Il rapporto tra arte e architettura, nel contesto dello spazio liturgico cattolico, infiamma il dibattito tra architetti, artisti, liturgisti e fedeli. Le chiese di recente costruzione sono state oggetto di feroci critiche o difese appassionate. Il ruolo preponderante dell'architettura ha ridimensionato e talvolta cancellato la possibilità di programmi iconografici compiuti e coerenti, sostituiti da decori astratti o persino da pareti bianche. Per reagire all'impasse contemporanea della crisi dell'arte e dell'architettura per il culto, e riscoprire figure e simboli correlati allo spazio e al tempo della liturgia, un gruppo di esperti attinge alla lezione della storia passata, con particolare attenzione al Medioevo, e indaga le piu recenti esperienze in ambito italiano, francese e serbo, facendo dialogare rappresentanti del Cattolicesimo e dell'Ortodossia. L'ampiezza geografica, temporale e confessionale della riflessione e volta a porre a confronto punti di vista diversi, persino contrapposti, nell'intento di contribuire - in maniera innovativa - alla ricerca sul tema capitale dello spazio sacro e del suo corredo iconografico.
«Il titolo di questa sezione dell'Opera Omnia indica chiaramente l'oggetto delle opere presentate e subito si può intuire come siamo condotti al cuore dell'esistenza della Chiesa, che vive della Parola e del Pane, nutrendosi alla Tavola dei due alimenti necessari all'esistenza. I volumi di questa sezione hanno una data lontana nel tempo (1949, 1950, 1959-1993, date delle prime edizioni francesi), e tuttavia corrispondono a questioni che oggi sono più che mai importanti e difficili per la teologia e per l'esistenza cristiana; soprattutto, come si vedrà, la questione della lettura e interpretazione della Scrittura. [.. .] Le opere di de Lubac contenute in Scrittura ed Eucarestia trattano due grandi temi, che coincidono con i fondamenti della fede e della teologia cristiana. La Chiesa, infatti, vive della Parola testimoniata e portata dal Libro, e della Eucarestia, nella memoria di Gesù, celebrazione ma anche sintesi di tutta la storia e del mistero della salvezza. Sono opere che hanno fecondato la riflessione teologica del periodo immediatamente precedente il Vaticano II, e, anche se non citate, hanno nutrito alcuni documenti conciliari tra i più importanti (sulla rivelazione, sulla Chiesa, sulla liturgia). [...] E questo il significato delle opere di de Lubac, che rimangono dei classici della teologia del XX secolo, e proprio perché classici si presentano sempre attuali. Non si può capire la Chiesa senza pensare all'Eucarestia, e viceversa. L'esegesi, ricerca attenta, rigorosa, di tutta la dimensione storica e filologica della Scrittura, ha assoluto bisogno della lettura sempre attenta al "senso spirituale": solo così la Parola vivifica. Altrimenti rimane lettera morta, addirittura portatrice di morte.» (Dall'Introduzione di Azzolino Chiappini alla Sezione quinta dell'Opera Omnia)
In "ChatGPT non pensa (e il cervello neppure)" Miguel Benasayag, che da decenni si occupa del rapporto tra la macchina e il vivente, dialoga con Ariel Pennisi. È un dialogo stimolato dalla recente diffusione di massa di ChatGPT-4, ma che viene da lontano, si intreccia con spazi di vita, ricerca scientifica e un impegno politico comune. Non si tratta di essere tecnofobi o tecnofili: «Mentre gli uni si ripiegano sulla nostalgia di una natura perduta, gli altri si gettano nel vortice del funzionamento totale, dove il corpo, la finitezza, i limiti immanenti dell'esperienza vitale e perfino i segni della storia non sono che un ostacolo per una volontà di efficienza che gira a vuoto». Un dialogo serrato, meditato e chiarificante che rivendica la necessità di pensiero e di pratiche contro le nuove forme pervasive di colonizzazione digitale e in favore della "singolarità del vivente", della «capacità di noi bestie di non funzionare, di vivere da inutili e di percepire tale condizione come la perfezione stessa». Ancora una volta, Benasayag ci invita a elaborare un modello di ibridazione tra la tecnica e gli organismi viventi che non si riduca a una brutale assimilazione.
Una sorprendente lettura femminista della storia biblica che culmina con la figura di Maria. Questo piccolo libro, che riscosse grande successo in Germania, è il risultato di tre conferenze tenute da Ratzinger poco prima della sua nomina a cardinale di Monaco. La lettura dell'Antico Testamento attraverso le figure di grandi donne, Eva, Sara, Rachele, Anna e Giuditta, prende concretezza con la promessa del messia. La mariologia secondo Ratzinger ha un proprio spazio nella teologia e non deve essere considerata un'imitazione, quasi un sottoprodotto della cristologia. Joseph Ratzinger nasce nel 1927 a Marktl am Inn, in Baviera, e diviene sacerdote nel 1951. Dopo la laurea in Teologia è docente presso le Università di Bonn, Münster e Tubinga. Giovane e influente perito al Concilio Vaticano II, nel 1977 è arcivescovo di Monaco di Baviera e riceve la dignità cardinalizia. Dal 1981 è prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Il 19 aprile 2005 viene eletto Papa con il nome di Benedetto XVI; si dimette l'11 febbraio 2013. Dall'elezione di papa Francesco assume il titolo di Pontefice Emerito.
