Belly misura il tempo in estati. Tutto ciò che di bello e magico è successo nella sua vita, è successo fra giugno e agosto. L'inverno è solo il periodo che la divide dalla prossima estate, dalla casa sulla spiaggia e da Susannah che, oltre a essere la migliore amica di sua mamma, è anche la madre di Jeremiah e Conrad. Loro sono gli amici con i quali è cresciuta: uno è il ragazzo su cui contare, l'altro è quello che ti fa battere il cuore. Questa estate però sarà un'estate speciale, perché sta per accadere quello che Belly sogna da sempre, e che sembrava non sarebbe mai accaduto...
Belly ha sempre contato ogni singolo giorno che la separa dall'estate, cioè da Conrad e Jeremiah. Ma non quest'anno. Perché la madre dei ragazzi, Susannah, è di nuovo molto malata. Perché Conrad ha smesso di curarsene. E perché tutto quello che era buono nella sua vita sta crollando a pezzi. Per la prima volta, Belly vuole solo che quell'inverno non finisca mai. E invece, quando Jeremiah telefona per dirle che Conrad è sparito, Belly capisce che quella è l'occasione per rimettere le cose a posto.
Sono passati due anni da quando Conrad ha detto a Belly di mettersi con suo fratello. Da allora, lei e Jeremiah sono stati inseparabili. Ma la loro relazione non è felice come dovrebbe. Infatti, quando Jeremiah commette il peggiore errore che un ragazzo può commettere, Belly è costretta a chiedersi se quello sia davvero il grande amore. Davvero Jeremiah è li ragazzo giusto? Davvero lei ha smesso di amare Conrad?
Novembre 2010. A Pompei collassa uno degli edifici più celebri, la Schola Armaturarum. La notizia fa il giro del mondo, i media denunciano lo stato di incuria in cui versa il fiore all'occhiello del patrimonio archeologico del nostro Paese. Un episodio drammatico, che però segna una svolta. Da allora, grazie ad anni di intenso lavoro, a Pompei c'è stato un cambiamento netto che ha permesso di mettere in sicurezza la maggior parte delle rovine e riprendere gli interventi di scavo che hanno portato alla luce gli affreschi con l'immagine di Leda e il cigno, gli splendidi mosaici della casa di Orione, il Termopolio e altri incredibili ritrovamenti di quello che Chateaubriand definiva "il più meraviglioso museo della Terra". In questo volume Massimo Osanna - direttore del parco archeologico dal 2016 al 2020 - presenta al grande pubblico i tesori di Pompei e al contempo ci restituisce "il presente di duemila anni fa", facendoci scoprire attraverso reperti e oggetti d'uso la vita quotidiana dei pompeiani fino al momento fatale dell'eruzione del vulcano nel 79 d.C. Un racconto sorprendente, in cui le parole sono accompagnate da immagini inedite, capaci di farci rivivere il tempo di Pompei che si scopre per molti versi così simile al nostro.
Un piccolo aeroplano turistico diretto in Sardegna si schianta nel mar Tirreno con a bordo diverse persone. Tra loro, un noto imprenditore che ha rilasciato la sua ultima intervista poco prima del decollo, con il vociare degli altri passeggeri sullo sfondo, tutti tranquilli e sorridenti, ignari dell'imminente tragedia. Quando l'agente dei Servizi in pensione Andrea Catapano sente le voci delle vittime - lui che non vede ma sa ascoltare meglio di chiunque altro - un ricordo nitido riaffiora. Così decide di chiamare l'ex collega Teresa Pandolfi, ora a capo dell'Unità investigativa. Il disastro potrebbe celare un mistero che risale agli anni di Tangentopoli. E se la caduta del velivolo non fosse stata un incidente, ma il nesso tra una vicenda degli anni Novanta e il nostro presente? L'unica che può scoprire la verità è la donna invisibile, Sara Morozzi. Affiancata dall'ispettore Davide Pardo e da Viola, Mora si trova a investigare su personalità pubbliche intoccabili, scavando dentro gli ingranaggi del potere d'Italia a suo rischio e pericolo, senza paracadute.
A cento anni dalla nascita di Enrico Berlinguer, un'emozionante raccolta di immagini e testimonianze sull'uomo politico più amato della sinistra italiana. «Questo libro non è un saggio né una biografia ma, se così si può dire, un documentario: parlano soltanto i testimoni diretti, e parlano le immagini. Ed è bene aggiungere subito che è una celebrazione di Enrico Berlinguer.» Comincia così l'Introduzione di Fabrizio Rondolino, e non potrebbe essere più precisa e sincera: ripercorrendo l'esperienza umana e politica di Berlinguer, dall'infanzia in Sardegna alla precoce adesione al Partito comunista clandestino, dal ruolo centrale nella Fgci fino agli anni da segretario generale, questo libro, impreziosito da immagini e cimeli di un'epoca che ci appare così lontana e così presente, è un ritratto anche intimo e privato, ricco di aneddoti e testimonianze di chi Berlinguer l'ha conosciuto da vicino. Un omaggio sentimentale e politico che, anno per anno, inquadra e racconta l'evoluzione del più grande partito comunista dell'Occidente e di uno dei suoi leader più amati, capace di ridefinire i rapporti con l'Urss nei momenti più delicati della Guerra Fredda, di raggiungere il cuore di milioni di italiani (non solo militanti), di incidere profondamente nell'immaginario collettivo del nostro Paese. Fino alla prematura scomparsa e ai funerali del 13 giugno 1984, quando Roma venne invasa da una folla pacifica di militanti, simpatizzanti - e anche avversari - accorsi a rendere omaggio e a dire quel «Ciao, Enrico» che è un pezzo della nostra storia.
