Due grandi personalit‡ a confronto, due luoghi fondamentali della cultura medievale: il chiostro e l'universit‡.
A prima vista puÚ sembrare strano associare e proporre in un unico volumetto i profili di Bernardo di Clairvaux e di Tommaso díAquino, icona del monaco, il primo, al quale convengono il chiostro e la contemplazione, e modello del maestro di scuola, il secondo, al quale si addicono líuniversit‡ e le questioni.
E, infatti, dalle pagine rapide ma nitide e incisive che Inos Biffi dedica loro, le due figure risaltano nella loro precisa e distinta identit‡, ognuna con la propria genialit‡ inconfondibile. Possiamo dire: due ìcapolavoriî di umanit‡ e di Chiesa, eloquenti testimoni, líuno e líaltro, della sorprendente e multiforme ricchezza del ìmirabile medioevoî. Díaltronde, riconosciuta la diversit‡ tra líabate di Clairvaux e il docente di Parigi, a una lettura pi˘ penetrante non risalta meno la loro intima sintonia e convergenza.
Le loro ìteologieî divergono e, pure, tutte e due ñ quella monastica di Bernardo e quella scolastica di Tommaso ñ nascono dalla stessa passione per ìil misteroî. Il ìlinguaggioî che le esprime non coincide: líuno Ë pi˘ immediatamente biblico, tutto compaginato di immagini e pi˘ segnato e alimentato di esperienza e di ìardoreî; líaltro Ë pi˘ tecnico, pi˘ disposto nel concetto, pi˘ strutturato nellíordito della logica e pi˘ rivolto allíoggettivit‡.
Ma la radice coincide, ed Ë la Parola di Dio; cosÏ comíË medesimo il senso acuto della trascendenza inarrivabile di Dio, che sta sempre oltre e che ugualmente e sommamente sia Bernardo sia Tommaso aspirano alla fine di vedere, di l‡ da ogni simbolo e argomentazione.
La letteratura ci supera e ci sorprende, implica l'intelligenza delle cose, la domanda sul senso di ciò che si vive, la meraviglia e il giudizio; scopre mondi e li spalanca davanti al lettore, non importa se in modo realista, o fantastico. Se così non fosse sarebbe vuoto e noia. In questo libro la letteratura è intesa come qualcosa capace di modificare realmente il modo in cui una persona vive la propria vita: un'esperienza decisiva, mai pianificabile o controllabile e soprattutto irreversibile. Raymond Carver, nella sua ultima poesia, si chiedeva: E hai ottenuto quello che volevi da questa vita, nonostante tutto? La domanda è tanto elementare quanto decisiva. E esattamente con un interrogativo simile che dovrebbe confrontarsi una seria domanda sull'identità e sul "servizio" della letteratura.
Due mondi a confronto: dal Medioevo un grande esempio di dialogo fra Islam e Cristianesimo.
Nel 1219, San Francesco díAssisi incontra il sultano díEgitto a Damietta, sulle rive del delta del Nilo, nel pieno della follia omicida della quinta crociata. Incontro pacifico e benaugurante, che ha acquisito tutto il suo senso da ventíanni a questa parte, dopo il grande incontro delle religioni ad Assisi nel 1986.
GwenolÈ Jeusset analizza le diverse tradizioni letterarie e figurative relative a questo incontro, le ambiguit‡ che rivelano riguardo alla ´missioneª cristiana e la loro eco nel mondo francescano. Ci mostra come questo straordinario faccia a faccia fra il Poverello e il nipote del Saladino sia oggi da comprendere come un evento chiave, che ci deve permettere di reinventare una convivenza tra le religioni.
II passaggio dai grandi elaboratori elettronici degli anni Cinquanta ai Personal di fine anni Settanta si realizza non solo grazie alla capacità dei costruttori nell'individuare tipologie di prodotto e gruppi di applicazioni più utili e vicini alle singole esigenze dell'utenza, ma anche, soprattutto nel nostro Paese, mediante un itinerario disegnato da scarse conoscenze tecniche ed organizzative, pubblicità ingannevoli, proliferare di improbabili modelli e pluralità di presunti impieghi. Il volume, dopo un rapido excursus sui primordi dell'informatica nazionale, affronta questa complessa vicenda, indagando lungo l'intrecciarsi di interessi commerciali, cambiamenti sociali, innovazioni tecniche che accompagnarono questa evoluzione.