Jaca Book presenta gli scritti inediti di Ricoeur su un tema centrale nella riflessione filosofica contemporanea. In accordo con lo stesso principio che ha guidato la realizzazione del primo volume di questa serie, Attorno alla psicoanalisi, di Écrits et conférences di Paul Ricoeur, Ermeneutica offre ai lettori testi essenziali di cui Ricoeur aveva autorizzato la pubblicazione che non risultano di facile reperibilità o che non sono stati mai resi pubblici nella versione originale. Si tratta di testi dei quali esiste presso il Fonds Ricoeur di Parigi il manoscritto originale rivisto dall'autore. Il pregio peculiare di questo secondo volume - al di là del carattere meticoloso della curatela (che accompagna quasi per mano il lettore, offrendo una ricca rete di rimandi bibliografici e di note di approfondimento) - è che l'insieme degli scritti raccolti tracciano un itinerario essenziale del contributo di Ricoeur all'ermeneutica filosofica contemporanea. Ne emerge tutta la sua originalità, ne emergono gli aspetti caratterizzanti, ne emerge il cuore. Il libro diventa, dunque, una nuova via di accesso al vasto e articolato corpus ermeneutico dell'opera ricoeuriana. Paul Ricoeur è stato uno dei maggiori filosofi del '900. Ha insegnato Filosofia alle Università di Strasburgo, alla Sorbona di Parigi, a Nanterre e a Chicago. Jaca Book è l'editore italiano delle sue opere che ha cominciato a pubblicare negli anni '70.
Testi inediti di Derrida dei famosi seminari della scuola degli "alti studi" in scienze sociali. La traduzione dei due volumi di Jacques Derrida Lo spergiuro e il perdono, che riproducono i due seminari tenuti presso l'Ecole des hautes études en sciences sociales nelle due annualità accademiche 1997-1998 e 1998-1999, rappresentano una straordinaria possibilità di ripercorre in modo sistematico come il filosofo francese abbia affrontato uno dei temi più significativi del dibattito filosofico recente. È possibile vedere il progressivo articolarsi con puntuali riferimenti e analitiche spiegazioni come il perdono si configuri come un'esperienza che genera l'impossibile: infatti solo perdonando l'imperdonabile abbiamo a che fare con il perdono e non con uno scambio economico, un calcolo di convenienza. Questa esperienza impossibile del perdono emerge attraverso un confronto con Agostino, Rousseau, Hegel, Lévinas, Platone, Aristotele, ma anche con Shakespeare, Baudelaire, Blanchot e con le scene di perdono che si sono moltiplicate nello spazio pubblico a partire dagli anni Novanta. Jacques Derrida è stato uno dei maggiori filosofi del nostro tempo. Jaca Book ha pubblicato le sue opere principali. Proseguono inoltre le pubblicazioni dell'edizione critica di Seminari e Corsi. Vittorio Perego insegna Storia della filosofia presso la Facoltà teologica di Milano e l'Istituto di Scienze religiose. È studioso del pensiero contemporaneo sia tedesco che francese.
La storia è quella di un prete francese, Gaston, fra prima e seconda guerra mondiale. Ne seguiamo i passi gentili in un carosello, attorno alla piazza della sua chiesa, nel quale si vedono cambiare cardinali e canonici, politici e burocrati, così come la moda nell'atelier di fronte. Attraverso la sua storia il libro fotografa il nostro mondo con la sensibilità di chi ha saputo toccare le corde più profonde di un'epoca. È un romanzo sull'amore, la gente, la politica e il trascorrere del tempo, il rapporto quotidiano fra l'uomo e il destino. Gaston sa che Gesù non ha camminato in un mondo asettico e che lui, seguendolo, è chiamato a cercare di entrare in quella misteriosa economia per cui il buon ladrone viene perdonato sulla croce all'ultimo momento e ad ogni uomo verrà dato il soldo della sua fatica di vivere.
Il Credo può essere considerato il testamento spirituale di uno dei più grandi teologi del XX secolo. Hans Urs von Balthasar medita gli articoli di fede del Credo e in essi il mistero inesauribile del Dio uno e trino. La sua interpretazione testimonia di una limpida gioia della ricchezza e della bellezza del mistero trinitario. Scrive eloquentemente Balthasar «Ogni molteplicità proviene da qualcosa di semplice. Le molte membra dell'uomo, da un uovo fecondato. Le dodici enunciazioni del credo apostolico, anzitutto da queste tre domande particolari: Credi in Dio Padre, nel Figlio e nello Spirito santo? Ma anche queste tre formule sono espressione - ed e Gesù Cristo a fornircene la prova -, del fatto che l'unico Dio è, nella sua essenza, amore e donazione». I testi che qui ci vengono presentati, per la loro straordinaria densità e profondità, costituiscono una piccola «summa» della teologia di Balthasar.