Adriano Olivetti è un mito dell'industria, della creatività e della cultura italiana nel mondo. È un italiano del Novecento profondamente atipico. In questo libro definitivo, frutto di un decennio di ricerche e di scrittura, Paolo Bricco ripercorre la vita di un uomo di genio e la vicenda industriale e sociale, politica e culturale dell'Italia tra la fine dell'Ottocento e il boom economico. Questa è, prima di tutto, la storia di un'utopia. Inaugurando nel 1955 la fabbrica di Pozzuoli, Olivetti presenta così gli obiettivi della sua impresa: "La nostra Società crede nei valori spirituali, nei valori della scienza, crede nei valori dell'arte, crede nei valori della cultura, crede, infine, che gli ideali di giustizia non possano essere estraniati dalle contese ancora ineliminate fra capitale e lavoro. Crede soprattutto nell'uomo, nella sua fiamma divina, nella sua possibilità di elevazione e di riscatto". A questa utopia concreta - almeno in parte realizzata - concorrono condizioni di lavoro per i dipendenti tuttora senza paragoni e la ricerca attiva di una bellezza che coinvolge la meccanica e il design (le macchine per scrivere e le calcolatrici), l'architettura delle fabbriche e l'estetica dei negozi sparsi nel mondo. Ma questo libro non è un'agiografia e di Adriano Olivetti mostra le contraddizioni, i conflitti e le generose incompiutezze: i legami profondi e tormentati con i famigliari, le due mogli e le altre donne amate; la passione per l'organizzazione scientifica del lavoro e l'attrazione per la spiritualità, l'astrologia e la sapienza orientale; il complesso percorso dal socialismo di famiglia degli anni Venti all'adesione teorica al corporativismo e al suo concreto inserimento nella società fascista degli anni Trenta; gli avventurosi rapporti, alla caduta del regime, con i servizi segreti inglesi e americani e la perpetua tentazione del demone della politica, con il fallimento della trasformazione del Movimento di Comunità in un partito tradizionale; l'identità dell'industriale che intuisce le nuove frontiere tecnologiche (l'elettronica) e che unifica il sapere umanistico e la cultura tecnomanifatturiera, senza però riuscire a superare i limiti del capitalismo famigliare. Sotto, come una radiazione di fondo, "quella strana joie de vivre che caratterizza la vita di Adriano e di quanti saranno con lui e intorno a lui".
Questo libro rappresenta un esempio eccezionale di dialogo tra Fede e Scienza. Nell'arco di nove anni, dal 2013 a oggi, il papa emerito Benedetto XVI e Piergiorgio Odifreddi, matematico ateo, si sono incontrati più volte di persona e hanno intrattenuto un'intensa e profonda corrispondenza epistolare. In queste pagine viene documentato tutto: Odifreddi racconta in dettaglio i loro colloqui e le lettere sono riportate integralmente. Si tratta di un formidabile percorso spirituale, in cui il teologo e l'uomo di scienza si confrontano su innumerevoli temi: l'etica, l'antropologia, la spiritualità, le domande "ultime" su vita e morte, amore e dolore... Scorre, in queste pagine, una «sorprendente folla di autori», come la definisce il cardinale Ravasi, dallo Pseudo-Dionigi a Dostoevskij, da Ildegarda di Bingen a Küng, da Guardini a Sartre, da Thomas Mann ad Amartya Sen, da Jan Assmann a Coetzee, e così via, mentre nell'ambito della scienza spiccano John Nash e Kurt Gödel. È, tuttavia, un altro ancora l'elemento che rende unico questo lungo dialogo: pur da posizioni diametralmente opposte, Odifreddi e Benedetto XVI riconoscono il fine comune della tensione a capire, della ricerca della Verità. Un fine che stimola i loro colloqui rendendoli intimi, suscita in entrambi ricordi autobiografici e fa nascere un'indubbia complicità. Prefazione del Cardinale Gianfranco Ravasi.
10 Giugno 1289. Nella campagna toscana, tra Arezzo e Firenze, si schierano gli eserciti delle due città. Tra le file dei fiorentini si incontrano Dante Alighieri e Giotto di Bondone, che da ragazzini erano stati grandi amici e poi si erano allontanati per uno scherzo finito male. Ma il giorno dopo ci sarà battaglia e i due saranno chiamati a rischiare la vita. È quindi arrivato il momento di capire se ci si può ancora fidare l'uno dell'altro... Età di lettura: da 11 anni.
