Il volume affronta temi eterogenei quali il recupero degli spazi pubblici, la garanzia di un'abitazione degna per qualsiasi livello sociale, il rispetto dell'ambiente nella pianificazione e nella costruzione delle città, la riconversione di aree industriali abbandonate, la valorizzazione del patrimonio storico per una fruibilità civile. I differenti esempi vengono tuttavia composti in un quadro unitario alla luce della sfida della partecipazione diretta dei cittadini allo sforzo costruttivo, del loro coinvolgimento nelle scelte per le proprie città e il proprio quartiere, e anche nelle numerose esperienze di autocostruzione.
Le idee di Le Corbusier su arredamento moderno, case e città moderne a più di trent'anni dalla sua morte, sono convincenti e autorevoli. Egli considerava gli oggetti quotidiani come strumenti la cui forma e funzione possono essere razionalmente definite e rese quasi standard. Il suo approccio razionale era modulato sull'esperienza umana e aveva una complessa relazione poetica con l'ambiente costruito e arredato. Il volume analizza questa relazione e permea gli interni domestici e gli arredi da lui progettati in tutta la sua carriera.
Uno dei grandi pensatori medievali è affrontato nella sua singolarità che è compartecipe e trascende le appartenenze tanto alla teologia monastica quanto a quella scolastica. In questo volume l'attenzione è rivolta alla genesi, all'elaborazione e al compimento del suo metodo teologico per comprendere il mistero che è multiforme e va dal coinvolgimento affettivo a quello intellettuale, tra i più esigenti, con l'impiego di una logica sottilissima. è molto presente in lui anche la preoccupazione di rendere le verità contemplate in modo parabolico, con esempi tratti dalla vita quotidiana e dall'esperienza comune degli uomini. Una multiformità che costituisce un'occasione privilegiata per riflettere sull'essenza e sulle forme del lavoro teologico.
L'autore, laureato in psicologia a Padova con tesi di carattere psichiatrico sulla riabilitazione dei pazienti psichiatrici istituzionalizzati, per sei anni ha coordinato una comunità di lungodegenti; attualmente è libero professionista, in qualità di psicologo clinico con formazione di tipo psicanalitico. Da qualche anno si occupa anche di problematiche dell'infanzia e dell'adolescenza, svolgendo oltre all'attività liberoprofessionale quella di consulente (sia in ambito clinico che formativo) presso alcune scuole e comunità. Il volume svolge le impressioni e il vissuto in relazione al suo lavoro di questi anni.
Il volume propone elementi di riflessione preliminare e due prospettive di analisi strategiche riguardanti i musei e i teatri lirici che sono realtà diverse ma associabili nell'istituto del bene culturale come istituto della memoria, come attività eminentemente creativa e come futuro nel presente. Gli autori sono due docenti universitari e una dirigente di un teatro lirico.
Alla metà dell'Ottocento la comunità dei cattolici inglesi era caratterizzata da una rinnovata e vivace presenza nella società, nella cultura, nelle opere dell'educazione e della carità, e da una crescita impetuosa che provocò virulente reazioni da parte del blocco di potere formato dallo Stato e dalla Chiesa Anglicana. Tuttavia le circostanze specifiche che rendono significativa sul piano storico l'analisi di Newman in questi Discorsi sono secondarie rispetto al carattere esemplare della sua testimonianza. Essa vale per ogni tempo, e in particolare per il nostro, in cui la presenza e l'attività dei cristiani sono segno di contraddizione e talvolta oggetto di contestazione. Queste pagine lucide, incisive, ironiche e insieme caritatevoli, formano quella che è stata definita la sua opera più alta sotto il profilo stilistico/letterario; e sono uno specchio eloquente per comprendere il travaglio spirituale del nostro stesso mondo, e la missione di salvezza affidata ai cristiani nei suoi confronti.
Straordinario periodo di creatività archistica fu il passaggio tra primo e secondo millennio. Il cuore dell'impero ottomano, che coinvolse soprattutto regioni della Germania, Milano e la Lombardia, fu attraversato da una corrente artistica di alto profilo, stilizzatat e colta, che è rimasta documentata in alcune esperienze architettoniche, in pochi affreschi, come quelli di Galliano a Cantù, ma soprattutto nelle miniature, negli oggetti di culto e nei simboli del potere. Appare evidente l'influsso di Bisanzio, ma prevalgono i segni di una nuova sensibilità e di un nuovo gusto propriamente occidentali. Il volume affronta lo stesso periodo in Francia, nell'Inghilterra meridionale e nei regni del nord della penisola iberica.