Il "Diario" di Anna Frank viene tradotto negli Stati Uniti nel 1952, dove è accompagnato da una prefazione di Eleanor Roosevelt, vedova del presidente scomparso nel 1947. Le entusiastiche accoglienze critiche spingono un uomo di teatro, Meyer Levin, a proporre a Otto Frank un adattamento teatrale. Il padre di Anna finisce per accettare proprio a seguito delle insistenze di Eleanor, che lo convince dell'opportunità di far conoscere il testo anche attraverso il teatro e il cinema. Occorreranno tuttavia altri tre anni prima che il "Diario" venga affidato alla penna di due drammaturghi, Albert Hackett e Frances Goodrich. Un adattamento teatrale rappresentato ininterrotamente da quarant'anni sui palcoscenici di tutto il mondo.
Nella Roma d'oggi, il febbrile salvataggio di un personaggio che si rivela essere un marziano diventa una lotta che coinvolge tutte le grandi questioni della vita. Una favola moderna che insegue briciole di saggezza. Luca, il protagonista, è un trentenne che fa il tassista abusivo. Una sera di pioggia si imbatte in un travestito che fugge, inseguito da alcuni energumeni. Il travestito è in realtà un marziano, è portato a casa di Luca e, ferito, sta lentamente morendo. Tutto il romanzo è il tentativo spasmodico di salvargli la vita.
Untor, un untore di manzoniana memoria, si aggira per il cosiddetto "poligono delle siccità", alla ricerca di Catarina Rosa (la donna che per prima l'ha denunciato), spargendo i suoi veleni su mandriani, sicari, latifondisti, religiosi fanatici, asinelli, bambini denutriti. Sulle sue tracce si lanciano quattro appestati: Manuel Vitorino, ladro e violentatore di moribondi e di cadaveri, Janmario Cicco, sicario col vizio di mutilare le sue prede, Piquet Carneiro, trasformato in bue sventratore di nemici, Demerval Lobao, contadino vendicatore. La caccia terminerà con la distruzione totale di tutto e di tutti, del territorio e dei suoi personaggi, fino alla distruzione dello stesso romanzo.
Con questo nuovo romanzo Vassalli torna a un ambiente che conosce bene, ed appare chiaramente riconoscibile anche se non esplicitamente dichiarato: una città padana che assomiglia a Novara, teatro di oltre cent'anni di storia, dall'unità italiana a questa travagliata fine secolo. Al centro della sua saga Vassalli ha posto una grande villa. Ideata come una dimora principesca (forse dall'Antonelli) per una famiglia aristocratica di origine napoletana, la villa cambierà rapidamente padrone, conoscerà decine di personaggi, sullo sfondo di una decadenza inarrestabile, sino a diventare il ricovero degradato di gruppi di extracomunitari. Animato da una forte passione civile, l'autore ha scritto un nuovo capitolo della sua storia d'Italia che va componendo da anni.
Il pretesto di una celebrazione teatrale per celebrare le nozze di Teseo e di Ippolita, regina delle Amazzoni, scatena una serie di incanti, equivoci, malintesi, litigi e riconciliazioni. L'opera è tradotta da Patrizia Cavalli, una poetessa, cresciuta sotto l'ala di Elsa Morante.
Tra gli anni quaranta e cinquanta del secolo XVI, Pontormo dipinse un ciclo di affreschi, ora putroppo perduti, nel coro della basilica medicea, vero e proprio tempo sacrale della dinastia. Sulla base delle descrizini coeve e dei numerosi disegni superstiti, Firpo ricostruisce caratteri e contesti dell'opera, per dimostrare come in essa si celasse la rigorosa trascrizione in immagini di un testo eterodosso. Un'opera figurativa militante, dunque, sullo sfondo delle diverse definizioni dottrinali cui nello stesso periodo approdava il Concilio di Trento. In essa si intrecciano le complesse scelte religiose, culturali e politiche del principato cosimiano, del suo consolidamento interno e internazionale, dei suoi scontri con Roma.
"Appena arrivato a Puerto Plata scendi dall'aereo senti il caldo tropicale ventilato tu stai bene. Hai lasciato dietro di te l'Italia il lavoro quella concezione del lavoro che ti svuota la vita la tele ti porta a sognare le palme l'oceano le spiagge che vedi dall'alto atterrando e sei qui". Sbarcato nei Caraibi, un turista in cerca di sesso e di divertimento sfrenato si trova a percorrere i supermercati di Santo Domingo accorgendosi che il mondo è uno solo e che Santo Domingo è, in fondo, del tutto uguale a qualsiasi paese della Brianza.