglosassoni quali Damon Runyon e David Storey, Paul Gallico e Nick Hornby, Clerici è uscito dai campi della descrizione sportiva per spingersi in quelli più vasti della narrativa. Non mancano, tuttavia, nei suoi dodici tra romanzi e libri di racconti rivisitazioni dello sport, dal tennis (I Gesti Bianchi, Baldini&Castoldi), al calcio (Fuori Rosa, Vallecchi), al golf (Il Giovin Signore, Baldini&Castoldi), al basket (Cuor di Gorilla, Mondadori). Insieme a ciò, è l’unico tra i romanzieri italiani il cui obiettivo si sia rivolto a inquadrare paesi quali Gran Bretagna, Cecoslovacchia, Cile, Marocco, Francia. Il risultato della sua internazionalità è stato avvertito dalla critica con l’ammissione nella Hall of Fame americana per i suoi libri sul tennis, e dal Premio Grinzane Cavour nel 2006 per Zoo (Rizzoli). “Scrittore bimane” si autodefinisce ironico Clerici usando uno dei tanti neologismi che trapuntano il suo gergo definito “lombardese” dalla grande filologa Maria Corti. In questo volume, pubblicato in occasione degli ottanta anni degli Internazionali d’Italia, propone una scelta dei più interessanti articoli sull’argomento, completata da estratti di una sorta di diario pubblico non solo degli anni d’esordio del tennista Clerici, ma della folgorazione per il tennis del bambino Giann