Ambientato in un ospedale francese all'epoca della Prima guerra mondiale, il romanzo, affronta attraverso la figura del protagonista, medico chirurgo, uno dei temi fondamentali della poetica dello scrittore: la domanda sul significato dell'esistenza terrena e sul valore dell'agire dell'uomo. Attraverso il contrasto fra il continuo scontrarsi con la labilità della vicenda umana e l'inestinguibile desiderio di eterno, sperimentato nella storia d'amore vissuta dal protagonista, Bourget pone con la radicalità che gli è propria la questione di fondo, il rapporto dell'uomo con il proprio destino.
In questo secondo romanzo, che fa parte di un trittico sull'antica Roma, i grandi protagonisti sono i condottieri Caio Mario e Lucio Cornelio Silla, il primo anziano e in declino come generale e come uomo politico, il secondo nel pieno vigore della maturità, affascinante, spietato, dissoluto e assetato di gloria e di potere. Grandi battaglie in terra d'Asia, grandi confronti in Senato fino ad arrivare alla terribile guerra civile. Nello scenario: spie e traditori, matrone incorruttibili e adultere, assassini e straordinari esempi di integrità.
Gli Hieroglyphica di Orapollo costituiscono l'unica trattazione sistematica sui geroglifici egiziani che ci sia mai stata tramandata. E' attraverso questo testo che si è determinato il mito dell'Egitto e della sua misteriosa scrittura nella cultura e europea. Storicamente ritenuta una composizione antichissima capace di rivelare i più nascosti significati morali e religiosi, l'opera conobbe una immensa popolarità nei secoli. E' questa la prima traduzione italiana di un testo raro ma molto citato.
Il manuale di Epitteto è una delle più celebri opere dello stoicismo romano. In esso si trovano raccolte le massime e gli insegnamenti morali del filosofo Epitteto. Mettendo a fuoco i principi della dottrina stoica, la libertà viene considerata il massimo bene, ed è grazia a essa che il singolo individuo può sviluppare pienamente la propria personalità.
Con "Agesilao e Pompeo", Plutarco sceglie di raccontare e raffrontare le vite di due uomini abili nella virtù militare e nella gestione del potere: Agesilao re di Sparta all'inizio del IV sec. a.C., Pompeo generale e uomo politico romano vissuto nel I sec. a.C. Utilizzando come per le altre "vite parallele" il metodo della comparazione dei difetti e delle virtù dei personaggi raffigurati, Plutarco mette a fuoco le due personalità facendo emergere per contrasto i caratteri di ognuno. E' Pompeo a guadagnare la stima di Plutarco che gli riconosce la vera virtù militare e umanità, l'opportunismo e l'inganno sembrano invece a Plutarco tipici del modo di agire di Agesilao.
E' il terzo volume di una serie che racconta le avventure di un veterinario di campagna, l'autore stesso, e il rapporto esclusivo che lo lega agli animali.
Un Gogol privo della sua consueta ironia che deforma la realtà, crea qui un affresco epico della forza e volontà del popolo cosacco che combatte indomito contro ebrei e polacchi. Da tutta la narrazione emerge la primitiva, selvaggia natura di questo popolo, la sua natura incoercibile, la sua vitalità sfrenata. Sullo sfondo di una natura ora terribile ora bellissima, le scene si susseguono con elementare e immediata potenza; difficilmente il lettore, preso dagli eventi incalzanti, dimenticherà la forza con cui sono descritte. Introduzione di Eridano Bazzarelli. Testo russo a fronte.
"La città del sole", pubblicata in appendice alla "Politica" di Campanella, è una breve ma straordinaria opera, un dialogo poetico in cui si delinea il modello ideale di repubblica immaginata dal filosofo, modello che secondo alcuni studiosi è superiore a quello proposto nell'antichità da Platone e nel Rinascimento da Tommaso Moro. Gli abitanti della Città del Sole vivono secondo la pura legge di natura e l'armonia che c'è tra le varie parti della città deve essere la stessa che c'è tra le varie parti del corpo. In appendice viene pubblicata per la prima volta la "Questione quarta sull'ottima repubblica" in cui il filosofo contesta le obiezioni rivoltegli contro la comunione dei beni e delle donne nella sua città ideale.
Un Seneca feroce, cinico e irridente, lontano dalla seriosa gravità del filosofo, inaspettato per chi lo conosce solo dalle Lettere a Lucilio o dai Dialoghi. L'Apocolocyntosis, l'unica opera di satira politica a noi giunta dall'antichità, bizzarra mescolanza di prosa e poesia, parodia di generi alti e punte di accesa volgarità, racconta il destino ultraterreno del defunto Claudio: non apoteosi, come da prassi per gli imperatori morti, ma apocolocyntosis, cioè "inzuccamento", il processo postumo in cielo e la condanna a giocare a dadi con un bossolo forato. Il tutto scritto con una ferocia e un astio che la rendono una delle pagine più inquietanti del rapporto spesso tragico tra il potere e gli intellettuali. Rossana Mugellesi esplora nell'introduzione le particolarità dell'Apocolocyntosis e della satira menippea, genere di cui l'operetta è l'unico esempio superstite.