Il bilancio di un secolo della nostra letteratura nelle pagine di uno dei maggiori critici del Novecento. Dal Futurismo all'Ermetismo, da Pascoli a Montale, Contini imbastisce un canone della cultura italiana più recente, annoverando al suo interno non solo poeti e narratori, ma anche scrittori di prosa scientifica, critica e politica, nonché i movimenti collettivi italiani e stranieri che hanno contribuito a tracciarne le rotte poetiche. Introduzione di Cesare Segre.
La sera del 6 settembre 1860, all'avvicinarsi delle truppe garibaldine, il re Francesco II di Borbone lascia Napoli con la sua corte e si stabilisce nella roccaforte di Gaeta, facendone la sua capitale. Dopo l'incontro di Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II, manca solo Gaeta per completare l'annessione del Sud a quello che sta per diventare il regno d'Italia. Così il 5 novembre le truppe piemontesi, guidate dal generale Cialdini, stringono d'assedio la città. È un attacco brutale, che porta alla morte di migliaia e migliaia di militari e civili a causa delle cannonate e dell'epidemia di tifo scoppiata per le precarie condizioni igieniche. Gigi Di Fiore lo ricostruisce sulla base di documenti e testimonianze inedite, e mette in risalto le contraddizioni (e le sopraffazioni) su cui si fonda la nostra unità nazionale.
Le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia hanno visto una partecipazione popolare al di là di ogni aspettativa; si è così mostrata la profondità delle radici del nostro stare insieme come nazione, come Italia unita. Le parole scolpite nella Costituzione per definire la Repubblica - "una e indivisibile" - hanno trovato un riscontro autentico in milioni di italiani. Secondo la Carta costituzionale, il Presidente della Repubblica "rappresenta l'unità nazionale". Giorgio Napolitano ha colto ogni occasione per dare risalto alle ragioni di dignità e di orgoglio nazionale che ci offre la storia del movimento di unificazione. Questo libro tocca gli aspetti salienti di quel processo: la sapiente architettura ideata da Cavour, lo slancio eroico suscitato da Garibaldi, la partecipazione della società meridionale alla costruzione dell'Italia unita, i legami del movimento per l'unità nazionale con le esperienze europee, l'azione unificante della lingua e della cultura. Napolitano non nasconde le zone d'ombra e le promesse non mantenute, in particolare lo squilibrio tra Nord e Sud e l'attuazione parziale di quell'autonomismo ben presente nelle visioni risorgimentali e infine nel dettato della Costituzione repubblicana. Ma proprio la consapevolezza delle durissime prove che l'Italia è stata costretta a superare per diventare un grande, moderno Paese europeo deve darci quella fiducia indispensabile per superare le ardue sfide che ci attendono.
Il trentennio affrontato in questo volume – cruciale non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa – sembra aprirsi nel segno della restaurazione: i moti del 1831 vengono schiacciati, si riaffermano gli equilibri sanciti dai trattati di Vienna, il nostro Paese resta diviso in Stati solo nominalmente autonomi.
Eppure, nonostante le forze insurrezionali si mostrino deboli e disunite e il vecchio patriottismo della Carboneria fallisca, quei fermenti dimostrano definitivamente la fragilità del sistema, aprendo la strada agli slanci politici e sociali che costituiscono il culmine del Risorgimento. Gli anni che seguono sono densi di avvenimenti e personaggi indimenticabili: la Giovine Italia di Mazzini, Garibaldi, le “Cinque giornate” di Milano, le annessioni piemontesi, la resistenza borbonica, Cattaneo e Cavour, D’Azeglio e i Savoia, la musica patriottica e appassionata di Verdi.
È senza dubbio uno dei momenti più studiati della storia italiana, sul quale però i giudizi continuano a dividersi. Montanelli ce lo racconta attraverso la pura ricostruzione dei fatti, rispondendo senza partigianeria a domande ancora irrisolte: come si è arrivati all’unificazione? Quali conseguenze ha comportato? Un saggio ormai divenuto classico, che ha proposto uno sguardo diverso sul nostro passato, e quindi sul nostro presente. Perché, come dice l’autore, “l’Italia di oggi è figlia di quella del Risorgimento, ed è quindi in questo periodo che ne vanno cercati i caratteri e le malformazioni”.
Una rassegna degli intrighi, degli abusi e degli inganni che accompagnarono il processo di unificazione; i vizi d’origine di un Risorgimento che non fu solo lotta contro il dominio straniero, ma ebbe anche caratteri di guerra civile.
— Corriere della Sera
Come è possibile che un manipolo di 1000 garibaldini abbia sconfitto un esercito di 50.000 borbonici? Con quali poteri, con quali mafie dovettero allearsi Garibaldi e Cavour? Quella che la storia, scritta dai vincitori, ha battezzato “unificazione d’Italia” fu in realtà una guerra di conquista condotta dal Piemonte contro gli Stati sovrani del Centro e del Sud. E nei decenni successivi gli eventi che non si accordavano con la retorica patriottica sono stati nascosti o deformati. Così, dei ventidue anni dall’esplosione rivoluzionaria del 1848 alla breccia di Porta Pia, molto rimane nell’ombra: il bombardamento piemontese di Genova nel 1849, i plebisciti combinati per le annessioni degli Stati centrali, i provvedimenti anticattolici, la guerra al brigantaggio e le “leggi speciali”, la corruzione dei conquistatori e le loro collusioni con la malavita locale. Gigi Di Fiore ribalta un periodo cardine della nostra storia moderna per vederlo con gli occhi dei vinti: recupera documenti e testimonianze di una storiografia spesso ridotta al silenzio e porta alla luce intrighi e ambiguità. Una provocazione necessaria, per andare alle radici delle questioni irrisolte che ancora oggi spaccano il Paese.
Gigi Di Fiore, già redattore al “Giornale” di Montanelli, è inviato del “Mattino” di Napoli. Nel 2001 ha vinto il Premio Saint-Vincent per il giornalismo. Con Controstoria dell’unità d’Italia ha vinto il primo Premio letterario città di Melfi 2009 per la saggistica. Da anni si occupa anche di criminalità organizzata e per Rizzoli ha pubblicato L’Impero. Traffici, storia e segreti dell’occulta e potente mafia dei Casalesi (2008). Il suo ultimo libro è Gli ultimi giorni di Gaeta (Rizzoli 2010).