Ben prima del Grand Tour, che nel Settecento coinvolse anche molti letterati e studiosi, ci fu il Viaggio a Roma degli artisti europei del XVI secolo, specie dei pittori, evento epocale per la storia dell'arte. Sottrarvisi non era possibile, e quasi tutti sono venuti, dalle Fiandre come dalla Spagna e dal Portogallo, dalla Francia come dalla Germania e da più lontano ancora. Si accorreva a Roma per vedere e per imparare, per copiare l'antico, per studiare Raffaello, Michelangelo e gli altri maestri ed entrare nelle loro botteghe, riuscendo talvolta a ottenere incarichi prestigiosi. Già nelle Logge di Raffaello lavorano due grandi spagnoli e un francese, a palazzo Capodiferro-Spada sono attivi giovani fiamminghi, spagnoli e francesi. Il "viaggio" poteva durare qualche mese come diversi anni, anche un decennio o più. Poi si faceva ritorno al paese d'origine, iniziati all'arte del Rinascimento e pronti a tradurla nella propria lingua e a interpretarla, raramente a rifiutarla. Alcuni invece hanno trovato fortuna altrove, come il brussellese Peter de Kempeneer, che si stabilì a lungo a Siviglia prendendo il nome, a tutti noto, di Pedro de Campana prima di risalire anch'egli nella sua città natale. Roma era il cuore dell'Europa e la formazione degli artisti non era completa senza il "viaggio". Questo volume di Nicole Dacos è l'opera di una vita, l'opera di uno dei più importanti storici dell'arte del Rinascimento.
Matthias Grünewald è uno dei massimi artisti tedeschi del Rinascimento. Ma ormai lo si deve considerare a livello europeo non inferiore a Rembrandt. Lo stile originale di questo contemporaneo di Dürer e di Holbein, autore del Polittico di Isenheim e disegnatore prodigioso, fa di lui un "visionario", le cui composizioni affascineranno gli espressionisti. Le ultime scoperte biografiche permettono di mettere meglio in luce la personalità ancora misteriosa di questo artista che era insieme ingegnere minerario e progettista di fontane, oltre che pittore. In mancanza di prove archivistiche sui suoi eventuali spostamenti, i debiti stilistici e i prestiti iconografici permettono di individuare un dialogo affascinante con le opere di Mantegna e, forse, con l'arte di Leonardo da Vinci, accostamento che sarà oggetto di discussione. Questa originalità e la consapevolezza che ne hanno avuto assai presto i contemporanei costituiscono l'oggetto di un ampio capitolo, parallelamente all'esame della sua opera. La sua tecnica pittorica, fortemente simbolica in quei tempi caratterizzati dall'alchimia, studiata in dettaglio dal Centre de recherche et de restauration des musées de France (C2RMF), rappresenta l'argomento di un capitolo redatto da uno dei suoi membri. L'ultima parte dell'opera tratta dell'eredità di Grünewald. Prefazione di Edoardo Villata.
Domani è Natale! L'albero è addobbato, la casa è decorata, tutto è pronto per la festa. Oggi è il gran giorno! Ma un misterioso invitato è arrivato nella notte... Chi sarà mai? Età di lettura: da 4 anni.
Le ville di Roma, capolavori come Villa Borghese, Villa Doria Pamphilj, Villa Madama, Villa Giulia, la Farnesina, sono parte integrante dell'immagine della città, anch'esse meta in tutte le epoche di visite ammirate, fonte di ispirazione per innumerevoli dipinti, oggetto di imitazione e spesso scenario di ambientazioni letterarie. Gli studi sulla loro storia sono stati molteplici, ma hanno riguardato, in particolar modo, i periodi di maggior splendore quali il Rinascimento e il Barocco. Si tratta di studi oramai datati, superati negli ultimi decenni da un fiorire di ricerche talvolta parziali, ma comunque utili per una conoscenza più approfondita di questo importante patrimonio di arte e natura. Altro limite degli studi, anche recenti, finora condotti sui giardini romani è costituito dalla scarsa attenzione per periodi storici considerati di minore interesse, quali il Medioevo, di fatto ignorato, o la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento. Questo volume si propone di affrontare l'argomento da un punto di vista innovativo, con un triplice obiettivo: rileggere la storia del giardino a Roma dal Medioevo al Novecento, arricchendola del portato delle nuove ricerche sviluppate negli ultimi anni; mettere in luce la specificità di ogni periodo storico, presentare le interrelazioni tra i vari complessi delineando la linea di sviluppo delle ville e dei giardini romani in connessione con la peculiarità della città.