La cucina è chimica e la chimica è vita. La capacità di cambiare tutto, compresi se stessi, comincia da qui. Elizabeth Zott è magnetica. Se entra in una stanza, state certi che non le staccherete gli occhi di dosso: perché è bella, e perché ha quel modo schietto di esprimere il proprio pensiero, che scende come una lama sulla superficie molle della morale comune. Siamo nel 1952, ed Elizabeth è una giovane chimica che lavora all'Hastings Research Institute in California, un ambiente ferocemente maschilista dove il suo innegabile talento viene per lo più messo a tacere, sabotato, o usato per il prestigio altrui. Malgrado le difficoltà, il coraggio di rivendicare diritti e successi non viene scalfito e spinge Elizabeth a perseverare. C'è solo un uomo che ammira la sua determinazione: è Calvin Evans, genio della chimica in odore di Nobel, con il quale nasce un sentimento puro in cui condivisione delle formule e attrazione fisica vanno di pari passo. Ma la vita, come la scienza, è soggetta a trasformazioni, e qualche anno dopo la tempra di Elizabeth, ora madre single, folgora un produttore televisivo che le affida la conduzione di Cena alle sei, un programma di cucina che nelle sue mani diventa un appuntamento quotidiano immancabile per il grande pubblico. Il suo approccio rivoluzionario ai fornelli, infarcito di digressioni scientifiche, non mira solo alla preparazione di stufati, ma anche ad aprire gli occhi all'universo femminile. "Lezioni di chimica" è la storia di una donna irresistibile, che cade e si rialza più volte; è l'avventura di un'esistenza che ribalta gli schemi e costruisce un nuovo percorso, nonostante tutto. Con Elizabeth Zott si ride e si piange. È lei a dettare il ritmo, a indicarci quando andare a testa alta e quando invece è impossibile. Quello che sembra dirci, alla fine di tutto, è di non fermarci mai.
Ti ritrovi sotto lo sguardo curioso di una ventina di ragazzi e ragazze. I tuoi nuovi compagni. Li guardi bene... Sono tanti e tutti diversi! Riesci a individuare tra loro dei probabili amici? Sono lì, anche se ancora non lo sai. Amici per la pelle o... amici per un po'. La quinta elementare è alle spalle e ora puoi entrare di diritto tra i grandi, quelli che vanno "alle medie"... giusto? Ma come fai a sapere se hai le carte in regola per affrontare una scuola diversa, professori sconosciuti, materie mai sentite prima e amici nuovi? Ecco il libro che fa per te! Ricco di informazioni, test, liste, storie a bivi per fare un allenamento a suon di risate prima di lanciarti in questa nuova avventura! E con tantissime illustrazioni e vignette di Andrea Dalla Fontana. Età di lettura: da 10 anni.
Da dove nascono la guerra, l'avidità, lo sfruttamento, l'insensibilità alle sofferenze altrui? E qual è l'origine della disuguaglianza, ormai riconosciuta come uno dei problemi più drammatici e radicati del nostro tempo? Da secoli, le risposte a queste domande si limitano a rielaborare le visioni contrapposte dei due padri della filosofia politica: Jean-Jacques Rousseau e Thomas Hobbes. Stando al primo, per la maggior parte della loro esistenza gli esseri umani hanno vissuto in minuscoli gruppi ugualitari di cacciatori-raccoglitori. A un certo punto, però, a incrinare quel quadro idilliaco è arrivata l'agricoltura, che ha portato alla nascita della proprietà privata. Poi sono apparse le città, e con esse si è affermata l'organizzazione fortemente gerarchica di quella che chiamiamo «civiltà». Per Hobbes, al contrario, la necessità di imporre un rigido ordine sociale si è imposta per contenere la natura individualista e violenta dell'essere umano, altrimenti sarebbe stato impossibile progredire organizzandosi in grandi gruppi. Quasi tutti conoscono queste due storie alternative, almeno nelle loro linee generali: riassumono le idee più diffuse sulla storia dell'umanità e la sua evoluzione, e hanno contribuito a definire la nostra visione del mondo. Ma pongono anche un problema: entrambe dipingono la disuguaglianza come una tragica necessità; un elemento che non potremo mai cancellare del tutto, in quanto intrinsecamente legato al vivere comune. Una visione che non convince affatto gli autori di questo libro, decisi a gettare nuova luce sul passato della nostra specie. In una sintesi tanto meticolosa quanto di largo respiro, che coniuga i risultati delle ricerche storiche e archeologiche più recenti al contributo di pensatori provenienti da culture diverse da quella occidentale, il sociologo David Graeber e l'archeologo David Wengrow ci raccontano una storia diversa - più articolata e ricca di chiaroscuri - dell'evoluzione sociale dell'Homo sapiens. Una storia illuminante e attendibile, dalla quale ripartire per provare a immaginare un futuro diverso.