I santi fanno parte dell'antropologia religiosa cristiana, così come la devozione loro portata attraverso immagini, santuari, pellegrinaggi, feste e ricorrenze. Come ricorda il curatore del presente volume, il culto dei santi è particolarmente vivo nelle Marche: "Numerosissimi sono i santi e i beati, i servi di Dio, vissuti nella nostra regione o in essa semplicemente recatisi per breve periodo e verso i quali è stata coltivata una devozione [...]. Il popolo marchigiano ricorre ai santi nei momenti di grande sofferenza, nelle condizioni di drammaticità personali o collettive come nelle calamità naturali e ad essi, per propiziarsi l'intercessione o come segno di gratitudine per la grazia ricevuta, dedicava e dedica opere d'arte [...]. La presenza dei santi nella vita quotidiana della nostra popolazione è costante e significativa: ogni città e comune ne ha uno come protettore; molti ne portano addirittura il nome [...]; a loro sono dedicate piazze e vie; innumerevoli sono le persone che portano il nome di un santo e al quale si affidano come a un patrono; arti, mestieri e professioni li hanno come protettori". Prefazione di Antonio Maria Sicari.
Da sempre gli uomini si incontrano per riconoscersi, raccontarsi e così istituire, celebrando il legame tra l'umano e il divino, la propria identità culturale. Di un simile incontro la festa rappresenta uno dei momenti fondamentali e costitutivi. Si tratta - ecco il suo paradosso essenziale dell'essere evento centrale della convivenza umana e al tempo stesso sovversione delle sue regole. E un'uscita dal quotidiano che tuttavia permette una rimessa a nuovo dei fondamenti del vivere insieme riguadagnando il centro stesso della quotidianità. Affascinante e drammatica, come ogni esperienza autenticamente umana, la festa è antropologicamente l'alternativa per eccellenza alla guerra, sebbene tuttavia le guerre ne facciano spesso uso per legittimare il conflitto stesso ch'esse scatenano. Uno studio approfondito che aiuta a comprendere la festa come dispositivo fondamentale attraverso il quale la socialità umana si rinsalda incanalando le tensioni distruttive che l'attraversano in una pratica regolata da leggi che dia loro sfogo, rafforzando, anziché compromettere, lo stesso vincolo sociale. Il volume è il frutto del terzo Seminario Internazionale organizzato nel 2012 dall'"Archivio 'Julien Ries' per l'antropologia simbolica" presso l'Università Cattolica di Milano.
Alla parola utopia siamo soliti associare significati positivi: sogni, desideri, speranze in un mondo migliore. Ma a volte le utopie producono effetti imprevedibili, se non catastrofici. In tempi recenti questo rischio è stato evocato soprattutto da destra, per esorcizzare il ritorno dell'indomabile spettro del comunismo. Ma altre sono le "utopie letali" con cui polemizza questo libro: si tratta di quelle di una sinistra "movimentista" che - abbandonata la via dell'antagonismo di classe - ha sostituito le velleità rivoluzionarie con il sogno di un crollo indolore del capitalismo, provocato da improbabili mutazioni della psicologia individuale, lunghe marce dei diritti, terze vie "oltre il pubblico e il privato", ecc. Un racconto che usa una neolingua in cui regna il prefisso post - postmoderno, postfordista, postmateriale, postideologico, ecc. - e che rispecchia quegli stessi valori liberali che dice di combattere.
