Gianni Canova tocca uno dei nervi scoperti del dibattito culturale in Italia, senza sconti per nessuno dei soggetti coinvolti: L'Italia del XXI secolo è diventato un paese culturalmente anoressico: dopo il neorealismo dell'immediato dopo-guerra mancano riferimenti culturali riconosciuti a livello internazionale e un paesaggio di consumo culturale degno di un paese sviluppato. Mentre l'intellettuale progressista-elitarista si gongola tra i suoi idoli (denaro, mostre e popolarità), l'unica vera rivoluzione culturale del XX secolo sembra rimasta quella del cinema. La domanda di fondo del saggio rimane: è possibile rianimare o costruire una nuova democrazia culturale nel Belpaese?
Appena arrivati a New York, nei primi anni della guerra, gli ebrei polacchi dicono tutti la stessa cosa: «L'America non fa per me». Ma poi, un po' alla volta, molti ricominciano a «sguazzare negli affari» come pesci nell'acqua. Altri invece, e più di chiunque il protagonista di questo romanzo, girano a vuoto, si barcamenano, vivono alle spalle degli amici ricchi, o delle donne che riescono a sedurre. Di queste ultime Hertz Minsker non può fare a meno: sono «il suo oppio, le sue carte, il suo whisky»; le loro gambe, le loro ginocchia contengono «una sorta di promessa», e lui ha bisogno ogni giorno di nuove avventure amorose, di «nuovi giochi, nuovi drammi, nuove tragedie o commedie». Minsker, che pure è un erudito e ha familiarità con il Talmud e può «recitare poesie in greco antico e in latino», sembra capace solo di finire nei guai, e «da quarant'anni sta lavorando a un libro ma ancora non ha finito neanche il primo capitolo». In genere, però, le catastrofi che provoca, a sé stesso e a chi gli sta intorno, si risolvono in una strepitosa commedia - una commedia alla Lubitsch, con mariti traditi, amanti imbufalite, sedute spiritiche fasulle, crisi di nervi, mercanti di quadri falsi, audaci e fumose teorie edonistico-cabbalistiche...
A Keyla la Rossa nessuno resiste: né Yarme - un seducente avanzo di galera -, né il giovane e fervido Bunem - che pure era destinato a diventare rabbino come suo padre -, né l'ambiguo Max. Se questo magnifico libro è rimasto praticamente inedito fino a oggi, è forse perché Singer esitava a mettere sotto gli occhi dei lettori goy il «lato oscuro» di quella via Krochmalna da lui resa un luogo letterariamente mitico. In Keyla la Rossa si parla infatti in modo esplicito di due argomenti tabù: la tratta, a opera di malavitosi ebrei, di ragazze giovanissime, che dagli shtetl dell'Europa orientale venivano mandate a prostituirsi in Sudamerica, e l'ignominia di un ebreo che va a letto sia con donne che con uomini. Alle turbinose vicende dei quattro protagonisti (e dei numerosi, pittoreschi comprimari) fa da sfondo, all'inizio, la vita brulicante, ardente, odorante e maleodorante del ghetto in cui era confinata, in condizioni di estrema miseria, la comunità ebraica di Varsavia, e poi quella, non meno miserabile e caotica, delle strade di New York in cui si ammassavano gli emigrati nei primi decenni del secolo scorso: affreschi possenti, che non a caso molti hanno accostato a quelli ottocenteschi di Dickens e Dostoevskij.
Bisogna rifondare i presupposti su cui si regge una città. E ogni rifondazione richiede un nuovo patto sociale, un nuovo modello di società. Del disastro urbano in corso negli ultimi decenni non sono colpevoli direttamente gli architetti o gli urbanisti, si tratta di una crisi di civilizzazione. La nozione di decrescita soccorre questo vuoto di prospettive: un'uscita dal valore, di cui il PIL, volto statistico dell'obbligo della crescita sociale secondo i parametri della produttività, ne è l'immagine perversa più propagandata. Con questo agile e graffiante pamphlet, il teorico della decrescita Latouche e Marcello Faletra smontano l'ideologia di un capitalismo che si fa estetico, vettore di controllo sociale attraverso la cultura. L?architettura contemporanea, con le sue spettacolarità, è smascherata come l?espressione più visibile dell'economia globale, uno spazio governato dai flussi finanziari privati.
"La società automatica" risponde politicamente e teoreticamente alle previsioni di un'eclissi dell'impiego salariato in Europa causata dall'automatizzazione generalizzata della produzione. La sua risposta, tuttavia, si estende anche alla crisi finanziaria, alla decadenza dei saperi, al potere dei big data, allo sfruttamento 24/7 delle facoltà cognitive e alle innovazioni dell'intelligenza artificiale, così come all'emergenza ecologica relativa al cambiamento climatico. Di fronte a questo scenario, Stiegler invita a concepire una società automatica degna di tali sfide, ossia in grado di adottare criticamente l'automatizzazione con il fine di salvaguardare e potenziare quel che non è calcolabile e non deve essere automatizzato: i saperi, gli affetti, il desiderio e le relazioni, vale a dire ciò che fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta.
