Una ricostruzione delle drammatiche giornate tra il 25 aprile 1945, il giorno della liberazione di Milano, e il 29, quando i corpi di Mussolini, di Claretta Petacci e di alcuni gerarchi fascisti furono appesi per i piedi in piazzale Loreto. L'autore racconta l'avanzata degli Alleati, le trattative segrete dei generali nazisti, la fuga scomposta di fascisti e tedeschi, fra viltà e tradimenti reciproci, e gli ultimi giorni convulsi di Mussolini. Accogliendo le tesi di Montanelli, Bertoldi sostiene che ci fu sì la lotta armata dei partigiani, ma l'insurrezione del popolo in armi, a lungo pianificata, non avvenne per paura di schierarsi in un momento di grande confusione, in cui era difficile capire chi alla fine avrebbe vinto.
Il volume prende in esame l'architettura e l'urbanistica, la scultura, la pittura e la ceramica, illustrandone non solo le evoluzioni estetiche e tecniche, ma anche il loro profondo legame con le vicende storiche, politiche e socio-economiche dell'epoca. L'architettura raggiunge il massimo splendore grazie all'equilibrio fra perfezione tecnica e gioco delle proporzioni matematiche. La scultura è profondamente rinnovata da personalità come Mirone, Fidia, Policleto. Infine nella pittura assistiamo alla formazione e apogeo dello stile classico, che ha al suo centro la rappresentazione plastica della figura umana, e agli esordi dell'espressionismo, con una pittura ricca di chiaroscuri e in uno spazio che comincia a vivere.
In questo libro Cannavò racconta i lunghi mesi trascorsi nel carcere milanese di San Vittore facendo parlare i detenuti, cercando di capirne la sofferenza, ammirandone l'incrollabile speranza nel futuro, scoprendo un mondo di solidarietà che noi, dall'altra parte delle sbarre, non possiamo neppure immaginare. E il mondo femminile del carcere, un universo che ci lascia stupefatti per le esperienze umane che ci racconta, la solidarietà delle guardie di custodia, i volontari che s'impegnano per rendere meno dura l'esperienza carceraria, i modi per fare passare il tempo senza sprecarlo.
Roma che cambia, che si modifica irreparabilmente per ospitare le Olimpiadi del 1960 e lo sviluppo senza controllo di quegli anni, alle soglie del '68 e delle rivolte studentesche. Una famiglia lacerata dalle tempeste del passato che si ritrova ad affrontare un presente estraneo e incerto. Una madre dolente e appassionata insieme a sua figlia, una ragazza che sta scoprendo il mondo e osserva ancora la realtà con occhi stupiti. Al centro della storia è un liceo dove, tra lezioni e programmi scolastici, s'impara la vita. Protagonisti sono un professore di storia che con le sue parole riesce a raggiungere il cuore dei ragazzi, un'insegnante di francese che improvvisamente scompare nel nulla, e suo nipote, Marco, ragazzino che sta diventando uomo.
Questo dettagliato resoconto della vita, delle battaglie e delle conquiste di Alessandro il Macedone si basa sulla perfetta padronanza di tutte le fonti classiche e archeologiche e ricostruisce con ricchezza di particolari un periodo storico turbolento e complesso. In tredici anni di regno, il giovane Alessandro riuscì a sconfiggere l'impero persiano, occupò la Siria, la Palestina e l'Egitto, attraversò il mondo conosciuto dal Danubio all'Indo, diede inizio a una migrazione di massa che estese a tutto il Medio Oriente gli orizzonti dell'ellenismo e produsse una singolare fusione tra la civiltà greca e quelle orientali.
Nonno di Panopoli inserisce la vita di Dioniso in un vasto affresco mitologico che si propone di narrare la storia dell'umanità dall'epoca primordiale, caratterizzata dai grandi sconvolgimenti che mettono a rischio l'ordine e la stabilità del cosmo, all'ascesa al cielo del figlio di Zeus e Semele. Il suo avvento sulla terra nell'ottica del poeta scandisce la storia universale in un "prima" e un "dopo" densi di significato. L'invenzione del vino garantisce infatti all'umanità l'impulso alla sopravvivenza, in quanto la bevanda dionisiaca si salda indissolubilmente all'eros; assicura un miglioramento della vita sul piano esistenziale; dona agli uomini quella speranza in una vita dopo la morte a cui aspirava l'iniziato ai misteri dionisiaci.
Il volume (canti Xlll-XXIV) contiene la prima parte della spedizione di Dioniso contro gli Indiani: dopo due dotti cataloghi delle forze dionisiache, divise in "mortali" e "divine", si prosegue con la storia dell'amore infelice di Inno per la ninfa cacciatrice Nicea, con scontri caratterizzati da gesta paradossali e "miracoli" di Dioniso, con momenti di accoglienza del dio da parte di vari ospiti (Brongo, Stafilo), e con altri, invece, di violenta opposizione (Licurgo), fino al superamento del fiume ldaspe dopo una grande battaglia. L'introduzione è dedicata alla fortuna delle Dionisiache (e, più in generale, di Nonno), dai "nonniani" del V e VI secolo agli scrittori del Novecento.
"Quest'opera difende insieme i diritti della scienza e della cultura, esige libertà per lo scienziato e per l'uomo di cultura e affronta, oltre a questioni scientifiche, anche problemi di ordine cosmologico e filosofico, portando ovunque il senso nuovo della scienza moderna, il nuovo concetto dell'uomo e la forma nuova nella quale deve delinearsi il rapporto tra l'uomo e la natura." Con tali parole Ludovico Geymonat presentava questo dialogo, scritto da Galileo nel 1632 per confutare il sistema tolemaico e sostenere, invece, la validità e l'esattezza delle tesi di Copernico.
Un cofanetto di 3 volumi su Don Camillo
"Non c'è un limite a tutto. Non è vero che c'è un limite a tutto. Allo scempio, a quanto pare, non c'è limite. Perché lo scempio ci circonda, ci perseguita, ci assale in ogni luogo. Sai che cos'è lo scempio? Lo scempio è tutto quello che non eravamo e che siamo diventati, che non desideravamo ma che c'è stato imposto, che non avremmo mai immaginato e che invece si è materializzato, si è concretizzato, è divenuto il nostro volto e il nostro incubo. Il volto e l'incubo del nostro paese, la faccia orribile dell'Italia. Perché è lo scempio, ormai, il carattere dominante dell'Italia" (Vittorio Sgarbi).
Siamo alla fine della Storia e all'ultimo uomo e alla fine quindi di tutta la società umana e planetaria? Questa domanda ha suscitato polemiche tra gli studiosi. Le due forze motrici della storia, "la logica della scienza moderna" e "la lotta per il riconoscimento", portano al collasso di ogni totalitarismo. Ma nasce un'altra domanda: sono sufficienti la libertà e l'uguaglianza, sia politica sia economica a garantire una condizione sociale stabile e soddisfacente?
Dal lettino di psichiatra all'invenzione letteraria. Da quarant'anni Vittorino Andreoli analizza i fenomeni della diversità, della sofferenza psichica e della devianza non solo con le armi della ricerca e della scienza, ma anche, benché segretamente, con lo strumento straordinario della narrativa. I casi da lui raccontati si trasformano così da fredde cartelle cliniche in una ricostruzione fantastica che ci mette davanti agli occhi situazioni violente, tragiche, bizzarre, mostrandoci come esse nascano e crescano all'interno dei suoi personaggi (non si sa fino a che punto inventati). Una serie di racconti che ci faranno capire quanto vicino a noi corra la sottile linea rossa che separa la normalità dalla follia.