Quando la fede è compresa come un credo, un culto, delle prescrizioni, ma niente di tutto questo è collegato alla vita, Schmemann afferma che si tratta di una questione di memoria. Ma quale memoria? Non la nostra memoria psicologica – una delle facoltà più ambigue dell’uomo, capace di risuscitare il passato, nella consapevolezza tuttavia che si tratta di qualcosa che non c’è più, che la nostra vita è frammentata e scompare nella morte –, ma la memoria che ci è svelata nella liturgia. Cristo ha collegato la sua presenza tra noi al comando “Fate questo in memoria di me”. Attraverso la celebrazione dell’Eucaristia, che rinnova la memoria della persona del Signore – quindi di quanto Egli ha comunicato agli uomini come salvezza e pienezza di vita –, noi abbiamo accesso, nella frammentarietà della nostra esperienza, alla pienezza della memoria divina, dove tutto vive. L’anamnesi liturgica è quindi la realtà del regno presente in mezzo a noi che ci è dato come anticipo della pienezza escatologica e come forza di attrazione per camminare verso questa pienezza. È a partire da questa memoria che Schmemann vede il senso della teologia, della missione e anche quello della vita personale.
Traduzione dall'inglese di Maria Campatelli
Schmemann non ha dubbi nell’affermare che la tragedia della Chiesa, la radice di ogni suo male, è il divorzio tra le dimensioni in cui si articola la sua vita. Liturgia, teologia, spiritualità, esistenza personale dei fedeli – ogni cosa procede per conto suo, incapace non solo di trovare i criteri per integrarsi in un tutto coerente, ma soprattutto per manifestarsi come espressione della vita ecclesiale. Il risultato è la frantumazione, l’inincidenza pastorale e anche l’ideologizzazione: c’è chi considera lo scopo della Chiesa l’azione sociale, chi un supporto a dei valori, chi la celebrazione di cerimonie antiche e suggestive…
Come uscire da questa situazione? Tornando alla centralità della liturgia tipica della Chiesa antica, dove però la liturgia non era compresa come culto fine a se stesso, ma come espressione, manifestazione e compimento di ciò in cui la Chiesa crede, che costituisce la sua fede, il luogo in cui essa attinge alla vita nuova, e perciò alla sua identità. In questo senso, in quanto atto della Chiesa in cui essa diviene Corpo di Cristo, la liturgia è la condizione ontologica perché ogni espressione della vita ecclesiale porti il sigillo della vita nuova e costituisca un anticipo del regno. Solo in questo modo la vita ecclesiale nelle sue varie dimensioni, così come la vita dei singoli credenti, diventa atto di testimonianza e di partecipazione al mistero stesso e alla epifania di vita, di luce e di conoscenza che da esso promana.
Indice: Introduzione * Teologia e tradizione liturgica * Il ruolo della teologia liturgica * La riforma liturgica * Liturgia e teologia * Teologia ed eucaristia * Liturgia ed escatologia * Il revival liturgico e la Chiesa ortodossa * Simboli e simbolismo nella liturgia bizantina * Sacrificio e liturgia * Teologia liturgica: osservazioni di metodo
Molto è stato scritto sulla liturgia occidentale, ma lo stesso non si può dire della liturgia bizantina, soprattutto per quanto riguarda sintesi accessibili ai non addetti ai lavori.
Padre Robert Taft, uno dei più grandi studiosi di liturgie orientali, dopo una vita immersa nelle fonti della storia e della teologia bizantina, contribuisce a rimediare a questa lacuna.
In questo libro, descrive il periodo di formazione del rito bizantino - dai suoi inizi fino alla caduta di Bisanzio del 1453 -, nelle dinamiche che hanno plasmato la struttura del rito così come è celebrato ancora oggi.
Presso la casa editrice Lipa è presente l’Anthologhion di tutto l’anno, in 4 volumi, un’ampia raccolta dei testi più abitualmente adoperati per la celebrazione dell’Ufficio divino bizantino. Dopo la pubblicazione, a motivo del notevole successo che essa ha incontrato anche al di fuori della cerchia dei conoscitori della tradizione liturgica bizantina, si è resa subito necessaria una Guida che descrivesse i vari elementi costitutivi dei diversi momenti dell’Ufficio, mettendo in risalto le linee maggiori della loro struttura interna, tentando di esprimerne il significato e spiegando come i vari elementi si connettono l’un l’altro. Lo scopo della Guida è pertanto di ordine pratico.