Stilati da Eugenio Corti nel corso del Secondo conflitto mondiale e subito dopo, raccolti in diciassette quaderni conservati dalla moglie Vanda e ora proposti nella loro integralità, questi Diari coprono un arco temporale che va dal 18 novembre 1940 al 22 novembre 1949. Vi è trattata l'esperienza terribile di un giovane uomo in guerra: gli ideali alla partenza, il viaggio interminabile, il fronte del Don, il martirio della ritirata. E, dopo l'8 settembre, la fuga verso sud e la battaglia insieme agli Alleati per combattere i tedeschi sul fronte adriatico. E ancora dopo, gli scontri politici nell'Italia «pacificata». Inoltre, queste carte contengono la genesi della sua vocazione di scrittore e la sua maturazione umana, il passaggio dall'idealità giovanile alla serietà dell'impegno di chi è passato attraverso il fuoco. Grazie a questi Diari finora inediti possiamo adesso conoscere tutti i dettagli di quell'itinerario spirituale: i sogni di un ventenne che si affaccia alla vita, l'esperienza in presa diretta della guerra, il suo primo laboratorio di scrittura. Ma ne conosceremo anche il volto privato: le paure, il carattere ardente e inflessibile nei confronti dell'ingiustizia, il disgusto per le atrocità di cui l'uomo è capace, la fede cristallina. L'esperienza «letteraria» della guerra, che ne è la logica conseguenza, ha conosciuto uno splendido esordio nel 1947 con "I più non ritornano" (Garzanti), il primo memoir della tragica ritirata di Russia. E nel successivo capolavoro, "Il Cavallo rosso" (1983), ha trovato il crogiolo narrativo in cui versare un'altissima sintesi tra la constatazione dell'orrore, lo sguardo dell'anima e l'attenzione al destino di ogni singolo uomo.
“Sto leggendo Stendhal, devo leggere Proust... queste ultime letture sono necessarie, se devo tornare ai miei diletti Omero-Virgilio-Dante attraverso l’assorbimento e il superamento della cultura posteriore... Presto dunque mi metterò al lavoro, e intanto già penso che, uscito il nuovo libro, inizierò un nuovo periodo di vita più mescolata alla vita comune, meno isolata. Certo,
poi, tornerò a scrivere. L’ambiente non mi è molto favorevole...”. Eugenio Corti sentì prestissimo la vocazione alla scrittura come alla ricerca della verità e della bellezza: ne sono una straordinaria testimonianza queste pagine inedite
dei suoi Diari, da cui apprendiamo la sua formazione letteraria, l’amore per la natura, la fede cristallina, come le vicende drammatiche dei suoi anni di guerra, che saranno il motivo ispiratore della sua scrittura.