Per chi ama la poesia, il nome di Saffo rappresenta ormai un mito senza tempo. Ma la sua voce, così straordinariamente limpida e intensa, giunge dalle remote lontananze della Grecia antica, dalle emozioni vissute all'interno di un raffinato sodalizio femminile. Nata nell'isola di Lesbo intorno al 650 a. C., Saffo canta l'amore come malattia e turbamento sconvolgente dell'animo, come tenerezza che perdura nella nostalgia della memoria, ma anche lo strazio della solitudine e la malinconia del tempo che scorre e separa. In questo volume viene presentata l'intera produzione superstite della poetessa, arricchita dalle acquisizioni papiracee degli ultimi decenni, nella vigorosa traduzione di Franco Ferrari, e con un'ampia e moderna introduzione di Vincenzo Di Benedetto.
Se per Ovidio l'amore è un gioco dei sensi, se per Tibullo è un sentimento sommesso e delicato, per Properzio è invece una forza imprevedibile, senza limite né misura, che si abbatte sulla sua anima con furia implacabile. La poesia che canta questo amore è colta, raffinata, ricca di suggestioni metaforiche e mitiche frutto di una grande ricercatezza linguistica. E in questi accenti, in questi scorci di infinita passione, che ispirarono anche Goethe e Pound, il lettore moderno ritrova una voce sorprendentemente vicina alla sua sensibilità. L'introduzione di Paolo Fedeli, il più noto specialista di Properzio, ripercorre i quattro libri delle "Elegie" nei diversi temi e generi, alla ricerca dei motivi che portarono l'autore all'elezione di un ideale di vita elegiaco, tra negazione dell'attività politica e il rifiuto di una vita familiare, i rapporti con la propaganda augustea, e la ricezione dei grandi contemporanei. La fedele traduzione di Luca Canali è accompagnata da un ampio commento di Riccardo Scarcia.
Plutarco dichiara, all'inizio della Vita di Alessandro, di non voler scrivere storia, ma vite. Al centro della narrazione infatti non ci sono mai la situazione o gli eventi, ma i personaggi con il loro carattere, i loro vizi e le loro virtù. E nessuno poteva rappresentare quella commistione di grandezza e bassezza, di bene e di male di cui è fatto l'Uomo meglio dei due più celebri condottieri dell'antichità e forse della storia: Alessandro Magno e Caio Giulio Cesare. Domenico Magnino e Antonio La Penna ricostruiscono nei saggi introduttivi il metodo di lavoro di Plutarco e analizzano il valore storico delle Vite qui presentate.
Scrivere un'autobiografia a poco più di quarant'anni può sembrare prematuro: ma non quando si ha avuto il destino di vivere negli anni e con l'intensità di Vittorio Alfieri. Iniziata dopo che Alfieri aveva portato a compimento l'esperienza delle tragedie e vissuto la delusione della degenerazione della rivoluzione francese, la Vita è molti libri in uno. Si alternano i ricordi dell'infanzia e le avventure della maturità, gli amori e gli entusiasmi letterari, la riflessione politica e quella poetica, sino a trasformare quest'opera nell'unico, autentico romanzo del nostro Settecento.
Cicerone nelle sue opere filosofiche gettò le basi di quel lessico astratto destinato a divenire patrimonio della tradizione culturale europea.
Per Ebrei e Cristiani, i Salmi sono rivelazione divina: essi costituiscono la preghiera più usata da tutti i credenti, dice San Tommaso, perchè il Salterio contiene in sè tutta la Scrittura". "