"Il Dio di Abramo, di Mosè e di Gesù continua a soffrire con i sofferenti e in loro, per essere con loro e condurli ad una vita priva di limiti. A partire da tale fiducia esistenziale moltissime persone hanno trovato la forza di vivere con le loro limitazioni e con le loro sofferenze e di sperare.
Tale fede e tale speranza non si possono dimostrare a forza o a livello teorico argomentativo, ma là dove qualcuno - magari in mezzo alla prova - porta in sè questa speranza credente, può essere chiamato anche a manifestarla davanti a chi sta sperimentando dolorosamente i limiti e ad attestarla, con discrezione, senza invadenza e settarismo, solo come 'semplice' testimonianza della propria esistenza. Se lettrici e lettori, al termine di queste riflessioni, si sentiranno meglio rapportati alla fede e all'amore biblici, se percepiranno che essi devono opporre ad ogni forma di male lo slancio inesausto di un amore capace anche del martirio, se essi percepiranno che, in questa lotta aspra e ininterrotta, la gioia di Dio è la loro forza, allora queste pagine non saranno state scritte invano."