Giulia Domna (170 ca.-218), nata in Siria da una dinastia di re-sacerdoti, divenne imperatrice di Roma in seguito al matrimonio con Settimio Severo. Alla morte del marito, accrebbe la propria autorità affiancando nel governo il figlio Caracalla, assecondandone il sogno di creare un Impero universalistico sull'esempio di Alessandro Magno. Nel corso della sua vita fronteggiò con successo gli intrighi del prefetto Plauziano e la rivalità della giovane nuora Plotilla, ma dovette assistere alla lotta fratricida tra i suoi due figli. Sostenne la politica di valorizzazione e integrazione nello Stato degli abitanti delle provincie, culminata nell'editto che concedeva la cittadinanza romana a tutti gli uomini liberi dell'Impero. Donna colta e intelligente, imbevuta di cultura classica, aprì le porte della corte ai maggiori intellettuali del tempo e promosse forme di sacralizzazione del potere che anticipavano la teocrazia bizantina. Da Filostrato, uno dei letterati della sua corte, ricevette l'appellativo di "Giulia la Filosofa".
La Chiesa e i cattolici nei mesi decisivi dell'Assemblea Costituente: uno studio su documenti inediti.
Il grande lavorio per la formulazione della Costituzione repubblicana, fra 1946 e 1947, oggetto di questo volume di Giovanni Sale Ë, come negli altri suoi libri, corredato dalla pubblicazione integrale dei documenti dellíArchivio della Civilt‡ Cattolica sullíargomento e orienta nuova luce sullíopera svolta dai costituenti in un serrato e anche duro confronto con esponenti della stessa Civilt‡ Cattolica e della Segreteria di Stato vaticana.
La complessa materia Ë sviluppata in modo da condurre a una sempre maggior comprensione sia degli attori sia delle problematiche in campo. Ne emerge nitidamente il cammino che porta al maturarsi di una riflessione e allíesprimersi di una cultura giuridica e politica che Ë capace di affrontare questioni delicatissime con precisione, rigore ed apertura di mente, pur allíinterno di margini strettissimi di confronto e di mediazione.
Il volume Ë organizzato in tre parti: i protagonisti; la materia; i documenti.
Nei ìprotagonistiî si affronta líattivit‡ dei cattolici nellíAssemblea Costituente, quindi si incontra Giuseppe Dossetti e la preparazione dellíarticolo 7 della Costituzione e, poi, Alcide De Gasperi, soprattutto intorno a due temi dallo statista trentino ritenuti essenziali: la forma di governo e i rapporti tra Stato e Chiesa.
La materia viene identificata prima di tutto con líarticolo 7, sui rapporti tra Stato e Chiesa, poi con Famiglia e matrimonio nella Costituzione, quindi con la Scuola statale e non statale nellíart. 33 della Costituzione per concludere con la libert‡ religiosa in Costituzione.
Su questíultimo tema vengono esposti fra líaltro il progetto della Civilt‡ Cattolica, di allora, in materia di libert‡ religiosa e la posizione della Santa Sede di fronte alla discussione costituzionale sulla libert‡ religiosa.
Paturle Dominique Questi poveri che interrogano la Chiesa
Dalla straordinaria esperienza di una comunità francese un messaggio universale di solidarietà e fede.
La questione dei poveri non cessa di attraversare la Chiesa. Numerosi cristiani sono impegnati al loro fianco, le comunità parlano di loro, pregano per loro, ma i poveri non aspettano forse altro dalla Chiesa? Le loro domande sul senso di Dio e della loro vita, la percezione che hanno della Chiesa, possono lasciare indifferenti le comunità cristiane? Come dare alle persone che vengono dalla grande povertà il posto che spetta loro?
Stabilitasi nella diocesi di Lione, la comunità del Sappel propone uno spazio di parola a donne e uomini, cristiani, straziati dalla vita. Gli ateliers di creazione – scrittura, pittura, serigrafia – e le pause spirituali – tempi di perdono, catechesi, celebrazioni eucaristiche – proposti dalla comunità fanno sgorgare davvero una fraternità e una dignità spesso dimenticate. Danno all’esistenza di queste persone una dimensione nuova, in cui l’arte e la preghiera trovano un’espressione commovente e bella. Le condivisioni attorno alla Parola di Dio sono momenti straordinari in cui, malgrado le ferite e le sofferenze, i poveri ritrovano forza e coraggio per proseguire la loro strada.
Dominique Paturle racconta qui un’esperienza fondamentale che non vuole restare marginale. La sua opera invita le comunità cristiane a porre i poveri nel cuore della loro vita, a immagine di Cristo che ne ha fatto la sua priorità.
