Sarebbe facile immaginare una messa in scena di "Spettri" con i protagonisti in chitone, maschera e calzari. Come nei grandi miti della tragedia greca, qui si mescolano incesto, follia, verità terribili dopo anni di menzogna. L'ambientazione però è quella di un'allucinata campagna norvegese, resa grigia e stagnante, come l'animo dei personaggi, da una pioggia battente. Un luogo in cui il sole e il calore arrivano inutilmente e sempre troppo tardi. Quello di Ibsen è un realismo che svela l'ipocrisia della morale borghese, fondata sul perbenismo e sulla religiosità di facciata. E questa storia è una denuncia coraggiosa che, come raccontano Roberto Alonge e Franco Perrelli nell'introduzione, fece bandire la "pièce" per molti anni dai palcoscenici norvegesi.
Riusciremo a salvare la poesia del vivere? In un'epoca che sembra sempre più spesso metterci in difficoltà, le parole della politica, le interpretazioni sociologiche, le valutazioni numeriche, da sole, non bastano. In nostro aiuto, oggi più che mai, può venire la poesia, l'arte di cogliere nella realtà associazioni sottili, l'arte di dire "quel che non si sa" e che nella vita ci chiama. In questo libro, uno dei più importanti poeti italiani contemporanei ci mostra lo stretto legame che unisce, contrariamente a quanto si pensa di solito, la poesia alla cronaca, come fecero, tra gli altri, Pasolini e Testori. In un dialogo continuo con i grandi poeti del passato, vero e proprio coro di voci che sostiene la sua, Davide Rondoni riflette su questioni stringenti dell'attualità - dalle catastrofi naturali ai recenti dibattiti sulla bioetica, da episodi emblematici di violenza alla situazione della scuola italiana - e su temi universali come il significato della morte, i problemi del vivere insieme, il rapporto tra generazioni, la visione del corpo e dell'amore. In risposta alle tentazioni del nichilismo e dell'esibizione, un elogio alla passione, alla responsabilità, al pudore.
1944. Due ebrei slovacchi in fuga da Auschwitz portano con se' appunti dettagliati di quello che hanno visto. Era la prima prova concreta dell'esistenza dei Lager. Con saggio introduttivo di Alberto Melloni.
Quando i militari birmani fanno incursione nel suo villaggio, Lin riesce a fuggire con altri ragazzi. Insieme vanno fino a Rangoon, dove sperano di ritrovare i loro genitori. Inseguiti dalla polizia, ritenuti una banda pericolosa, finiscono nel giardino della villa dove Aung San Suu Kyi vive agli arresti domiciliari. Di sfuggita arrivano a conoscere quella donna straordinaria, capo carismatico della resistenza e premio Nobel per la pace, e decidono infine di opporsi come possono alla giunta militare che governa il paese. Questo romanzo è la storia verosimile di alcuni ragazzi in fuga e insieme un ritratto fedele della Birmania di oggi.
Un romanzo sulla libertà che non ha mai esaurito il suo potere sovversivo, perchè la libertà di cui parla l'autrice non è affatto legata alla società, ormai tramontata, che lei racconta.
"Nella storia e nella tradizione popolare i movimenti collettivi politici e religiosi, le rivolte, le rivoluzioni sono ricordati col nome di un capo che trascina le masse. Fermandoci solo all'epoca più recente, ci vengono immediatamente in mente Napoleone, Garibaldi, Marx e Lenin, Mussolini, Hitler, Stalin, Mao Tse-tung, Fidel Castro, e poi le folle immense dei loro seguaci, le masse. È una immagine corretta, ma insufficiente per capire i meccanismi collettivi che stanno alla base della storia. Per comprenderli occorre guardare più in profondità, e domandarci cosa sono i movimenti collettivi che, ad un certo punto, ci si presentano nella forma di leader e masse. È questo il viaggio che vi propongo di compiere con me in questo libretto. E penso che scopriremo molte cose nascoste, molti segreti, solo se avremo la pazienza di guardare con attenzione i fatti e di farci le domande giuste."
