In questo libro, che lo consacrò scrittore e lo rese famoso in tutto il mondo, Thomas Merton narra le molte esperienze che lo portarono prima ad abbracciare il credo comunista, poi a convertirsi al cattolicesimo e a farsi monaco trappista. Proprio come il viaggio dantesco cui si rifà il titolo, l'itinerario spirituale di Merton alla ricerca di Dio conosce soste, intoppi, cadute, momenti di disperazione, ma si conclude con la conquista di una nuova consapevolezza di vita e di pensiero. La montagna dalle sette balze, pubblicato per la prima volta nel 1949 e tradotto in moltissime lingue, è considerato una sorta di breviario della spiritualità moderna
"Nessun uomo è un'isola", titolo ripreso da un passo di John Donne, vuole significare che ogni uomo, per L'amore di Dio vivente e operante in lui come in ogni altro essere umano, non è solo, ma è parte di tutta l'umanità. Merton ritorna a noi in queste pagine più grande perché più umile. Ritorna, dopo circa un decennio di vita monastica, il Merton della "Montagna dalle sette balze": colloquiale, umanissimo, in grado di "dividere con ogni uomo i frutti della contemplazione".