La letteratura ci insegna ad amare: è una maestra di sentimenti, una fonte di sapienza, il giardino in cui Dio respira di nascosto. Seguendo questa intuizione, don Paolo Alliata ci conduce tra le pagine dei grandi romanzi, cercando il soffio che ci nutre. Perché l'amore trova sempre il modo per raggiungerci, declinandosi nelle forme, nelle storie, nelle voci più diverse. L'amore di Romain Gary è memoria e resistenza, nel volo degli aquiloni che inseguono l'azzurro. L'amore che scalda il cuore del professor Stoner è un sonetto di Shakespeare che schiude la porta sull'eterno. L'amore di Kundera oscilla tra leggerezza e pesantezza, vulnerabilità e compassione: è la voce bambina che canta. L'amore che aleggia nella resurrezione secondo Tolstoj è metamorfosi, grazia, primavera che arriva anche in città. L'amore, per Steinbeck, è profezia, preghiera in movimento, marcia collettiva verso la libertà. L'amore che sostiene C.S. Lewis è pianto che volge in letizia, legame che scavalca la morte, fede. L'amore è quella forza che ci spinge a tuffarci nelle cose così come sono. Che ci rende vivi, non nelle aspettative, ma nella nostalgia di infinito, un infinito tanto più potente quanto incolmabile. Con una prefazione di Isabella Guanzini.
Nata nel XII secolo sui campi di battaglia, l'arte degli stemmi ha come funzione primaria l'identificazione dei cavalieri resi irriconoscibili dagli elmi e dalle armature. L'idea che gli stemmi siano monopolio della nobiltà nasce in quei giorni. Invece tutti possono portare degli stemmi, che sia nobile o plebeo, sempre che rispetti le regole del blasone. Un codice funzionale, nato dalla necessità di identificare da lontano i portatori di stemmi: colori vivi, simboli evidenti, segnaletica forte. Michel Pastoureau, storico dei simboli e dei colori, ci mostra come l'uso dell'araldica è universalmente diffuso, e come sia giunto a essere presente nei segnali stradali, nelle bandiere, nei marchi e in tutti gli altri grandi codici della società contemporanea.
Coltivare la terra, prendersi cura di creature viventi, stare all'aria aperta, fare un lavoro manuale, ascoltare i ritmi delle stagioni, comprendere le esigenze profonde di un fiore: gesti che ci fanno sentire bene e ci aiutano a capire meglio il nostro percorso. Sagge e silenziose compagne di viaggio, le piante hanno molte cose da insegnarci. Un manuale di vita, ricco di suggestioni e consigli di Gian Lupo Osti su come ritrovare il piacere di immergersi nella natura e rimettersi in contatto con la nostra parte più autentica. «Definisco il mio giardino, per nobilitarlo culturalmente, arcadico, ma alcuni amici dicono che da me ogni pianta è lasciata a se stessa: fa quel che vuole. Se devo definire in modo semplice il mio giardino ideale direi che questo ha come modello una radura piena di fiori in un bosco: si esce al sole dalla selva oscura e la suggestione un po' tenebrosa della foresta viene spazzata via dall'esplosione della luce, dei colori, dalla bellezza. Lo scopo del mio giardino è di riunirmi, di immergermi nella Natura».
La nostra è una società libera? Le dittature che hanno caratterizzato così duramente il secolo scorso sono davvero e per sempre scomparse?Per rispondere a queste domande Onfray si basa sull'analisi di due straordinarie opere di George Orwell: "1984" e "La fattoria degli animali", testi capitali per comprendere i maggiori totalitarismi del Novecento, lo stalinismo e il nazionalsocialismo. Ma l'intento di Onfray è di utilizzarli come strumenti per l'interpretazione dell'oggi: a partire da essi, l'autore descrive sette «fasi» o «comandamenti» necessari e sufficienti a far sì che il pericolo di una dittatura si realizzi concretamente: distruggere la libertà; impoverire la lingua; abolire la verità; sopprimere la storia; negare la natura; propagare l'odio; aspirare all'Impero. Ciascun comandamento viene poi analizzato in dettaglio nelle sue implicazioni, che l'autore definisce «principi», trentatré in tutto; a titolo di esempio, Praticare una lingua nuova, Usare un linguaggio a doppia valenza, Distruggere parole, Piegare la lingua all'oralità, Parlare una lingua unica, Eliminare i classici sono i principi del «comandamento» Impoverire la lingua. Attraverso un'argomentazione lucida, mai pessimista ma brillante, Onfray dipinge il ritratto di un'epoca, la nostra, che sembra aver smarrito ogni saldo riferimento e procede senza apparenti ostacoli verso la dittatura prossima ventura.
