"Ah, non può esserci l’amore dell’anima? Eppure io non vi ho amato per la vostra gigantesca persona! […] Dunque perché sono una nana devo tanto patire? Ma è mia la colpa dunque?"
Un giornalista, alto grasso biondo, arriva a Nuoro dalla capitale per conoscere Grazia Deledda ed è una visita che non sarà mai dimenticata. Sono i primi di settembre del 1891 e Grazia non ha ancora vent’anni. Il giornalista, un poco più adulto, si chiama Stanislao Manca, Stanis per gli amici, e appartiene alla più antica aristocrazia sarda: i duchi dell’Asinara. A Roma cerca di farsi strada nella redazione della “Tribuna”. Sta intanto preparando per l’editore Sonzogno le dispense delle "Cento città d’Italia" dedicate alla Sardegna e ha l’idea di chiedere a quella giovinetta un breve articolo su Nuoro. Alla lettera del 7 maggio 1891 Grazia risponde con una serie di fotografie e una prosa vivace, aprendo così un carteggio destinato a protrarsi, reciproco fino al primo incontro poi tenuto in piedi solo da lei con volontà disperata. Sono lettere di grande interesse e bellezza che svelano sogni e ferite tormentose: l’Amore e la Gloria, insieme al senso vivo della propria inferiorità sociale, intellettuale, fisica soprattutto. Questo epistolario, in gran parte inedito, è nella sua drammatica tensione emotiva un grandissimo romanzo d’amore, o meglio il martirio di un romanzo d’amore impossibile. È la storia di una donna che sta coltivando il suo enorme talento, ma viene come sorpresa dall’aggressione del desiderio, dell’attrazione, dalla lucentezza rapace di "occhi tigreschi" che tornano e ritornano anche nella sua opera.
Bologna, settembre 1909. Due cadaveri sono scoperti nello stesso luogo a poche ore di distanza. Intanto, tra i due ritrovamenti, Enea Rossetti, disegnatore per vocazione ma poliziotto per necessità, prende servizio nella Regia Polizia Scientifica e viene gettato nelle indagini che si annunciano subito complicate: uno dei morti è un poliziotto sulle piste di un possibile attentato anarchico. Nel caso entrano uno dopo l'altro anche l'Ufficio Affari Riservati, il servizio segreto non ufficiale del Regno d'Italia; un libraio anarchico amico di una contessa troppo zelante nello svolgimento delle sue attività di beneficenza; alcuni studenti spagnoli appassionati di calcio e politica; un medico vittima di un passato ingombrante; un anziano finanziere austriaco indeciso se evitare una guerra mondiale o accelerarne lo scoppio. Ma in questa città scossa dai fermenti del nuovo secolo, il pericolo maggiore per Enea non verrà tanto da un misterioso assassino, quanto dalle azioni di Elena Grazia Maria Diletta Bentivoglio de Lorenzis (detta Conchita), grande appassionata di medicina e di Sherlock Holmes. L'imprevedibile figlia del capo dell'Ufficio Affari Riservati non solo ha l'innata capacità di trovarsi sempre nel momento sbagliato con le persone sbagliate, ma anche quella di coinvolgere Enea nella più complicata delle storie. Età di lettura: da 10 anni.