Secondo un assunto consilidato della storiografia, Roma diventa una città-stato solo alla fine del secolo VII a.C., e nulla può essere detto per il periodo antecedente, avvolto nel mito. Ma il ritrovamento dei resti delle cosiddette "Mura Palatine" del secolo VIII, avvenuto ad opera dello stesso autore una decina di anni or sono, rende questa posizione quasi insostenibile. Liquidate come semplice leggenda dagli storici ufficiali, le Mura Palatine sono in realtà assai ben conservate, hanno visto diversi rifacimenti fino in epoca imperiale, sono ricordate da Tacito e hanno avuto quindi un ruolo non marginale nella storia della città.
Il Grande Eunuco Dai Tre Gioielli, comandante della flotta imperiale cinese, sulla via del ritorno da una missione oceanica invia delle lettere al figlio adottivo affidandole a piccioni viaggiatori. Le lettere, nella misura ridotta imposta dagli insoliti messaggeri, sono il testamento spirituale di un vecchio prossimo a morire, il congedo di un uomo potente e solo. Ma la salute del Grande Eunuco va peggiorando di giorno in giorno, perché qualcuno a bordo della nave attenta in modo subdolo alla sua vita. Chi è la spia assoldata dai burocrati della capitale?
Una ragazza, in seguito a un'aggressione nel corso della quale è stata stuprata e quasi uccisa, perde la memoria. Non ricordandosi più la propria identità, assume il nome di Mary Lamb e cerca, con fatica e candore, di mettere insieme pezzi di passato e consapevolezze perdute. Finché, a poco a poco, si fa strada in modo sempre più convincente l'angoscioso sospetto che la sua identità sia legata a quella di una certa Amy Mide, una ragazza che per amore ha commesso ogni genere di nefandezze.
In mancanza di una monografia organica che inquadri criticamente il lavoro di Primo Levi, Ernesto Ferrero ha raccolto in questo volume i contributi più significativi apparsi finora. In testa a tutti, i saggi introduttivi ai tre volumi delle Opere, apparse nel 1987-90 nell'einaudiana "Biblioteca dell'Orsa", e firmati da Cesare Cases, Cesare Segre e Pier Vincenzo Mengaldo, che costituiscono altrettanti capisaldi della critica su Levi. Seguono altri interventi su temi specifici o su singole opere.
Scritto durante la guerra, "Watt" è il terzo romanzo dello scrittore irlandese e l'ultimo redatto in inglese. Vi si narra la storia di un uomo di mezza età e di "cultura universitaria", Watt, che va a servire nella casa di un certo signor Knott, in uno strano rapporto molto simile alla vita: si viene, si cerca di capire perché e da dove si è venuti, si ha la sensazione di raggiungere qualche meta e alla fine bisogna andarsene.
Un grande esponente del Rinascimento spagnolo "riscrive" i fondamenti della dottrina cattolica nei modi dei dialoghi platonici, lasciando un'opera di intensa spiritualità e raffinata eleganza formale. L'opera è costituita da una serie di dotte conversazioni tra amici, un poeta, un teologo e uno scolastico e si propone di riaffermare i fondamenti religiosi e morali della dottrina cattolica tramite un sistematico ricorso a passi tratti dalla Bibbia.
Pubblicato nel 1947 è traccia dell'esperienza di prigionia dell'autore, deportato nel 1943 dagli alleati appunto in Algeria e Marocco. La raccolta conferma un allontanamento dai temi dell'ermetismo verso quelli di una maggiore e più alta quotidianità e verso una narrazione in forma quasi diaristica, dove la prigionia diventa la cifra esistenziale attraverso la quale il poeta guarda al destino dell'uomo.
Il cecchino, figura principe nell'immaginario di una guerra sporca, carnefice per eccellenza, che prova a ricominciare a vivere in Italia. L'incubo di Izmet, prelevato dalla polizia di Spalato e massacrato perché mussulmano. L'assurda fine di Moreno Locatelli, ucciso a Sarajevo sul ponte di Vrbanja, durante una manifestazione di pace da lui stesso ostacolata perché inutile. E chi ha ucciso i tre italiani che trasportavano un carico di aiuti umanitari e avevano i documenti per espatriare una quarantina di vedove con i loro bambini? Grazie al lavoro compiuto da Rastello, fondatore del Comitato accoglienza profughi ex Jugoslavia di Torino, questo libro offre una serie di materiali e informazioni "veri", spesso trascurati da televisione e giornali.
Questo libro è la sceneggiatura, ricca come un racconto, del film scritto da Roberto Benigni e Vincenzo Cerami, "La vita è bella". Una storia che, come afferma lo stesso Benigni, "fin dal primo momento mi ha fatto battere molto forte il cuore... Perché la vita è bella, e anche nell'orrore c'è il germe della speranza, c'è qualcosa che resiste a tutto, a ogni distruzione... Il film è un inno al fatto che siamo condannati poeticamente ad amare la vita per forza: perché la vita è bella."