Questo breve saggio di Inos Biffi ha come intento quello di risvegliare o anche creare il gusto per il Paradiso di Dante, nel quale la poesia pura ha raggiunto il suo vertice sublime. La terza cantica della Commedia è ritenuta la più difficile, quasi la più arida, rarefatta com'è di immagini, la più ardua nel linguaggio. E infatti essa trasporta in un altro mondo, ultraterreno, privo della visibilità e della sagoma sensibile dei primi due, tutto plasmato di luce, nella quale si annidano i beati. La prima parte del volume inizia alla comprensione della cantica illustrandone il senso nel percorso letterario e spirituale del poeta e mettendo in luce il suo carattere teologico. Nel Paradiso il mistero cristiano appare nella sua "forma": Dante con la sua poesia abbellisce la teologia, la rappresenta come canto, nella sua lirica e nella sua estetica. Quindi il Paradiso come una cattedrale di luce. La seconda parte offre alcuni assaggi di commento al canto X.
Da tali degustazioni potrebbe sorgere il desiderio di inoltrarsi in questa incomparabile gloria del mistero, che per singolare grazia divina Dante ci ha lasciato.
Oggi come ieri, l’avvenire del mondo si gioca nelle strade di Teheran. Cento anni dopo la rivoluzione costituzionale, cinquanta dopo la rivoluzione anticapitalista, trenta dopo la rivoluzione islamica, l’Iran si impone più che mai come un paese di paradossi: Occidente e Oriente, democrazia e Islam, modernità e tradizione, religione e secolarizzazione, globalizzazione e nazionalismo, petrolio e nucleare.
Questa inchiesta, condotta in Iran, negli Stati Uniti, in Israele, rintraccia un secolo di ricerca di identità, di indipendenza e di potenza.
E’ questo il dramma planetario che qui emerge, raccontato dai suoi stessi attori nel corso di esclusive interviste condotte a Teheran, a Qom, a Washington, a Harvard, a Tel Aviv, a Parigi. Una folgorante immersione nella storia così come si crea, sotto i nostri occhi, condotta da un pensatore che si è interessato particolarmente ai nessi tra fenomeni politici e religiosi.
XIV e inizi del XV secolo
Volume sesto di Figure del pensiero Medievale
In coedizione con Città Nuova
Rilegato con sovracoperta
Testi di: J.Biard, I.Biffi, S.-T. Bonino, F.Buzzi, M.J.F.M.Hoenen, C.Marabelli, E.Reinhardt, F.Stella
Questo volume di Silvano Petrosino, a quasi vent'anni dalla sua prima edizione, è ormai un classico degli studi sull'esperienza della luce e sul fenomeno ad essa connessa dell'invidia. All'origine di questo studio vi è la convinzione che interrogarsi sull'esperienza visiva è altra cosa dall'indagare la propagazione e la ricezione della luce a partire dalle scienze, ad esempio dall'ottica o dalla psicologia della percezione. Il tema dell'esperienza è infatti essenzialmente connesso alla figura del soggetto, e quest'ultimo è drammaticamente in scena non solo come corpo senziente e come coscienza riflessiva e riflettente, ma anche e soprattutto come soggetto al/del desiderio.
Il libro a più autori, reca anche un lungo pezzo inedito di Ivan Della Mea. Un libro che è anzitutto espressione di affetto per un uomo che con le sue canzoni, i suoi scritti e la sua presenza è riuscito ad interrogare e far comunicare tra loro mondi diversi che, nella triste Italia di questi anni, a malapena considerano l’esistenza l’uno dell’altro.
L’esistenza a Barcellona di un monumento come la Sagrada Familia nel cuore del XX secolo resta un’eccezione e insieme una sfida per la cultura architettonica contemporanea. Questo libro - attraverso un repertorio inedito di immagini e gli interventi di studiosi e degli stessi protagonisti del cantiere - testimonia come nella Sagrada Familia si materializzi un’originale saldatura fra la componente tecnica e quella del significato, fra la dimensione creativa individuale ed il lavoro collettivo, fra il contesto civile di una città e lo spazio sacro di una chiesa. Senza nulla togliere al genio di Gaudì, anzi a conferma della sua inventiva, il volume testimonia perciò l’esistenza di un cantiere vivo animato da architetti, ingegneri, esperti di tecnologie digitali, artigiani, storici dell’architettura, teologi e iconografi, tutti coinvolti nel progresso del progetto di Gaudì.