Ogni azione umana è mossa dal desiderio della felicità, sul quale si fonda l'intimo impulso a cercare qualcosa di più grande di se stessi e a trascendersi nella ricerca della perfezione. Il desiderio della felicità è il segno della chiamata rivolta da Dio nell'intimo di ogni uomo a cercare il bene morale e a raggiungere il suo perfezionamento in un agire virtuoso e nella carità, che delle virtù è la sintesi e il compendio. Lo studio dei fondamenti della morale cristiana rivela, conformemente al mandato del Concilio Vaticano il, l'altezza della vocazione di cui ogni uomo è destinatario in Cristo. L'intimo impulso alla felicità che anima ogni essere umano è portato alla sua pienezza nella vita filiale, ricevuta in dono attraverso l'opera del Figlio di Dio. La vita filiale è esaltazione della libertà dell'uomo, perché scaturisce dalla sua consapevole e libera adesione al progetto divino su di lui. La vita morale si caratterizza così come risposta alle iniziative divine e come partecipazione all'agire stesso di Dio. La Sacra Scrittura descrive tale relazione con il concetto di alleanza, che permette di comprendere la vita morale non come mera obbedienza al dovere o ai precetti dati da Dio, ma come partecipazione alla sua stessa vita e alla sua amicizia, verso un autentico compimento dell'uomo. Pur avendo come primi destinatari i credenti, la riflessione teologico-morale si rivolge a tutti gli uomini, poiché è basata su argomentazioni razionali, da tutti comprensibili.
Molto tempo fa, in un paese dove l'inverno non aveva mai fine, un re, tanto grande quanto generoso, vide una stella che risplendeva come un faro nella notte. Quella stella, ne era sicuro, annunciava un lieto evento. E infatti... toc toc toc! Ecco tre sconosciuti bussare alla sua porta... Età di lettura: da 5 anni.
A Roma politica e poesia non si sono mai potute dividere. I poeti mostravano ai governanti la strada oppure li contestavano. Con Augusto, Roma opera la grande rivoluzione artistica: l'armonia, la pace, l'ordine al posto dello strano e dell'esotico. E Virgilio che, cantando le origini di Roma, indica ad Augusto la strada per la rinascita artistica dell'Impero. L'arte diviene specchio di una nuova ideologia, che influenzerà la storia occidentale con corsi e ricorsi rispetto alla classicità augustea. Essa è presente nello stesso sguardo di Virgilio accompagnatore di Dante. La pace di cui gli uomini e i governanti si sono mostrati sovente incapaci è così "realizzata" da Augusto nel decoro dell'ara Pacis Augustae.
L'uomo, da quando è apparso sulla Terra, ha prodotto oggetti artistici. L'arte accompagna tutte le civiltà e ci fa vedere in forme differenti il mondo e la vita. Un oggetto di arte popolare può trasmettere un messaggio importante quanto un dipinto di Leonardo o di Picasso. Questa collana introduce tutti i ragazzi a opere d'arte di epoche e paesi lontani e arriva sino ai grandi artisti contemporanei. Allo stesso tempo ci abitua a comprendere che ogni cultura, ogni Paese, ogni artista ha un modo diverso di guardare alle cose e perciò le presenta sempre con nuove caratteristiche, forme e colori. L'arte è un tratto dell'umanità che la unisce: culture e sensibilità diverse mostrano la realtà in modi differenti, l'amore per l'arte promuove il rispetto della molteplicità delle società umane. Età di lettura: da 6 anni.
L'uomo, da quando è apparso sulla Terra, ha prodotto oggetti artistici. L'arte accompagna tutte le civiltà e ci fa vedere in forme differenti il mondo e la vita. Un oggetto di arte popolare può trasmettere un messaggio importante quanto un dipinto di Leonardo o di Picasso. Questa collana introduce tutti i ragazzi a opere d'arte di epoche e paesi lontani e arriva sino ai grandi artisti contemporanei. Allo stesso tempo ci abitua a comprendere che ogni cultura, ogni Paese, ogni artista ha un modo diverso di guardare alle cose e perciò le presenta sempre con nuove caratteristiche, forme e colori. L'arte è un tratto dell'umanità che la unisce: culture e sensibilità diverse mostrano la realtà in modi differenti, l'amore per l'arte promuove il rispetto della molteplicità delle società umane. Età di lettura: da 6 anni.