Chiamiamo Medicina Cinese un vasto insieme di tecniche che si basano su una visione della vita nell'universo e una concezione di uomo che si svilupparono nei secoli che precedono l'era cristiana. Questa medicina, spesso denominata medicina dei letterali o anche delle corrispondenze, non costituisce tuttavia l'unica medicina della Cina. Attualmente, ad esempio, la medicina occidentale rappresenta una buona parte delle cure dispensate in Cina. Ma, tradizionalmente, a partire dal neolitico e dalla protostoria, differenti approcci medici si susseguirono o si accavallarono. Normalmente si riserva l'appellativo di Medicina Tradizionale Cinese a una teoria di funzionamento della vita che riposa interamente sulla concezione del mondo che si elaborò nella Cina tra V sec. a.C. e III d.C. Questo approccio tiene conto dell'aspetto organico, filosofico, di quello che potremo qualificare psicologico o mentale, persine spirituale. Ciò che caratterizza la medicina cinese è più un'elaborazione teorica che non delle pratiche e delle tecniche, anche se essa non è concepibile senza di queste. È infatti tutta la definizione di medicina a essere chiamata in causa.
Questo terzo volume dell'Opera Omnia di Biffi tratteggia alcune immagini, o appunto "figure", del sapere teologico medievale, così come si vennero elaborando nel secolo XIII con l'ingresso nell'ambito cristiano del pensiero aristotelico, specialmente della logica come teoria della scienza. Se la teologia sia scienza, quale sia il suo campo e il suo metodo, come si disponga la sua articolazione: ecco le "questioni" che occupano Alessandro di Hales, Oddone Rigaldo, Guglielmo di Meliton, Bonaventura, Rolando da Cremona, Guglielmo d'Auxerre, Riccardo Fishacre, Roberto Kilwardby, Alberto Magno e Duns Scoto.
Jaffé Dan Il Talmud e le origini ebraiche del cristianesimo
Alle radici della civiltà giudaico-cristiana: I rapporti tra cultura ebraica e cristianesimo delle origini.
La letteratura talmudica è relativamente poco conosciuta nel nostro paese. Eppure lo studio - privo di ipoteche teologiche o confessionali - dei rapporti tra il giudaismo rabbinico e il cristianesimo primitivo è particolarmente interessante per comprendere le origini religiose del mondo occidentale, la cui civiltà viene oggi così spesso definita "giudaico-cristiana". 
Dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C., il giudaismo ha conosciuto dei mutamenti profondi e travagliati. I Saggi, gli autori del Talmud, si sono confrontati con altri ebrei, in particolare con quelli che seguivano gli insegnamenti di Gesù, con Gesù stesso e con Paolo di Tarso. Le vicende di questo incontro costituiscono l’oggetto di questo volume. Nell’ultimo capitolo sono passati in rassegna alcuni storici ebrei moderni e contemporanei e la loro visione di Gesù. 
Grazie all’uso delle fonti originali, l’autore consente ai lettori di raggiungere una comprensione migliore di quest’epoca complessa, in cui il giudaismo e il cristianesimo hanno cominciato a differenziarsi, e in cui si sono avviati movimenti e meccanismi che hanno pesato sul corso successivo della storia.
Una nuova storia del pensiero medievale fatta per figure, siano esse un autore, una scuola o un più complesso evento culturale. Una storia della teologia e della filosofia, così strettamente connesse nel Medioevo, che diviene una storia della cultura medievale. Fondamentale è il fatto di poter iniziare la lettura da qualsiasi capitolo, pur con davanti una precisa struttura cronologica e tematica. Il pensiero dell'Occidente medievale dal XII al XIV secolo produce una così vasta fioritura ed accelerazione di scuole, autori ed opere da costituire una stagione inesauribile per la storia del pensiero occidentale e dell'intera umanità, vista anche la capacità di dialogo ed assorbimento dei contributi arabi ed ebraici e la riapertura al mondo greco antico. Impensabile l'umanesimo senza tale fioritura, un umanesimo ormai coglibile più come frutto che come distacco dall'intelligere e dal sentire del Medioevo che lo precede.
Nella più comune manualistica letteraria viene generalmente messo in luce soltanto l'influsso, non sempre ritenuto positivo, che la religione avrebbe avuto sulla storia della letteratura italiana. Ben più importante e del tutto positiva è invece, secondo l'autore, l'influenza che la letteratura ha avuto sulla vita e sulla cultura religiosa degli italiani, grazie all'opera dei suoi più grandi scrittori ed artisti. Se nei primi secoli e finché la religione fu comunemente riconosciuta come il fondamento stesso della cultura e della vita civile, poeti e scrittori hanno variamente contribuito ad adeguare la dottrina cristiana alle esigenze del popolo e all'evoluzione della civiltà degli uomini, tra '800 e '900, tutti, credenti e non credenti, si sono più o meno radicalmente opposti alla nuova cultura fondata sulla fede nella scienza e sull'interesse economico, facendo del mistero di Dio e del bisogno dell'assoluto l'oggetto stesso della loro poesia. Ciò in virtù di quella naturale religiosità che sta alla base della vocazione poetica in ogni luogo e in ogni tempo.