Era la fine degli anni '80 e già allora una voce insistente lo ripeteva, quasi fosse una litania: ce lo chiede l'Europa, ce lo chiede l'Europa. In realtà qualcuno, in Italia, ci stava pensando già da un po'. Il sistema bancario italiano andava privatizzato. Stop con il controllo pubblico, via le mani dello Stato dal credito. Le banche dovevano trasformarsi in società per azioni, pronte ad aprire le loro porte ai freschi capitali europei, al mercato... Ecco la prima inchiesta sul potere delle fondazioni bancarie.
In questo libro Lucy Vincent, neurobiologa, ci mostra come funziona il nostro cervello e come possiamo allenarlo non solo in biblioteca ma anche in discoteca. Contiene tanti esercizi pratici e passi di danza da imparare per divertirsi e vivere meglio.
Sardegna: un paradiso minacciato da interessi militari, politici, economici. Un’inchiesta che solleciterà l’indignazione di tutti.
Tornata dall’Australia, dove ha vissuto per quindici anni ,per realizzare un documentario sulla Costa Smeralda, il luogo che l’ha vista bambina, Lisa Camillo non ritrova il paradiso che ricordava, ma una terra di conquista: interessi economici e servitù militari hanno letteralmente sconvolto una delle regioni più belle d’Italia. Poligoni sperimentali, industrie chimiche, un tessuto economico distrutto. Penisole interdette, spiagge martoriate dalle bombe, missili adagiati sul fondo marino. Storie sussurrate di feti deformi, tumori, leucemie, capi di bestiame dalle fattezze mostruose. Il dramma dei militari malati e delle loro famiglie; patologie come quelle dei soldati italiani contaminati dall’uranio impoverito in Bosnia. I processi, l’omertà dei vertici militari, l’assenza dello Stato, le triangolazioni e i fiumi di denaro. E poi loro, quei sardi che non si arrendono e lottano per la propria terra: procuratori, giornalisti, attivisti e semplici cittadini, protagonisti di una storia di resistenza ignorata, ma che dura da decenni: l’autrice la racconta anche nel suo documentario Balentes: i coraggiosi, che, distribuito in molti paesi, trova fatica a imporsi in Italia. Un libro che racconta la Sardegna più intima, una vicenda di orgoglio e paura, coraggio e bassezza, verità spaventose e bugie criminali. È la storia di una ferita italiana. Una ferita che ancora sanguina.
Un libro che affronta temi attuali e urgenti: da Trump e la "sua" America allo smascheramento della "'narrazione dominante".
"Rebecca Solnit è la voce della resistenza" - The New York Times
"Solnit dimostra di possedere un talento profetico: sa riconoscere lo spirito dei tempi molto prima che l'opinione corrente lo faccia proprio" - The New York Review of Books
Mai come oggi, per riprendere una frase famosa, «le parole sono importanti». Nel mondo ultraconnesso della comunicazione istantanea, saperle usare è determinante quanto saperle decifrare; non è solo questione di vero o falso, ma di potere e di egemonia, di vita o di morte. Mai come oggi, quindi, chiamare le cose con il loro vero nome è un'urgenza etica, prima ancora che politica. Armata della sua prosa incalzante e della sua straordinaria lucidità, Rebecca Solnit analizza i temi che, a partire dall'America di Trump e dalle sue narrazioni fuorvianti, toccano drammaticamente il mondo intero – la violenza del cambiamento climatico e della gentrificazione, le ingiustizie economiche e sociali, la discriminazione e la violenza razziale e di genere. Indica anche le parole, gli eventi e le battaglie che, a dispetto o forse proprio per la loro apparente perifericità, sembrano già segnare la direzione del cambiamento: «Pensiamo alla speranza come a uno striscione intessuto di fili di ragnatela, di un senso di interconnessione tra tutte le cose... Come un tutt'uno in cui tutto conta». Dalle parole, ai fatti.
