L'autore assume la visione evolutiva moderna per ripensare teologicamente taluni aspetti del mondo, quali l'evoluzione, l'origine dell'uomo, la storia della salvezza, il matrimonio, il lavoro, l'escatologia.
Il libro offre una riflessione sulla presenza e l’importanza dello Spirito Santo nel vissuto del credente. Le considerazioni sviluppate da Juan Uriarte puntano a rivitalizzare la presenza cristiana nella società di oggi, ossia a promuovere un “modello alternativo” di vita tanto ecclesiale quanto civile.
Dapprima il testo descrive un mondo bisognoso di Spirito e raccoglie alcuni dei segni più preoccupanti di questa carenza. In un secondo momento richiama le affermazioni di carattere teologico e spirituale che ci avvicinano all’identità e alla missione dello Spirito Santo. In un terzo passaggio il libro presenta alcune dimensioni dello Spirito Santo che illuminano la gestazione dell’uomo “alternativo”. Il quarto capitolo tratteggia il profilo di quest’uomo spirituale e alternativo e, allo stesso tempo, scopre in esso la “complicità” e l’impronta dello Spirito Santo. Nella quinta parte si indicano una serie di compiti che, per generare questo tipo di persone e di comunità, lo Spirito assegna oggi alla Chiesa.
Una spiritualità per il nuovo millennio. Una riflessione sul pianeta Terra, organismo vivo la cui sopravvivenza è a rischio. Una sfida per l’umanità che, oggi globalizzata, può ricevere salvezza scegliendo di praticare tre virtù fondamentali: l’ospitalità, la tolleranza, la commensalità.
Dalla quarta di copertina:
Il tipo di relazione che l’umanità ha stabilito nel corso degli ultimi secoli con la natura, sfruttando tutte le sue risorse naturali in modo sfrenato, ha provocato due minacce, con gravi conseguenze prevedibili.
La prima riguarda il pianeta Terra come un tutto. Gli squilibri stanno decimando la biodiversità e mettendo a rischio la biosfera. Non è più garantito il futuro del sistema-vita. Per affrontare una tale minaccia urge proclamare e vivere un’etica dell’impegno, della corresponsabilità collettiva, della solidarietà e della compassione.
La seconda minaccia riguarda l’umanità, oggi globalizzata. Abbiamo costruito una macchina di morte capace di porre fine alla specie umana o di dividerla tra quei pochi che posseggono tutti i mezzi di vita e i molti che sono abbandonati alla propria sorte. Per opporsi a questa minaccia abbiamo bisogno di alcune virtù fondamentali: l’ospitalità tra le persone, i popoli e le culture; la convivenza, il rispetto e la tolleranza di fronte alle diversità; e infine la convivialità che significa potersi sedere insieme alla stessa mensa, mangiare e bere come un’unica, grande famiglia. Il risultato della pratica di queste virtù è la cultura della pace.
Sono questi i temi che le tre parti di quest’opera, Spiritualità per un altro mondo possibile, vogliono svolgere e approfondire.
Uno dei piu importanti e innovativi libri teologici attuali, che rappresenta un caso unico nella panoramica di pubblicazioni sui problemi teologici del Terzo Mondo.
L'autore traccia in questo suo denso libro, in forma sistematica e comprensibile a tutti, un panorama del male in teologia.
Le donne di cui Marco ci racconta erano per i loro contemporanei una provocazione bella e buona: una, estremamente sicura di sé, osa prendere la parola; un'altra coraggiosamente corregge Gesù; una terza mostra di avere una fiducia incondizionata... Eppure, i nomi di queste donne non ci sono stati tramandati: perché? Johannes Eckert si mette sulle loro tracce e indaga le loro storie. Riesce a scoprire così un messaggio altrettanto provocatorio per noi e per la chiesa di oggi. Il vangelo di Marco viene letto dall'abate benedettino come apertura alla vita: è la vita il luogo reale della "buona novella". Eckert motiva allora anche noi ad alzarci in piedi e a mettere in discussione strutture attuali come l'obbligo del celibato sacerdotale, a immaginare come possibile il cardinalato per le donne, a cambiare prospettiva nelle forme di sostentamento del clero... Incoraggia soprattutto i giovani e le giovani a osare, a sperimentare in quel vasto campo d'azione che è la Chiesa. Eckert si mette sulle tracce delle donne che compaiono nel vangelo di Marco. Indagando le loro storie, riesce a scoprire un messaggio stimolante anche per noi e per la chiesa di oggi. «Non riesco più a ignorare, delle donne incontrate da Gesù, le loro provocazioni attualissime. Sono una parte importante del vangelo che noi tutti siamo tenuti ad annunciare».