Questo libro è stato scritto mentre imperversava la disumana ‘chiusura dei porti’ imposta dal governo italiano allora in carica a danno di profughi in fuga dall’inferno libico. Quella pagina vergognosa della nostra storia recente, che ha macchiato l’onore del nostro Paese, è stata anche rivelatrice di un male antico e sempre latente: il lauto consenso che premia la demagogia xenofoba. Drammatica conferma di quello che Umberto Eco definì efficacemente il «fascismo eterno». La xenofobia sovranista ha fatto credere che la soluzione alle ondate migratorie sia «alzare il ponte levatoio». Ma la storia ci insegna che la vicenda degli spostamenti di masse umane coincide con la storia stessa del genere umano. È puerile volervi porre un freno ‘a mano armata’. Gli stessi Stati europei che ora indossano l’elmetto per chiudere le porte e i porti traggono origine da migrazioni di popoli che investirono – in un processo storico durato secoli – la struttura statale all’epoca considerata la più forte: quella dell’impero romano. Il Mediterraneo – oggi cimitero a cielo aperto –, che l’imperialismo europeo per lungo tempo ha diviso in colonizzati e colonizzatori, era stato molto prima, e per un tempo non breve, un’area politicoculturale unitaria. Può tornare a esserlo se sapremo ripensare radicalmente la troppo augusta, arroccata e qua e là incrinata, ‘unione’ europea.
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L’opera è aggiornata alle ultime novità normative:
- L. 28 giugno 2019, n. 58, di conv. del D.L. 30 aprile 2019, n. 34 (cd Decreto “crescita”)
- Decreto sblocca cantieri
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L. 8 agosto 2019, n. 81 (conv. D.L. 59/2019), in tema di spettacoli e intrattenimenti pubblici
L. 8 agosto 2019, n. 77 (conv. D.L. 53/2019), in materia di ordine e sicurezza pubblica (cd decreto sicurezza)
L. 19 luglio 2019, n. 69, in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere (cd codice rosso)
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Questo libro del prof. Piero P. Giorgi, neuroscienziato e docente di studi sulla Pace, ha tre scopi fondamentali: dimostrare la natura nonviolenta degli esseri umani (in senso bio-culturale, non genetico) per sapere chi siamo; dimostrare che il modo in cui abbiamo vissuto nelle ultime migliaia d'anni non è normale per gli esseri umani (violenza dell'uomo contro l'uomo e dell'uomo contro la natura); proporre una soluzione al malessere sociale: una rivoluzione nonviolenta, lenta, legale e locale per recuperare la nostra vera umanità e così evitare una rapida estinzione della specie. A differenza di altre discussioni su violenza e nonviolenza, quanto raccolto in questo libro è basato esclusivamente su dati scientifici disponibili in testi universitari, le cui implicazioni sociali sono normalmente ignorate a causa di esagerate separazioni disciplinari e di un imposto rispetto per certi sistemi di potere. Una società nonviolenta è possibile.
Dory deve salvare sua sorella Viola: le compagne l'accusano di aver rubato un braccialetto, ma non può essere! Di sicuro c'entrano i pirati... Come se non bastasse ci si mette pure lei Signora Arraffagracchi, con tanto di benda sull'occhio. Nel frattempo Mary trova uno nuova amica (come come??) e il signor Bocconcino si trasforma in una sirena. Cos'altro mai potrebbe succedere? Età di lettura: da 6 anni.
Ildegarda di Bingen, proclamata dottore della Chiesa da papa Benedetto XVI, è stata una figura di mistica colta e aperta ai problemi del mondo. Donna geniale, ha lasciato un'opera che spazia dalla descrizione di piante e minerali alla medicina, alla musica, alla cucina raggiungendo la più elevata teologia caratterizzata dal contatto quotidiano con la natura e i suoi segreti. I due autori - Marcello Stanzione, sacerdote, massimo esperto italiano in Angelologia, e AlbaSali - Master trainer PNL, studiosa di costellazioni familiari, ideatrice di Time-Line Crearmoniche, autrice di libri tra cui "Figli" che amano troppo (Mediterranee) - propongono un interessante viaggio nella medicina naturale di Ildegarda, in particolare nel mondo meraviglioso delle pietre e dei cristalli. Partendo dai testi di Ildegarda che descrivono le virtù curative e terapeutiche di ogni pietra secondo la creazione divina, di ognuna viene analizzata etimologia, mineralogia e influsso sul piano fisico e spirituale. Conclude il libro un'ampia sezione di preghiere di guarigione della Santa.
Michele è il condottiero, il principe, il «capo» degli angeli. È l’Arcangelo che Dio invia agli esseri umani in qualità di guida sulle vie della vita. Il libro sistematizza la dottrina teologica e la storia a riguardo di san Michele e degli Angeli, presentandole in una modo affascinante, innovativo ed estremamente interessante per i lettori.