Due interviste non solo sulla politica estera statunitense, le lotte popolari, l'anarchia, il libero mercato, le libertà civili e il progresso umano, ma anche sull'etica, la natura umana, il linguaggio, gli intellettuali, la filosofia e la scienza.
In questo breve libro, un filosofo francese pone una domanda semplice: a un ateo, o comunque a un non credente - quale Jullien è - che cosa ha da insegnare il cristianesimo? E in genere, qual è il suo insegnamento universale, che prescinde dall'essere credenti? Il libro si divide in brevi capitoli dai titoli perspicui: «È possibile un evento improvviso» che cambia la vita di ciascuno di noi e il corso della storia - questo infatti è il significato della rivelazione; «Che cosa significa essere vivi» e cioè davvero vivi, vivificati dall'esperienza e dalla conoscenza, e non semplicemente "viventi": per far questo, secondo il cristianesimo, non bisogna «coincidere con sé stessi», ma essere sempre in qualche misura distaccati da sé, aspirare sempre a qualcosa di più; «la verità al servizio della vita», come necessaria per un soggetto che si voglia pienamente vivo: non lo si può essere se non ci si pone il problema della verità; la capacità di esistere fuori dall'immediata realtà e di aprirsi al futuro e alla considerazione dell'altro.
Il saggio di una pensatrice libera e autorevole, scritto con il consueto stile arguto e sferzante, privo di pregiudizi e ricco di originali spunti di riflessione.
"Un saggio raffinato che trascende discipline e generi, seguend un percorso attraverso filosofia, palenteologia, politica, religione e critica letteraria" - The New York Times
"Quando ci concediamo ai luoghi, essi ci restituiscono a noi stessi e, più arriviamo a conoscerli, più vi seminiamo l'invisibile messe delle memorie e delle associazioni che saranno lì ad aspettarci quando vi ritorneremo, mentre luoghi nuovi ci offriranno pensieri nuovi e nuove opportunità. Esplorare il mondo è uno dei modi migliori per indagare la mente, e il camminare percorre entrambi i terreni"
Durante una marcia di protesta, in una località dal paesaggio incantevole o in una metropoli: andare a piedi può assumere significati molto diversi. In questa sua prima storia generale del camminare, Rebecca Solnit indaga la vasta gamma di possibilità racchiuse in questo atto primario e si concentra su alcuni personaggi che attraverso questo gesto hanno plasmato la nostra cultura, dai filosofi, ai poeti, agli alpinisti. Traccia i profili di alcuni tra i camminatori più significativi della storia e della narrativa, da Wordsworth a Kierkegaard, da Rousseau a Martin Luther King, alla ricerca della profonda relazione tra camminare e pensare, tracciandone l'evoluzione e spiegandone ogni sfumatura. Scopriamo così che camminare «ci permette di essere nel nostro corpo e nel mondo senza esserne sopraffatti» e «ci lascia liberi di pensare senza perderci totalmente nei pensieri», ci dispone, insomma, nello stato d'animo ideale per lasciare libera l'immaginazione. Il saggio di una pensatrice libera e autorevole, scritto con il consueto stile arguto e sferzante, privo di pregiudizi e ricco di originali spunti di riflessione.
Scopo di questo libro è rimettere la Strategia della Tensione nel suo contesto storico complessivo, interno ed internazionale... Che conseguenze ha avuto la strategia della tensione? Certamente essa fu sconfitta, nel senso che non ci fu nessun colpo di stato e che le organizzazioni di estrema destra coinvolte in essa furono disciolte ed i loro dirigenti costretti spesso all'esilio. Ma si può dire che essa si sia esaurita senza lasciare alcun sedimento nella cultura del paese e nel funzionamento delle sue istituzioni?