Alla fine del XIX secolo i Balcani erano visti come luogo di instabilità politica e di feroci conflitti tra le diverse etnie. Dopo la Prima guerra mondiale, con l’espressione "balcanizzazione" si finì per intendere la riduzione di uno Stato a un disordine politico perpetuo. A tutt’oggi, i Balcani continuano a essere considerati una terra di nessuno tra l’Occidente e l’Oriente, oppressi dal fardello di un passato pesante, focolaio degli odi ancestrali tra i diversi gruppi etnici. Il libro intende rivolgersi soprattutto al lettore che non si accontenta di una prospettiva schiacciata sul presente, ma vuole invece comprendere i problemi di una regione che sta faticosamente emergendo dalla marginalità storica. In questa seconda edizione, il testo è stato aggiornato e ampliato considerando anche le vicende della Turchia dal 1923 ad oggi.