I mille anni del processo di cristianizzazione serba sono un capitolo significativo nella storia dell'evangelizzazione degli slavi.
In particolar modo il Medioevo ha rappresentato il momento in cui l'identità serba ha sviluppato i suoi fondamenti politici, sociali, filosofici e artistici.
Fondamenti che non hanno perso forza anche dopo la conquista ottomana della fine del xiv secolo e che hanno nutrito nei secoli la coscienza collettiva del popolo serbo e la lotta per una cultura serba indipendente.
I grandi monasteri, i dipinti, le miniature nati in questo periodo, che si collegano allo sviluppo del linguaggio, della letteratura e delle arti minori, sono tra gli esempi più vivi e tangibili dell'impronta di societas cristiana lasciata sull'Europa dall'Adriatico fino agli Urali.
La trascrizione di queste lezioni testimonia dell’interesse di Derrida per Marx, attivo già negli anni Settanta, segnati dal clima infuocato della contestazione nell’Università e nella società, soprattutto parigine. Il Marx che viene presentato è un pensatore non accademico, ma rivoluzionario, in grado di trasformare la nozione stessa di teoria, inconcepibile in termini autentici fuori da un’attività di radicale cambiamento sia nel pensiero sia nei gesti. La lettura derridiana si lascia attraversare da quella del suo più anziano collega Louis Althusser, uno dei maestri dell’interpretazione di Marx in chiave scientifica e rivoluzionaria, sia riguardo all’economia che alla lotta politica. La nozione di prassi che ne emerge risulta di estremo, bruciante interesse nel momento della società attuale, rinunciataria fino agli estremi limiti a progetti di trasformazione radicale e soprattutto incredula che l’individuo, soggetto di un desiderio e di un giudizio, possa avere un effettivo spazio e possibilità di azione nella sfera dei rapporti politici. Una nozione di prassi diversa dalle procedure tecnocratiche è la posta in gioco di questo libro.
Il volume raccoglie i contributi relativi all'ottavo Seminario internazionale organizzato nel novembre 2017 dall'Archivio «Julien Ries» per l'antropologia simbolica presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, dedicato al tema Religione e Potere. L'opportunità che diviene tentazione. La religione può essere definita come un sistema di pratiche identificabili con narrazioni e celebrazioni, cioè miti e riti. In quanto sistema, essa si configura necessariamente come prescrittiva: la sua normatività dovrebbe essere al servizio dell'uomo, favorendolo nel coltivare la dimensione del rapporto con Dio. È accaduto e accade, tuttavia, che l'aspetto prescrittivo tenda a prendere il sopravvento, con l'esito di trasformare la religione, che è al servizio di Dío e degli uomini, in uno strumento che sí serve di Dio per dominare gli uomini.
Arriva l'inverno, gli animali della foresta fanno provviste prima che il ghiaccio e la neve ricoprano tutto.
Scoiattoli, topolini, talpe sono molto indaffarati: non c'è tempo da perdere.
Ma quest'anno c'è una grande novità per la famiglia dei Ricci: niente letargo!
Mamma e Papà Riccio hanno infatti deciso di festeggiare il Natale. Sembra una festa così speciale, tutti ne parlano come qualcosa di magico.
Così la sera della vigilia, il Topo bussa alla porta della famiglia dei Ricci pieno di entusiasmo: sveglia, è Natale!
I piccoli si svegliano in un lampo, invece Mamma e Papà Riccio non vogliono proprio saperne di aprire gli occhi.
I preparativi non possono aspettare. Ghirlande, una tavola imbandita con con ogni prelibatezza, tanti regali e un fuoco che scoppietta e scalda i commensali. Forse il profumo della torta al cioccolato sarà in grado di risvegliare i due dormiglioni?
IL RACCONTO DI UNA NOTTE SPECIALE IN CUI TUTTO SEMBRA POSSIBILE. ANCHE SVEGLIARSI DAL LETARGO
La divisione per periodi e per stili è peculiare dell'arte europea e occidentale.
