La piccola Lise, affidata ai nonni dopo la morte dei genitori, arriva da Parigi in un paese della Provenza occupata dagli italiani nel 1940. Qui conosce l'alpino torinese Mario e se ne innamora, come può farlo una bambina di dodici anni. Mentre l'eco della guerra arriva soltanto da lontano, la vita scorre placidamente fino al momento in cui, alla vigilia del Natale '42, qualcosa cambia e la vera tragedia incalza: un convoglio si porta via le compagne ebree di Lise e la fidanzata di Mario. Il tempo scorre, ma i misteri e i dolori dell'infanzia rimangono. Quando la sorella di Mario, durante un incontro a Torino, dà a Lise le lettere dell'alpino diventato un comandante partigiano, inizia per Lise l'ultimo pellegrinaggio nella memoria.
La ricerca di Pasolini percorre l'intero territorio italiano: da Napoli (Di Giacomo, Galdieri, Russo, Viviani), alla Sicilia (Guglielmino, Vann'antò); dalla Sardegna (Salvatore Casu) alla Calabria (Michele Pane); da Roma (Cesare Pascarella, Trilussa, Dell'Arco) a Milano (Tessa, Gambirasio); dal Piemonte (Nino Costa, Pinin Pacot) alla Liguria (Edoardo Firpo, Acquarone); dall'Emilia Romagna (Testoni, Pezzani, Guerra) alle Venezie (Noventa, Virgilio Giotti, Biagio Marin, E. Ferdinando Palmieri) al Friuli (Argeo, Pasolini, Franco Di Gironcoli, Naldini). Si tratta insomma di una poesia portata alla luce. Non è lontano dal vero che la produzione dialettale italiana del Novecento è rimasta pressoché ignota non solo al pubblico, ma anche agli studiosi.
Sette storie d'amore, sette incontri tra il cane e il lupo, tra la vita addomesticata e l'attimo feroce. I protagonisti non sono bestie ma uomini-cane che abitano sulla terra, svolgono lavori tranquilli, hanno famiglie normali e amori scialbi. Sono giornalisti, scrittori, studenti dalle caute speranze, le cui vite all'improvviso si spaccano davanti a un crepaccio, un orrido dove si intravede un corpo femminile, un volto crudele, una passione che fa affiorare una verità più grande e dolorosa, un'ossessione che ritorna dal passato e ricorda che non c'è tempo. Allora la cuccia diventa stretta e la catena troppo corta, viene voglia di abbandonarsi al proprio destino, di farsi lupi e amare. Nel 1996 il romanzo ha vinto il Premio Palazzo al Bosco.
Si completa con questo volume, che si apre nel segno neoclassico di Canova, il disegno di una storia dell'arte italiana ricostruita attraverso il continuo raffronto degli scritti di artisti, committenti, critici e storici. Il volume si apre con Canova, con l'interesse per la mitologia e la classicità, fonti di ispirazione per i grandi personaggi pubblici (da Napoleone alle restaurazioni) e privati, per giungere sino alla formazione del nostro stato unitario, con i suoi profili figurativi complessi e spesso discordanti, con molte lingue locali e ideali diversi.
Che cos'è la vita? Dove risiede la forma e l'organizzazione del vivente? Come si spiega la diversità fisica tra gli individui? Perché esistono geni dannosi e come procurano le malattie ereditarie? Come si spiegano l'invecchiamento e la morte? Cosa sono la mente e la coscienza? L'autore propone in questo libro, che ha come temi fondamentali la natura della materia vivente e del processo evolutivo, una risposta a queste domande, anche affrontando aspetti applicativi della ricerca, come la diagnosi molecolare, la clonazione, la terapia genetica, il Progetto Genoma, la bioetica.
Mitter offre, in questo volume, un panorama della letteratura tedesca del Novecento, forse la più ricca e varia e certamente la più problematica fra le letterature contemporanee. Il saggio centrale prende spunto dalla situazione della letteratura all'inizio del secolo per giungere, attraverso le grandi svolte della guerra e del dopoguerra, del nazismo e della Seconda guerra mondiale, fino agli anni più recenti. Figure e movimenti si alternano in un quadro che tiene conto dei fattori sociali e spirituali, nonché dei rapporti con le arti figurative, con la musica e con il cinema. Ampi saggi particolari sono dedicati a Kafka, Brecht, Musil, Broch e Doderer. Inoltre un gruppo di studi è dedicato alla figura di Goethe e ad altri argomenti del periodo classico.
Fondato quando Pisa era all'apice della sua gloria, il Camposanto doveva chiudere verso settentrione lo spazio monumentale che è stato chiamato Piazza dei Miracoli: un colossale chiostro, in quattro gallerie che inquadrano il grande prato. Il volume ripercorre la nascita, lo sviluppo e le alterne fortune del monumento sul piano architettonico e decorativo. La prima parte del volume è dedicata alla fondazione e alla costruzione; la seconda parte indaga le trasformazioni e la fortuna del monumento. Clara Baracchini conclude illustrando le vicende degli ultimi decenni, il rovinoso incendio dell'ultima guerra, il distacco degli affreschi e il progetto di restauro e di restituzione storica attualmente in corso.
Palermo 1893: la storia di un delitto di mafia nella Sicilia di ieri diventa lo specchio inquietante di tutte le connessioni tra mafia e politica che continuano a inquinare la vita italiana di oggi: la parabola esemplare dell'onorevole Palizzolo, detto "Il Cigno", arrivato al potere, simbolo dell'orgoglio isolano, che viene accusato di essere il mandante di un omicidio eccellente. Al centro di tutto lo scandalo del Banco di Sicilia, Francesco Crispi, il grande manovratore, il realista cinico e spregiudicato, ma anche a suo modo sognatore. Il libro di Vassalli è, in ultima analisi, un romanzo storico che si deve leggere in chiave d'attualità.
La rinascita di Ebla e della sua cultura è una delle più sensazionali scoperte dell'archeologia contemporanea. La ricostruzione di un mondo complesso di avanzata struttura amministrativa, di sofisticata ideologia e di raffinata cultura materiale è il risultato di una attività di ricerca che dura da oltre venticinque anni. La rivelazione inattesa di Ebla ha stupito il pubblico internazionale e il mondo scientifico non meno dei ritrovamenti di Schliemann a Troia e Micene. La riproposta è in occasione della mostra che si terrà a Roma da marzo a giugno. Nuova introduzione dell'autore e aggiornamento bibliografico.
"Questo è il senso profondo de Le strade di polvere, un libro che anche nel titolo sembra richiamare il senso del viaggio nello spazio (e quindi nel tempo) e del raccontare senza fine, affidando alla immagine della polvere la suggesione della labilità del vivere e la sua asprezza in campagne avare" (Claudio Marabito, "Nuova Antologia"). Premio Viareggio e Premio Supercampiello 1988.