L'uomo, da quando è apparso sulla Terra, ha prodotto oggetti artistici. L'arte accompagna tutte le civiltà e ci fa vedere in forme differenti il mondo e la vita. Un oggetto di arte popolare può trasmettere un messaggio importante quanto un dipinto di Leonardo o di Picasso. Questa collana introduce tutti i ragazzi a opere d'arte di epoche e paesi lontani e arriva sino ai grandi artisti contemporanei. Allo stesso tempo ci abitua a comprendere che ogni cultura, ogni Paese, ogni artista ha un modo diverso di guardare alle cose e perciò le presenta sempre con nuove caratteristiche, forme e colori. L'arte è un tratto dell'umanità che la unisce: culture e sensibilità diverse mostrano la realtà in modi differenti, l'amore per l'arte promuove il rispetto della molteplicità delle società umane. Età di lettura: da 6 anni
L'uomo, da quando è apparso sulla Terra, ha prodotto oggetti artistici. L'arte accompagna tutte le civiltà e ci fa vedere in forme differenti il mondo e la vita. Un oggetto di arte popolare può trasmettere un messaggio importante quanto un dipinto di Leonardo o di Picasso. Questa collana introduce tutti i ragazzi a opere d'arte di epoche e paesi lontani e arriva sino ai grandi artisti contemporanei. Allo stesso tempo ci abitua a comprendere che ogni cultura, ogni Paese, ogni artista ha un modo diverso di guardare alle cose e perciò le presenta sempre con nuove caratteristiche, forme e colori. L'arte è un tratto dell'umanità che la unisce: culture e sensibilità diverse mostrano la realtà in modi differenti, l'amore per l'arte promuove il rispetto della molteplicità delle società umane. Età di lettura: da 6 anni.
Un'intervista può essere la radice quadrata della verità oppure un'inutile e vanitosa esibizione. L'intervista è anche un'arma formidabile nelle mani dell'intervistatore. Il quale può decidere se compiacere l'intervistato o servire e appassionare il lettore. Questo libro va oltre, perché racconta i retroscena più segreti e piccanti, quasi sempre inediti, di una serie di interviste e di incontri con alcuni fra i protagonisti della politica internazionale durante i decisivi anni '80. Gli anni che accompagnano lo sgretolamento del Muro fino al suo fragoroso crollo. Gli anni che vedono il tramonto di rapporti di forze che avevano garantito, dal dopoguerra, un sostanziale seppur cinico e spietato equilibrio. Ciascuno dei protagonisti, in questo libro, ha qualcosa da rivelare e spesso ha qualcosa da nascondere. Le bugie sulla strage di Sabra e Chatila di Pierre Gemayel. L'Unione Europea possibile e l'inchino alla vitalità e alla creatività italiana di Helmut Schmidt. Il comunismo feroce di Nicolae Ceausescu. Il camaleonte Yasser Arafat. Il diffidente e coraggioso re Hussein e le altre voci senza filtro degli anni '80. Prefazione di Sergio romano
La letteratura di una nazione è davvero nel senso più letterale del termine un landscape, la "visione di una terra". Walt Whitman interrogava così i poeti d'America: L'opera vostra sa resistere al paragone dei campi aperti, sulla riva del mare? Emerge in primo piano la figura della frontiera. Essa ha una storia all'interno del mito americano. In origine è da intendersi come lo spazio dove è possibile rinascere immergendosi in uno stato di innocenza primordiale e quasi adamitica. Poi prende forma una visione della frontiera come luogo irto di pericoli, perché confine tra civiltà e barbarie, ma ricco di promesse e possibilità. La frontiera diventa quindi l'indispensabile punto di riferimento dell'identità in divenire di una giovane America che si rappresenta come una comunità lanciata alla conquista del Nuovo Mondo. Nel mezzo dell'era industriale e della motorizzazione di massa, Jack Kerouac potrà infine partire con lo stesso spirito per il suo viaggio on the road all'interno di una forma diversa di wilderness. La frontiera, dunque, è metafora di un mondo alternativo, fluido e in perpetuo divenire.