La storia dell’architettura precolombiana andina si avventura in un viaggio millenario tra gli ecosistemi di costa, sierra e selva, alla ricerca del significato delle forme espresse dalle architetture cerimoniali a partire da un punto di vista andino. Imparare a leggere queste forme, sotto un punto di vista indigeno, sul proprio passato e comunicarle al mondo occidentale, è la sfida di quest’opera: l’autrice utilizza dati archeologici, etnografici ed antropologici per ricostruire una storia inedita e monumentale, dimostrando come la sua memoria sia giunta viva sino alla contemporaneità. Partendo dai siti più arcaici di recenti scoperte, come Ventarròn e Caral sulla costa, passando per i primi grandi centri cerimoniali della sierra, come Chavin de Huantar, il testo dimostra come le società andine possano prosperare generando complessi mondi estetici, senza passare attraverso il processo di secolarizzazione della città e mantenendo un costante equilibrio con le forze della natura.
Numerose opere sono state consacrate, parzialmente o totalmente, alla scultura romanica; tuttavia è difficoltoso fornire un quadro cronologico coerente di un’arte la cui evoluzione, in un periodo relativamente breve, non ha nulla di lineare. L’approccio scelto fino ad ora è stato essenzialmente regionale e ha posto l’accento sulla reale diversità che caratterizza le principali «province» dell’arte romanica. Questo libro tenta un altro metodo: mettere in rilievo, attraverso un’analisi maggiormente tipologica, ciò che costituisce l’unità della scultura romanica, ossia le fonti di ispirazione comune, il ricorso agli stessi modelli (anche se l’interpretazione non è univoca), l’adattamento ai medesimi schemi iconografici; soluzioni parallele adottate per rispondere alle stesse necessità.
Queste brevi meditazioni raccolte da Inos Biffi - secondo lo spirito, l'argomento e i testi, specialmente ambrosiani, dell'anno liturgico intendono invitare per qualche attimo al raccoglimento e alla preghiera, e alimentare la comunione all'orazione e al rito più disteso che la Chiesa compie nella sua liturgia. Il formato tascabile del volumetto ne rende agevole l'uso. Il "breviario" parte dall'avvento e percorre l'intero anno sacro o tutta la "corona della benignità dell'anno di Dio". Sarà facile ritrovare il tempo che la Chiesa sta vivendo, per mettersi in sintonia con essa, e incontrare il Signore forse nelle occasioni e nei luoghi più impensabili. Infatti, come ricorda sant'Ambrogio: "Tu appena incominci a cercarlo, e Cristo ti è già vicino".
I sonnambuli sono i grandi facitori della rivoluzione scientifica - Copernico, Keplero, Brahe, Galileo - per opera dei quali in poco più di un secolo la concezione della scienza e il suo rapporto col sapere umano furono trasformati radicalmente. Collegando l’indagine scientifica con la vita, i caratteri, le passioni, le debolezze di ognuno, Koestler, figura poliedrica di romanziere e saggista, mostra che essi non furono infallibili macchine pensanti, ma procedettero per territori incerti e nebbiosi con una faticosa ricerca a tastoni, piena di cadute e di ritorni indietro. Un classico della storia del pensiero scientifico.
In occasione della celebrazione del 150° anniversario dell'unità d'Ialia ili dibattito storico sulla "questione risorgimentale" sta vivendo un momento di vivacità, almeno a livello politico e mediatico. Da varie parti e con diverse motivazioni vengono espresse sempre di più, non solo da opinionisti, ma anche da politici, perplessità sul modo in cui fu raggiunta l'unità d'Italia e sull'opportunità della forma di Stato "accentrato" che fu adottata dalla élite politica piemontese del tempo. Per questi la raggiunta unificazione degli antichi Stati regionali sotto lo scettro di casa Savoia, e quindi sotto il modello statuale piemontese, fu un'operazione condotta affrettatamente e sotto l'incalzare degli eventi. Si deve parlare dunque di Risorgimento come di un'operazione "sbagliata"? O meglio come di una rivoluzione "fallita"?
Una breve appendice documentale coglie a caldo il dibattito che esisteva a quel tempo sulla "questione risorgimentale" all'interno del mondo cattolico.
Quattro testi di Raimon Panikkar ci portano in un cammino di salutare riorientamento per l'uomo in un mondo frastornato dalla divisione del sapere e della vita. Il primo testo affronta il tema stesso della conversione a cui le religioni sono chiamate. Le religioni non hanno il monopolio della dimensione religiosa dell'uomo, che riemerge nonostante le sclerosi culturali e delle religioni stesse. Il secondo testo riguarda lo studio delle religioni. Tale studio non le deve separare dal mondo, come spesso accade. E, perciò, uno studio che non può sfuggire alle domande con cui il mondo interpella le religioni. Il terzo testo concerne il corpo dell'uomo, oggi massacrato sia da chi lo rende idolo sia da chi lo disprezza o lo considera fugace presenza. Senza il corpo, la dimensione religiosa evapora o diviene violenza. Infine, il quarto testo riguarda medicina e religione. Salute e salvezza non vanno confuse, ma vivono solo in un'armonica interdipendenza. Panikkar è un critico radicale dell'abuso della terra e dell'uomo che stiamo attraversando, ma la sua è una visione di pace possibile, sperimentata, ineludibile.