Per un buon numero di cristiani, il Concilio Vaticano II (1962-1965) è stata un'esperienza storica di straordinario rilievo, capace di infondere speranza. La Chiesa appariva riprendere coscienza di se stessa e, ad un tempo, si apriva al mondo. I cristiani laici e i sacerdoti si ritrovavano più consci del loro compito evangelico, culturale e anche sociale. La ripresa della lettura della Bibbia e la meditazione, una collaborazione riscoperta tra preti e laici, un rinnovamento liturgico, un'istanza ecumenica nuova, così come la scoperta del dialogo interreligioso e una forte responsabilità di fronte ai problemi del mondo furono alcuni tra gli importanti impulsi del Vaticano II. Che cosa è avvenuto in quegli anni? E dove siamo, a cinquant'anni dal Concilio? Con un testo di facile lettura Daniel Moulinet ripresenta, per chi non ha vissuto il Concilio e per chi lo vuol ricordare, le grandi tappe e i testi essenziali prodotti. Far memoria delle grandi dichiarazioni conciliari, di come vi si è giunti, non è la sem-plice testimonianza di un evento storico, ma un'occasione per l'uomo d'oggi di confrontarsi con alcuni passi fondamentali della fede cristiana e con la responsabilità che ne consegue.
"L'ombra inquietante di Albert Speer tornerà a ossessionarci? Sembrerebbe che l'avversione per l'architettura moderna sia così forte presso alcuni da sconvolgerne lo spirito al punto da far provare loro ammirazione, se non addirittura una venerazione senza scrupoli o rimorsi, nei confronti dei monumenti e di tutta l'opera di Speer. A voler credere a costoro, l'opera dell'architetto di Hitler costituirebbe un modello per l'architettura pubblica dei tempi nostri e di quelli a venire. Il nazionalsocialismo di Speer, la sua partecipazione ai massimi gradi dell'impresa hitleriana - Hitler pensò a un certo punto di farne il proprio delfino - non sarebbero che elementi contingenti, secondari, che si potrebbe agevolmente mettere da parte, o tra parentesi, allo scopo di riscoprire, sotto la cortina ideologica, l'autentico nucleo architettonico". Così inizia questo breve testo di filosofia politica ed estetica di Miguel Abensour. Abensour si richiama a Elias Canetti e a Hannah Arendt: compattezza dell'architettura, compattezza delle masse, totale eteronomia dell'umano. Il totalitarismo, da qualsiasi epoca o movimento prenda in prestito gli elementi stilistici, produce un'architettura inscindibile dal suo progetto di totale e inedito dominio sull'umano. Totale è perciò la compattezza fra i totalitarismi e le loro architetture.
Termina l'avventura di Kumar, il ragazzo canadese che, accompagnato dal direttore dello Zoo africano di Entebbe, in Uganda, ha compiuto un appassionante viaggio attraverso il mondo animale: dai Mammiferi e dagli Uccelli, ai Rettili e agli Anfibi, arriva ora ad esplorare il mondo fantastico dell'oceano e dei suoi Pesci, e a conoscere la storia dei grandi predatori, dei pesci parassiti, ma anche le meraviglie coloratissime della barriera corallina. Il lettore potrà accompagnarlo attraverso splendide tavole a fumetti e approfondire infine con una parte scientifica che illustra con precisione le caratteristiche delle diverse specie. Età di lettura: da 9 anni.
Termina l'avventura di Kumar, il ragazzo canadese che, accompagnato dal direttore dello Zoo africano di Entebbe, in Uganda, ha compiuto un appassionante viaggio attraverso il mondo animale: dai Mammiferi e dagli Uccelli, ai Rettili e agli Anfibi, giunge nell'universo infinitamente piccolo, ma dalle più svariate e misteriose sfaccettature, degli Insetti: ragni, scarabei, api, formiche, farfalle, e gli animali più originali come l'insetto stecco o la mantide religiosa. Il lettore potrà accompagnarlo attraverso tavole a fumetti che raccontano le loro storie e approfondire infine con una parte scientifica che illustra con precisione le caratteristiche delle diverse specie e l'articolata suddivisione di questo piccolo grande mondo. Età di lettura: da 9 anni.