Ormai abbiamo in tasca il mondo intero. In pochi centimetri di plastica e microchip sono racchiuse infinite possibilità di comunicare, informarsi, divertirsi, concludere un affare, e addirittura innamorarsi. È il telefonino: simbolo dell'era digitale, strumento che incarna e riassume il bisogno tutto umano di parlare, ascoltare, capire. C'è chi sfoggia il modello di "quarta generazione" e chi eredita quelli dei fratelli maggiori. Chi ci urla dentro gesticolando e chi lo contempla come in un raptus. A tutti, questo piccolo oggetto ha rivoluzionato la vita. In meglio o in peggio? Stiamo rischiando di chiuderci in un "autismo digitale"? Di volta in volta idolatrato come l'incarnazione stessa del progresso o al contrario additato come allegoria di una generazione incapace di relazionarsi con sé e con il prossimo, il telefonino è lo specchio di un'epoca, dà corpo alle contraddizioni di tutta la società. Vittorino Andreoli prende le mosse dall'uso e abuso del cellulare per interrogarsi sugli uomini, le donne e soprattutto i ragazzi e le ragazze di oggi, sui loro stili di vita, sui loro atteggiamenti verso gli altri, verso la vita stessa. Celebra le conquiste dell'informatica e le opportunità illimitate di un mondo in cui le distanze non esistono più, ma al contempo ci invita a non perdere di vista la dimensione umana, a non sacrificare la nostra intelligenza a un idolo tecnologico. E a non affidare alle macchine il nostro potere di pensare e decidere.
Nel 367 a.C. Aristotele, diciassettenne, entrò nell'Accademia e vi rimase per vent' anni, allontanandosene solo alla morte di Fiatone (348 a.C.), quando la direzione della scuola toccò a Speusippo. Al periodo accademico risalgono i cosiddetti "Dialoghi", in cui si trova la prima formulazione delle basilari dottrine del filosofo, non poche delle quali resteranno immutate anche nelle sue successive riflessioni, mentre altre vedranno ulteriori sviluppi teorici. Tra i temi di maggior spicco troviamo le riflessioni sui poeti e sulla retorica, la questione delle idee, la dottrina dell'anima, dell'eternità e della divinità del mondo, le considerazioni politiche offerte ad Alessandro Magno, del quale Aristotele fu precettore, nonché importanti analisi etiche. In questa prestigiosa edizione Marcello Zanatta spiega l'origine e la struttura dei testi, illustrandone le problematiche e i temi principali.
"Ci sono mamme che tengono i figli lontano dai guai. Li lasciano andare, li seguono con lo sguardo, soffiano via le nuvole dal loro cammino. Poi ci sono mamme che i figli li tengono a sé, che vorrebbero pensare anche i loro pensieri: li abbracciano come coperte sul fuoco, tolgono respiro alle fiamme. Gertrude Coppard è così. E far divampare l'incendio, per Paul, è l'unica condizione per smettere di esserle figlio." Andrea Bajani
In America un procedimento giudiziario di sfratto dura circa 50 giorni. In Italia si arriva a 630. Tre giorni è il tempo necessario per aprire una nuova impresa in Danimarca. Un imprenditore italiano ne impiega 62. Da oltre un decennio, mentre gli Stati Uniti producono ricchezza, sviluppo e innovazione, l'Unione Europea appare sempre più spesso come un gigante in declino, condannato a un ruolo economico e politico sempre più marginale rispetto non solo agli Stati Uniti, ma anche alle nazioni emergenti dell'Asia. Alberto Alesina e Francesco Giavazzi interpretano la crisi del Vecchio Continente mettendo a confronto il modello europeo con quello americano. Dalla loro lucida analisi emerge che all'Europa servirebbero iniziative pro-crescita, maggior concorrenza, meno tasse e un mercato del lavoro meno regolato. Per riprendere a crescere occorre quindi avere il coraggio di liberare l'economia. L'Europa ha bisogno solo dei giusti incentivi e di rimettersi a lavorare.
Con grande entusiasmo e parecchia apprensione, la giovane giornalista Lesley arriva a Venezia per intervistare Paolo Levi, violinista di fama mondiale. Una sola indicazione le è stata data: non porgli la domanda su Mozart. Ma di che cosa si tratta? E perché bisogna evitare l'argomento? Età di lettura: da 12 anni.
A tre anni dalla sua scomparsa la voce di Giovanni Paolo II non ha ancora smesso di parlare ai nostri cuori e tener deste le nostre menti. Questo libro è una sorta di testamento spirituale che raccoglie preghiere, brani di omelie e messaggi apostolici e vuole essere un omaggio a un uomo che ha fatto della sofferenza la sua forza, a un Padre che ha fatto dell'amore l'elemento fondante della sua esistenza e non ha smesso fino all'ultimo di insegnarlo ai suoi figli. Con le parole, con le opere, ma soprattutto con la testimonianza della sua vita.