Chi non conosce Pinocchio e le sue avventure? Quando e da chi uno le ha conosciute? Difficile la risposta. Pinocchio fa parte della memoria di tutti. Poche cose sono così radicate nella cultura popolare del nostro come di altri paesi. Ma questo significa che nel rimettersi a leggere, a capire le avventure di Pinocchio, si possono capire le esigenze più profonde di quella umanità che le ha fatte proprie. Le esigenze dell'uomo sono la grande strada per comprendere il suo senso della vita, il suo senso religioso. Questo spiega la nascita di un libro di teologia che, capitolo per capitolo, segue le avventure di Pinocchio. La differenza tra burattino e figlio, nolenti o volenti, resta la sintesi del dramma dell'uomo contemporaneo.
"Teodrammatica" è la seconda parte della grande esposizione balthasariana della fede cattolica. Prendendo le mosse dagli attributi dell'essere (bello, buono, vero), egli ha trattato nella prima parte (Gloria) della bellezza del mondo e della gloria di Dio; nella seconda (Teodrammatica) della libertà finita e infinita e nella terza (Teologica) l'insieme delle questioni concernenti la verità creata, la verità divina, nonché il loro reciproco rapporto. Dopo il volume primo della "Teodrammatica", la Introduzione al dramma, il secondo è antropologico, il terzo cristologico, il quarto soteriologico; il quinto trinitario. In questo quarto volume si tratta di un'"azione" lungamente preparata. Nel primo è stata anzitutto elaborata una precomprensione della categoria del drammatico come introduzione alla comprensione della rivelazione (o "teologia"). Poi occorreva presentare i personaggi del dramma. Ma nella tensione tra la libertà riconosciuta della creatura davanti a Dio (vol. 2) e l'inclusione di questa libertà in Cristo, a partire dal quale soltanto si danno personaggi teodrammatici (vol. 3), c'era già l'esca di accensione per qualcosa di così esplosivo che non si poteva cominciare altrimenti che nel "segno dell'Apocalisse". Essa già indica che l'agire della libertà umana non può essere aggirato o sorvolato dal più vasto agire dell'"Agnello come immolato" e ridotto a fattore inoffensivo. Qui il discorso non è quello di una apocatastasi che inserisce l'impegno cristiano tra Dio e l'uomo in un panorama filosofico (alla maniera di Plotino o di Hegel) circa un'emersione e un rientro del mondo nella divinità. Giacché si dà un'insurrezione titanica degli uomini contro la loro inclusione nel mistero della croce. Fin dal tempo di Cristo esiste una passione anticristica: "Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro, essi sarebbero senza peccato". Solo là dove si apre il cielo si spalanca anche l'inferno.
Teodrammatica è la seconda parte della grande esposizione balthasariana della fede cattolica. Prendendo le mosse dagli attributi dell'essere (bello, buono, vero), egli ha trattato nella prima parte (Gloria) della bellezza del mondo e della gloria di Dio; nella seconda (Teodrammatica) della libertà finita e infinita e nella terza (Teologica) l'insieme delle questioni concernenti la verità creata, la verità divina, nonché il loro reciproco rapporto. Dopo il volume primo della Teodrammatica, la Introduzione al dramma, il secondo è antropologico, il terzo cristologico, il quarto soteriologico; questo quinto è trinitario. Ciò che si può dire alla fine circa l'ultimo atto del dramma fra cielo e terra non sono che termini stupefatti e balbettanti, che girano intorno a questo mistero, termini che si appoggiano ad alcune lampeggianti parole ed allusioni della Scrittura. Si è tentato di andare fino al limite consentito dalla Scrittura, per alcuni forse un passo più avanti, ma di fermarsi rigorosamente là dove speculazioni apparentemente logiche hanno condotto soltanto in un vuoto astratto o davanti a superflue segnalazioni di divieto. Non è scientifico, neppure in campo teologico, parlare con esattezza di cose che non si possono sapere (per esempio dello stato intermedio). Conforme all'avvertimento dell'Aquinate si è cercato di costruire della teologia sugli articoli di fede (e non inversamente) sulla Trinità, sull'Incarnazione del Figlio, sulla sua vicarietà per noi in croce e nella resurrezione, sulla sua missione dello Spirito a noi nella Chiesa apostolica e nella Communio Sanctorum la quale teologia è la sola chance per il fatto che anche oggi e in futuro si possa attuare una testimonianza di vita (e di morte) per "il supremo dono di Dio", che solo così diviene irreversibile e insuperabile
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