Il ritmo dei secoli corrisponde abbastanza a cambi d'epoca artistica, anche se dall'Ottocento gli stili e gli "ismi" si moltiplicano in un'accelerazione esponenziale che porta alla contemporaneità.
La Russia, "mondo a parte" in epoca medievale, si trasforma, da Pietro il Grande in poi, entrando in relazione con l'Europa occidentale.
Prima del Settecento c'è un capitolo sull'arte coloniale dell'America Latina dal xvi al xviii secolo. Il colonialismo ha distrutto un mondo esportandone un altro, ma il mondo primigenio riappare meticciando la cultura.
L'Europa dà alla sua evoluzione artistica dei nomi per scandirne i periodi: Gotico, Rinascimento, Barocco... Questi nomi nascono in varie forme, spesso per criticare un fenomeno o uno stile e solo in un secondo momento diventano un riferimento intangibile.
A spiegare queste metamorfosi abbiamo invitato Philippe Daverio.
Fondamentalmente il mito è un racconto che tende a dispiegare le origini di un popolo e di una cultura. Ma il mito è reale? Di più, il mito fonda la realtà di un popolo. Senza il mito una cultura si impoverisce pericolosamente, “poveri sono coloro che mancano di canti”, di narrazione mitica. Come il Dizionario dei simboli, appena ripubblicato, ci porta in tutta la storia e nei vari luoghi del pianeta, questo Dizionario dei miti, realizzato dai maggiori studiosi del tema, conduce al cuore fondante di ogni civiltà.978881641438
Tutta l’esperienza religiosa nasce dal tentativo dell’uomo di inserirsi nel reale, nel sacro, per mezzo di atti fisiologici fondamentali, da lui trasformati in cerimonie e riti. Scrive Eliade: “Siccome il rito consiste sempre nella ripetizione di un gesto archetipico, compiuto in illo tempore (ai primordi della “storia”) dagli antenati o dagli dèi, si tenta di “onticizzare”, per mezzo della ierofania, gli atti più banali e insignificanti. Il rito coincide, per la ripetizione, col suo “archetipo”, il tempo profano è abolito. Trasformando tutti gli atti fisiologici in cerimonie, l’uomo arcaico si sforza di “passare oltre”, di proiettarsi oltre il tempo (del divenire), nell’eternità”. “Attraverso i simboli il mondo si rivela e tramite il mito e il rito “il mondo ‘parla’ all’uomo”.
Il vasto territorio dell'Arabia romana, esteso dal Mediterraneo alla penisola arabica fino al mar Rosso, comprendeva le odierne Giordania, penisola del Sinai, parte della Siria e dell'Arabia Saudita. La provincia ebbe uno straordinario sviluppo nei secoli II e III, attraversata dalle arterie del traffico carovaniero e popolata da città come Bostra, Gerasa, Petra, di cui restano le monumentali vestigia. Gli imperatori bizantini incoraggiarono infatti l'evangelizzazione e l'Arabia conobbe un cristianesimo organizzato che ha lasciato numerose testimonianze architettoniche e artistiche. Il presente volume le raccoglie, le illustra, raccontando la storia, l'arte e la cultura delle popolazioni cristiane d'Arabia, dalle loro origini fino ai primi due secoli dell'Islam. Uomo del dialogo in Palestina, l'archeologo Michele Piccirillo con il suo approfondito lavoro di ricostruzione storico-archeologica ha inteso mostrare come in queste terre abbiano convissuto Islam, Ebraismo e Cristianesimo, offrendoci così uno spunto di riflessione e un monito per il nostro tempo.
Non appena la sua baby-sitter si addormenta e schiaccia un pisolino, Paloma corre alla finestra. Il naso a patata contro il vetro, un pipistrello si mette a strillare e la mette in guardia: sta per arrivare un terribile drago dagli abissi marini, è un mostro spaventoso e divorerà tutto e tutti in un sol boccone!
Ma Paloma è una bimbetta coraggiosa, e i draghi le stanno pure simpatici.
