Apprendere e insegnare. Amare ciò che si insegna e coloro ai quali si insegna. Questa l'essenza stessa della Libera Muratoria, dove l'essere Maestri non significa aver compiuto un cammino. Nei testi qui raccolti ciò emerge con estrema chiarezza, testi inediti o di difficile reperibilità, tracce della parte di "viaggio" già compiuta dall'autore che chiede al lettore di comprendere le ragioni di una scelta non facile nella convinzione che, in fin dei conti, la libertà di scegliere è anche inevitabilmente libertà di errare.
Questo libro presenta diversi aspetti di rilievo, non solo perché offre agli studiosi della massoneria documenti di sicuro interesse per meglio cogliere le intricate vicende relative a un momento storico di grande sviluppo della Libera Muratoria in Italia, ma anche perché mette in risalto la complessità dei problemi storiografici che deve affrontare chiunque intenda accostarsi alla storia della massoneria senza i toni dell'agiografia o dell'apologetica.
Viaggiare nel passato alla ricerca delle radici della civiltà europea attraverso i miti e le leggende. È questo il senso di questo libro di Salvatore Spoto che, rivisitando centri e personaggi isolani, giunge alla dimostrare che la Sicilia è stata il ponte di passaggio della civiltà orientale nel Vecchio Continente. L'autore ricorda profili di personaggi, come quello di Caronda, al quale va riconosciuto il merito di aver varato le prime leggi sociali, ricorda la primitiva versione del mito di Aci e Galatea secondo la quale Galatea era la madre dei popoli d'Europa. Nel viaggio virtuale tra passato e presente, Salvatore Spoto visita i centri siciliani, per rivisitare le arcaiche radici costituite dagli embrioni di lontanissime forme sociali e rituali, capisaldi della genuinità dello spirito e della fratellanza cosmica tra gli uomini. Le pagine aiutano anche a scoprire un aspetto dimenticato della Trinacria, quello di essere custode dell'inestimabile patrimonio di storia e civiltà.
Fatte di stelle e di tarocchi è un racconto parzialmente autobiografico, anche se l.autore sostiene esserlo del tutto. Il termine Fatte nello slang della Palermo vitaiola degli anni '80 voleva indicare sia i "racconti delle cose accadute" che le "fanciulle molto ma molto sognanti delle saghe cittadine". Il titolo può essere così interpretato o come "Racconti di stelle e di tarocchi" intendendo per questi ultimi le 22 lame degli arcani maggiori o "Fanciulle stupefatte dalle stelle e dai tarocchi".
Gustavo Raffi ha fatto una Rivoluzione. Lo capiamo meglio tuffandoci nei suoi pensieri che si sono fatti storia, anticipando percorsi e dilatando la speranza di poter crescere ancora. Lui, il 'direttore d'orchestra', ha armonizzato gli strumenti, si è messo accanto agli altri, costruendo giorno dopo giorno un mosaico in cui ciascuna tessera ha la sua bellezza e utilità a un progetto da declinare insieme. È bastato poco, ama ripetere il Gran Maestro: si sono aperte le porte del Vascello e dei Templi e i massoni hanno incontrato e conosciuto tanti amici. Hanno iniziato a guardare negli occhi tutti, dai Premi Nobel alla gente assetata di giustizia. Laicità positiva e infinita libertà.
La filosofia di Orfeo, Pitagora, e Platone è la formulazione concettuale o la codificazione dell'Insegnamento dei Sacri Misteri greci; questi costituiscono un corpo dottrinario tradizionale il cui fine è di additare all'individuo "caduto" la via dell'affrancamento dal mondo sensibile. La Tradizione orfica, seguendo la Dottrina unica universale, considera l'anima-intelligibile racchiusa nel corpo sensibile; compito dell'ente è sorgere da questa "tomba" e risvegliarsi al riconoscimento della propria immortalità; ciò che vi è di divino nell'uomo deve tornare al Divino, in ciò consisteva la catarsi orfica; Platone, a sua volta, è un trasmettitore della Tradizione misterica occidentale, la sua filosofia è continuazione dell'insegnamento orfico e pitagorico.
Il testo presenta i manoscritti delle origini della Massoneria, costituendone pertanto la Storia e la Memoria. Il Poema Regius è il più antico documento massonico che si conosca e dà l'avvio a un fenomeno di rilevanza storica, considerando che fino al XIII-XIV secolo all'interno della Libera Muratoria vigeva la regola della tradizione orale. L'adozione della forma scritta si andò praticando parallelamente in tutti i Paesi europei, manifestandosi non solo come una novità formale ma anche come strumento sostanziale di evoluzione e veicolo di contenuti e di esigenze peculiari del momento storico. La comparsa dei manoscritti infatti non fu un fenomeno casuale; anzi è configurabile addirittura un'"epoca dei manoscritti", che segna un'importante fase di evoluzione delle compagnie muratorie, contraddistinta dalla esigenza di stabilire regolamenti generali per tutta la categoria a guisa di legge universale. La tendenza alla codificazione di principi generali acquista propri o nei manoscritti un carattere spiccatamente universalistico, idoneo a sviluppare significati altamente educativi che vanno certamente oltre i confini di una semplice etica di mestiere.
La vicenda di Anpu, è un invito narrato in un racconto dai molti significati, a compiere il viaggio dell'esistenza oltre il tempo e lo spazio. È un itinerario nell'epoca del regno di Ramesse II, nella sacralità delle prove iniziatiche di un neofita aspirante al sacerdozio. Anpu, conosce la società egizia (suddivisa in varie caste) di quell'epoca. Il protagonista cerca la verità, nel susseguirsi degli eventi, nel trovare l'essenza che lo condurrà verso la certezza del suo futuro. L'autore vuole dimostrare, nella bellezza del suo romanzo, l'uomo posto al centro del suo mondo, non condannato alla stasi, o alla ripetitività (come nel nostro presente) che, nel suo iter affronta tutte le vicende che gli si presentano. In ognuna di queste, trova quella parte di verità che si ricompone nel simbolo della vita. Questa è la sua vera costruzione e realizzazione. Il protagonista ha avuto il "Dono dell'anima".
L'uomo è tra le cose ma nello stesso tempo è intenzionalmente distinto da esse. Se l'interrogato è l'ente stesso in forza di ciò la pre-comprensione è già un compito ontologico e per filosofare con una giusta via d'accesso all'ente occorre superare ciò che è condizionato e limitato per liberare la potenza del pensare, restituendo al filosofare quella "visione originaria" che essendo ascolto è svelamento di pienezze. L'indicibile Uno è il centro di tutte le "cose d'amore" e da esso proviene ed è attratto l'uomo che attraverso questo rapporto è in grado di intendere il molteplice ricomponendolo all'Uno. Relazionare l'uomo al puro Bezug, cioè a una costituzione percettiva, è compito di "ininterrotti sentieri" frutto sia del cammino della ricerca naturale come anche di un progresso spirituale che è smarrimento nella luce dell'Oltre. Ogni cammino è superamento che attraverso la pausa dal dolore del mondo abbandona un uso profano del sapere per accedere a un pensare in ciò che è bene per sempre.