Nel Corpus Precolombiano che Jaca Book sta pubblicando e nella stessa produzione corrente in Messico mancava un volume di sintesi sulle culture del Golfo, che hanno avuto recenti importanti studi e valorizzazioni museali. Inserita nella porzione di territorio che separa l'Altopiano Centrale del Messico, culla della cultura azteca, dallo Yucatàn maya, la regione geografico-culturale del Veracruz rimane, ad oggi, un enorme giacimento di testimonianze, in gran parte inesplorato dalla ricerca storica e antropologica sulle civiltà della Mesoamerica precolombiana. Il volume include saggi scritti dai principali protagonisti dello studio archeologico su questo territorio, nei quali si individua una unità culturale che rimane evidente alla base di un ampio spettro di differenze stilistiche, molto probabilmente rispondenti a diversità etniche, all'interno di questa importantissima porzione del Golfo messicano. Il testo presenta lo sviluppo culturale che ha origine al tempo degli Olmechi, dal quale eredita caratteristiche specifiche, e che si modella secondo le varie condizioni ambientali: dall'aridità della regione delle "alias montanas" fino ai rigogliosi bassopiani costieri del Golfo. Il punto più alto di un simile sviluppo è evidente nella grande città di El Tajin, che manifesta, con la sua architettura, pittura e scultura, l'enorme livello di perfezionamento raggiunto da questa cultura.
Il volume presenta contributi di: Barucco, Bedouelle, Borba, Pessina, Raguz, Reguzzoni, Sfameni Gasparro, Shenouda, Tück.
Il libro intende focalizzare l'attenzione sullo spazio liturgico inteso non in senso astratto, ma come luogo percorso da "vettori" materiali, visivi o ideali, che si configurano nell'architettura, nei complementi figurativi, nell'arredo, nei cerimoniali, e che non necessariamente coincidono con l'orientamento principale della chiesa. Nell'essenza, il problema è quello della destinazione e della funzione degli spazi liturgici, della loro reciproca connessione, del modo in cui i sistemi pittorici e plastici riflettono e documentano tali connessioni "dinamiche". L'orientamento della chiesa cristiana fu percepito come un problema dagli aspetti molteplici, tuttavia non necessariamente la basilica paleocristiana sottende l'idea di un percorso in direzione dell'altare, bensì eventualmente anche opposto. L'alto Medioevo - soprattutto con la definizione delle cripte a corridoio - porrà la prospettiva di un percorso progettato per la visita alle reliquie, finché l'età romanica conclamerà interi edifici programmati come santuari monumentali (pur essendo anche chiese monastiche o cattedrali). Dall'età carolingia fino al romanico era stata presa in considerazione anche l'eventualità di chiese a doppia direzionalità, cioè ad absidi opposte, con connotazioni liturgiche diversificate. La pittura e il mosaico costituirono le "integrazioni" figurative dell'edificio di culto fin dalla prima età cristiana, mentre per la scultura lapidea si dovrà attendere l'"esplosione" romanica.
Belgrado, 1984. Una vecchia signora ricorda, ma le mancano le parole per raccontare che cosa fu la sua vita. E, d'altronde, possiede ancora una vita quando si è vista la Storia e il suo seguito di violenze assassinare giorno dopo giorno la piccola storia di ciascuno? Ritorno nostalgico verso la fine degli anni Trenta... Milica e Dusan avrebbero potuto formare una coppia libera e felice. Sono dei borghesi, certo, ma la cui vita è tutta votata ai valori dello spirito: Milica insegna, Dusan è un critico rinomato. Sopraggiunge la guerra, che lacera la loro unione, li separa, li strazia. Tornata la pace, è un'altra confusione che si insedia, altre illusioni che prendono il volo. I "compagni" hanno vuotato l'appartamento di tutto quanto simboleggiava la vita: i libri, il mobilio, i quadri, il pianoforte. Milica ha resistito ai nazisti, ma non ha mai voluto aderire alle reti titine: la brutalità dei vincitori, le loro menzogne, la falsità del loro linguaggio le provocano repulsione. Eccola divenuta indesiderabile. I suoi amici non la salutano più - quand'anche non si siano trasformati in delatori del nuovo regime. Gli anni passano, un mondo sconosciuto si annuncia all'orizzonte, ma Milica non crede più alle sue promesse: sa che i germi del Male, seminati allorquando una società incurante si sforzava di ignorare ciò che si veniva tramando, angustiano ancora la terra e il cuore degli uomini...