Cosa sono il Bene e il Male? Due entità distinte e incompatibili o due facce della stessa medaglia? Come si domandava William Blake, chi ha dato forma alla Tigre può averla data anche all'Agnello? È quello che si chiede anche Costantino VII Porfirogenito, protagonista adolescente di questo romanzo: un'avventura fantastica che trasforma la Bisanzio del X secolo in un mondo alternativo. Un reame dove misticismo ed esoterismo non sono concetti astratti ma realtà quotidiana, e dove personaggi storici come Leone il Filosofo, Nicola il Mistico e Andronico Dukas si scontrano nella antica ed eterna lotta fra l'Artefice e il Nemico.
Cosa sappiamo delle tragiche vicende che colpirono alcune popolazioni del Sud dopo l'Unità d'Italia? Come, e a opera di chi, si diffusero nel mondo gli ideali che hanno animato il Risorgimento italiano? Che cos'è il signoreggio bancario e quali effetti ha sul cittadino? Tante le domande alle quali questo volume tenta di rispondere.
Ogni fede religiosa trova la sua espressione in un insieme di azioni e di comportamenti non solo liturgici e spirituali, ma anche di altra matrice culturale. Questa unione di gesti, azioni e parole costituisce nell'insieme ciò che i cultori di teologia chiamano Rito. Il testo affronta in forma analitica la presenza di più riti esistenti e coagenti nell'unica fede cristiana, da Oriente a Occidente, che nel corso di ormai duemila anni, ha permeato di sé uomini e cose dalle diverse ambientazioni e culture. Nel libro si parla, oltre che di uomini, anche di cose, per non sottacere le varie forme artistiche legate alla spiritualità: musica, pittura, canto e altre espressioni culturali, che oggi, disseminate nei quattro continenti, rimandano alle radici cristiane. Nelle sue pagine, dopo una puntuale descrizione delle differenti forme rituali, il lettore viene condotto in un affascinante viaggio all'interno della cristianità d'Oriente.
Delineando un quadro preciso ed obiettivo per soppesare la 'verità mistica' e la 'verità storica' della genesi del Martinismo come Ordine Iniziatico e come insegnamento di Louis Claude de Saint Martin, l'autore ha attinto a fonti spesso inedite, nonché da archivi segreti, e si è avvalso di contatti personali con i protagonisti della storia massonica e martinista o con i loro diretti allievi. Il libro è, dunque, una sintesi storica e attendibile di questa fondamentale linea iniziatica occidentale che conserva in sé gli insegnamenti più significativi della plurisecolare tradizione ermetica.
Molti indizi lasciano intravedere delle significative affinità tra il pensiero platonico e il pensiero indiano, che, se approfondite, rivelano l'unità della Tradizione sapienziale, al di là di confini spazio-temporali. Tuttavia questo tema rimane poco esplorato dalla ricerca accademica, costituendo una lacuna che lascia nell'ombra alcuni aspetti del complesso pensiero platonico. Il volume "Platone e il Vedanta" si propone di colmare, almeno in parte, questa lacuna, presentando ai lettori italiani due interessanti articoli sull'argomento apparsi in lingua inglese, il primo su Platone e lo Yoga e l'altro su Platone e le Upanishad, con un saggio introduttivo, Discriminazione tra sé e non sé in Platone, che traccia un parallelismo tra il Drig-Drishya-Viveka attribuito a Shankaracharya e l'Alcibiade I di Platone. I due articoli sono: Platone nella luce dello Yoga di Jeffrey Gold, docente di filosofia antica presso il Philosophy Department della East Tennessee State University, e Platone e le Upanishad dell'indologo Nicholas Kazanas, già Direttore dell'Omilos Meleton Cultural Institute di Atene.
La massoneria è un po' una storia d'amore. È l'amore per una conoscenza che desideri e che non hai. Noi la cerchiamo in lei perché, nei secoli, nei suoi simboli si è depositata la saggezza dell'umanità. Il neoplatonismo, l'ermetismo, la Qabalah e la tradizione ebraica, la gnosticismo. La Massoneria è fatta di simboli. Vive perché si muove. La complessa ritualità, articolata tipicamente in tre gradi, e completata nel cosiddetto Arco Reale, non è altro che una simbologia in movimento. Svolgere un rituale vuole corteggiare la massoneria, fare sì che i simboli si innamorino di noi, e li amiamo, li scaldiamo, li nominiamo, li invitiamo apposta per averli, per possederli, per farli nostri una volta e per tutte. Per adattarci il nostro significato, la nostra idea del mondo. Perché a questo serve il metodo massonico: non darci una verità precostituita, fatta una volta per tutte, dogmatica. Ma stimolarci continuamente a metterci in gioco, ad essere filosofi per davvero. Essere seduttori. Diventare tutti dei don Giovanni.
"Questo non è un libro di storia. Ha come unica ambizione quella di raccogliere una parte del contributo che i Massoni Livornesi hanno dato alle vicende di questa straordinaria e amata Città. Ogni giorno i livornesi passano da strade e piazze, vedono monumenti e lapidi, frequentano luoghi e istituzioni di cui spesso ignorano il significato. È stata dunque la volontà di trasmettere una presenza ininterrotta che inizia prima della metà del Settecento, che continua tra il 1821 e il 1859, e anche durante la dittatura fascista nel retrobottega di un locale pubblico dove vennero iniziati alcuni Fratelli, e ci furono Massoni esuli all'estero e esuli in Patria. La storia dunque siamo anche noi, con un contributo non certo esclusivo ma non secondo ad alcuno, che spesso viene omesso o dimenticato, ma di cui dobbiamo essere orgogliosi custodi."