I muri tremano, i vetri delle finestre vibrano, tutto sembra vacillare, si sentono passi pesanti e una creatura gigante, con una coda lunghissima e il corpo di mille colori si presenta a casa sua. Ma non sembra così cattivo... e poi lo sanno tutti... i draghi soffrono pure il solletico!
E come se non bastasse, il drago porta il mare nella casa di Paloma: pesci, granchi, cavallucci marini inondano le stanze e si aggirano per le scale a gran velocità.
Ora però c'è troppa confusione, bisogna trovare un posto sicuro per il drago. E prima che la governante si svegli.
A pensarci bene, il tetto di casa, come nascondiglio, non è affatto una cattiva idea!
Un ragazzino trova un elmetto nel giardino di casa, scavando nella terra in cui vuole piantare una giovane quercia. È un elmetto arrugginito, consumato dal tempo. Apparteneva a un soldato che ha combattuto la Prima Guerra Mondiale.
Questo ritrovamento dà il la per raccontare la Storia. Quella con la S maiuscola però.
Infatti il nonno del ragazzino ripercorre con lui gli avvenimenti atroci di quel tempo lontano attraverso alcune lettere che suo nonno gli ha lasciato.
Guerra, sangue, morte, disperazione. Ma anche legami indissolubili, piccoli gesti quotidiani, sorrisi e partite a carte tra soldati. Per sopravvivere alle atrocità dello scontro.
Il discorso sull'angoscia sembra scomparso dall'orizzonte culturale ma non si è dileguato il senso di paura, di abbandono e solitudine dell'uomo. Balthasar apre uno spazio di riflessione entrando in stretto dialogo con la filosofia, in modo particolare con Heidegger e con le analisi del pensiero freudiano. A partire dalle intuizioni dell'unica riflessione teologica esistente nei tempi moderni su questo tema, il 'Concetto di Angoscia' di Kierkegaard, Balthasar intende dar corpo a una «teologia dell'angoscia» che, da un lato, ne ridimensioni l'«ipertrofia» nella nostra epoca e, dall'altro la collochi all'interno di un discorso rivelativo: il grido di Gesù sulla croce «dice» di Dio e dell'Uomo. Il libro, partendo dalla parola delle Sacre Scritture, mette poi in rilievo i molteplici livelli in cui si articola il fenomeno dell'angoscia, cogliendone nessi, distinzioni e movimenti, per concludersi con un affondo sull'essenza dell'angoscia, in cui verificare se l'impostazione biblica ha potuto dirci di più e più in profondità di Kierkegaard e dei suoi prosecutori.
Paolo VI è stato l'ultimo papa italiano. Il suo successore, Giovanni Paolo i, ha governato la Chiesa per poche settimane. E il 16 ottobre 1978 venne eletto Karol Wojtyla, primo papa non italiano da più di quattro secoli. Giovanni Battista Montini è stato un papa immerso nella storia d'Italia: ne ha vissuto le vicende con intensità a partire dal suo ambiente bresciano fin da giovane, percependole anche come sfide alla Chiesa. Si è insistito sul «genio italiano» di Montini non per ridurlo ai confini nazionali, ma per sottolineare la vicenda di un papa italiano che realizza un'apertura al mondo dopo il Vaticano II, non solo con i viaggi, ma con gesti, riforme e decisioni importanti. Questo volume non vuole essere una biografia di Montini. Si vogliono approfondire alcuni aspetti decisivi della sua storia personale e del suo governo: insomma, cogliere il suo «genio italiano» al servizio di quell'«internazionale» particolare che è la Chiesa cattolica. Giovanni Paolo II, pur con la sua storia lunga e particolare, si pose in forte continuità con papa Montini, con cui, tra l'altro, il card. Wojtyla ebbe un rapporto molto profondo. Un passaggio decisivo per capire il cattolicesimo tra il XX e il XXI secolo è, quindi, provare a comprendere meglio Giovanni Battista Montini.