Come vivere l'identità cristiana nel mondo? Anziché attardarsi a stilare un elenco di consigli dettagliati o di singole massime operative, G. Greshake da teologo di lungo corso - propone una riflessione "alta" su alcuni atteggiamenti di fondo della vita cristiana e delinea una "topografia" spirituale sui contesti importanti in cui dare realizzazione alla vita di fede. Come possiamo e dobbiamo vivere da cristiani nel mondo? All'insegna di questa domanda-guida, Gisbert Greshake propone una riflessione teologica su alcuni atteggiamenti fondamentali della vita cristiana e su luoghi e contesti importanti in cui dobbiamo vivere la nostra fede: la questione del senso della nostra vita sulla terra; l'ascolto della chiamata di Dio; il senso della vita quotidiana e della festa; dove e come possiamo trovare Dio nella nostra vita e nel mondo; come l'essere umano deve comportarsi con la finitezza della propria vita; la preghiera. Il libro offre, attraverso l'approfondimento di questi temi fondamentali alla base delle diverse spiritualità, un aiuto per realizzare spiritualmente la propria identità cristiana.
Va di moda sostenere che oggi in Occidente, allontanatasi l'ondata secolarizzatrice, siamo pacificamente immersi in una nuova epoca religiosa post-secolare. Ma questa lettura semplicistica dice solo una parte della verità. Dalferth ci mette sull'avviso: la fede dei cristiani sin dalle origini ha inteso rendere profano il mondo, operare una critica della religione e delle religioni, dare nuova forma alla vita umana alla presenza di Dio. Per il cristiano ciò che conta è rendere presente e attuale il Padre di Gesù Cristo in tutti gli atti vitali, lasciandosi alle spalle la semplicistica alternativa tra vita religiosa e vita non-religiosa. Decisiva non è dunque la differenza tra sacro e profano nel mondo, ma la distinzione - nello spazio mondano - tra una vita che al Dio trascendente si orienta (fede) o non che invece non lo fa (incredulità). Vivere religiosamente non è buono in sé e per se; dipende da come si è ciò che si è e da come si fa ciò che si fa. In estrema sintesi: la vita cristiana, immersa in un mondo profano, si vuole radicalmente orientata alla Trascendenza: Dalferth approfondisce criticamente questa consapevolezza, in chiave sia filosofica sia teologica.
Ai nostri giorni, in cui così tanti stimoli si riversano su di noi e siamo martellati da più parti su come dovremmo vivere, sentiamo spesso bisogno di trovare un appiglio nell'incertezza, nella confusione. Gli atteggiamenti descritti in questo libro intendono proprio fungere da appiglio per la nostra vita: meglio, per trasformare la nostra vita, per farci vivere bene. Certo, non possiamo sempre scegliere le circostanze esterne della nostra vita, ma dipende da noi quali traguardi ci prefiggiamo e quale direzione prendiamo. Gli atteggiamenti esistenziali qui esemplificati da Anselm Grün ci aiutano a seguire la nostra strada, quella che conduce alla nostra intima essenza. Perché in noi ci sono più potenzialità di quanto non pensiamo! «Con questo libro vorrei invitarvi a scoprire in voi stessi nuovi modi possibili di vivere che conducono a maggior vitalità, libertà, pace e amore. Ritenevi capaci di realizzare qualcosa! Abbiate fiducia nella vita che è in voi! Siete molto più capaci di quanto pensiate. E il vostro modo di vivere trasformerà non soltanto voi stessi, ma anche il mondo tutt'intorno a voi» (A. Grün).